Missioni Consolata - Luglio 2014

DAI LETTORI Cari mission@ri LUGLIO 2014 MC 5 vantaggio a danno di altri; la corruzione, con la quale si svia il giudizio di coloro che devono prendere de- cisioni in base al diritto; l’appropriazione e l’uso privato dei beni sociali di un’impresa; i lavori ese- guiti male, la frode fisca- le, la contraffazione di as- segni e di fatture, le spese eccessive, lo sperpero. Arrecare volontariamente un danno alle proprietà private o pubbliche è con- trario alla legge morale ed esige il risarcimento». C’è di che riflettere e agi- re, anche in questa nostra bella Italia. SESTA VOLTA IN ETIOPIA Un nuovo viaggio all’in- segna del volontariato (il sesto), l’ho realizzato nel mese di marzo 2014, presso la missione di Modjo, gestita dal mis- sionario della Consolata padre Paolo Angheben, da 36 anni uomo di Dio in terra di Etiopia. Ciò che ho visto e vissuto è stato per l’ennesima volta una catarsi umana, cristiana e psicologica. A Modjo, grazie all’Associazione «Altri Orizzonti» di cui sono vicepresidente, è stata realizzata e inaugu- rata la sala mensa e dor- mitorio della scuola ma- terna che servirà per 180 bambini. Con l’aiuto di tutta la nostra comunità di Borgo Valsugana (Tn) e del territorio, in questi anni sono state realizza- te molte opere: la scuola di Daka Bora, il ponte «Della Stella, della Spe- ranza, della Solidarietà» nel villaggio di Minne, la costruzione di una biblio- teca a Debre Selam, ove 5.000 ragazzi possono studiare, scambiarsi libri e imparare l’uso del computer e di Internet, la chiesetta intitolata al- PAGARE LE TASSE Caro Direttore, lo spirito critico credo sia fondamentale per non accettare supinamente le varie sfaccettature di un pensiero che è sem- pre molto personale nel vissuto esistenziale di un cristiano o laico, in una società piena di contrad- dizioni. Non ho nulla che mi divi- da nella risposta che hai voluto dedicare al mio più che amichevole in- tervento (cf. MC 4/2014, pag. 7). Io, politico e am- ministratore sindaco per 10 anni, e, per altri 5, consigliere provinciale a Como, tante volte mi e- spongo a giudizi e valu- tazioni molto settoriali di pensiero anche se sup- portati da esperienze di vita. D’altronde, se il pensiero sul come e sul perché non avesse sboc- chi verso i nostri fratelli, ci renderemmo colpevoli di un grave furto cultura- le e di crescita consape- vole. È per questo che cerco di leggere e docu- mentarmi su pensieri molte volte contradditori di Martini, Biffi, Tetta- manzi, Kung, Augias e Mancuso, riviste come Civiltà cattolica, Il Regno e tante altre, come la vo- stra, sempre gradita. Mercoledì 2 Aprile, su La Stampa di Torino, nel «Buongiorno: Palpeggia e Patteggia» del giorna- lista Massimo Gramellini (che apprezzo molto), ho avuto modo di condivide- re senza soluzione di dubbio quanto la società attuale sia consapevol- mente e coscientemente peggiorata facendo affo- gare (col vil danaro) i principi che ogni cristia- no dovrebbe difendere, anche con le unghie, contro una società sem- pre più laica e insensibile alla povertà che come la peste si espande nei paesi cosiddetti ricchi. Nella nostra Italia un cit- tadino su tre ha bisogno di sostegno. Il nostro impegno nel combattere queste e- mergenze sociali si fa di giorno in giorno sempre più difficile e improbo, nella speranza che il fu- turo, senza scomodare il medioevo e il rinasci- mento, ci porti nella con- sapevolezza di credere nell’amicizia, nella carità e nell’amore verso il creato. Il mio sogno nei confronti della Chiesa? Che un confessore non chieda più dei peccati di sesso, ma che faccia una domanda secca: «Paghi le tasse oppure frodi?». Il motivo di questa ri- chiesta evangelica è molto semplice per un cristiano credente. Nel primo caso (dei «peccati di sesso», ndr ) è lui stes- so il soggetto implicato, con la sua coscienza, la sua morale e, se voglia- mo, una ristretta cerchia di persone. Nel secondo caso, «frode all’erario» (vedi gli scritti evangelici «date a Cesa- re quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio»), è tutta una società che viene coinvolta in un processo che ci rende colpevoli della povertà di tanti nostri fratelli, re- sponsabilità inaudita. La Chiesa è fraterna, la Chiesa è amore, la Chie- sa è perdono, etc. La Chiesa, come principio fondamentale, dovrebbe insegnare anche la stra- da della rettitudine e non del contagio come spes- so viene ripetuto da tanti cristiani «con i soldi compri anche il Paradi- so». È spiacevolissimo. Giovanni Besana 18/04/2014 Caro Giovanni, grazie del commento. Don Paolo Farinella ha dedica- to pagine illuminanti su questa rivista a quel «da- te a Cesare» (vedi la serie di otto articoli pubblicati da marzo a novembre 2013). La Chiesa nel suo insegnamento non ha mai condonato la frode, anche fiscale, benché senza la forza applicata ad altri peccati. Il Catechismo della Chiesa cattolica, pubblicato nel 1992, non ha un capitolo specifico sul tema, ma usa comun- que parole forti e chiare in due brevi interventi. Nel primo, spiegando il quar- to comandamento «onora il padre e la madre», al numero 2240 è scritto: «La sottomissione all’au- torità e la corresponsabi- lità nel bene comune comportano l’esigenza morale del versamento delle imposte, dell’eserci- zio del diritto di voto, della difesa del paese: Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il ti- more; a chi il rispetto, il rispetto (Rm 13,7 )». Il secondo intervento è nel contesto del settimo comandamento «non ru- bare», al numero 2409: «Ogni modo di prendere e di tenere ingiustamente i beni del prossimo, anche se non è in contrasto con le disposizioni della legge civile, è contrario al setti- mo comandamento. Così, tenere deliberatamente cose avute in prestito o oggetti smarriti; commet- tere frode nel commercio; pagare salari ingiusti; al- zare i prezzi, speculando sull’ignoranza o sul biso- gno altrui. Sono pure mo- ralmente illeciti: la spe- culazione, con la quale si agisce per far artificiosa- mente variare la stima dei beni, in vista di trarne un

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