Missioni Consolata - Luglio 2014

LUGLIO 2014 MC 29 load», sovraccarico informativo) e - allo stesso tempo - un pericolo di superficialità. Mi riferisco in particolare al ruolo assunto e gio- cato dalle reti sociali ( social networks ) come Facebook, Twit- ter, YouTube, etc. Qual è la tua opinione al riguardo? «Credo che i buoni giornalisti con- tinuino ad esserlo anche nell’e- poca dell’informazione digitale. Ciò che invece accade è che i cat- tivi giornalisti hanno oggi più op- portunità di mettersi in mostra e di farlo in maniera più importante. Mi spiego. Davanti a una illazione, un giornalista serio investiga, fa confronti e verifiche prima di lan- ciare la notizia. I mezzi digitali con- sentono di fare informazione in maniera più rapida e profonda. I cattivi giornalisti - che nell’era pre- digitale si affrettavano a raccon- tare la voce senza verificarla - adesso fanno lo stesso però in ma- niera più generalizzata utilizzando le reti sociali. La loro mancanza di professionalità raggiunge un pub- blico ancora più vasto. Io non credo che il problema sia nelle nuove tecnologie, ma piutto- sto nel modo in cui esse vengono utilizzate. Faccio un esempio. In precedenza, per conoscere la storia, si faceva ricorso a una enci- clopedia scritta da un gruppo di persone a cui si credeva. Adesso possiamo cercare in Wikipedia, l’enciclopedia digitale, e avere ver- sioni differenti di quanto acca- duto. Ci sarà chi si accontenterà di quanto racconta l’articolo di Wiki- pedia e non cercherà altre fonti, come quelli che prima leggevano l’enciclopedia e lì si fermavano. Però coloro i quali già prima, oltre all’enciclopedia, andavano a con- sultare altri libri, oggi andranno a cercare i collegamenti verso altre fonti e i rimandi degli articoli per approfondire di più. In definitiva, internet aiuta a es- sere più superficiali coloro che già lo erano. Allo stesso tempo, aiuta chi realmente vuole investigare, approfondire, comprendere. Mai nella storia dell’umanità si è avuta tanta informazione a propria di- sposizione. L’uso che di essa fac- ciamo dipende da ognuno». Nonostante la proliferazione dei mezzi informativi, persiste la ten- denza alla concentrazione dei mezzi più influenti in poche mani (oligopoli). Esiste uno spazio reale per i mezzi di comunicazione al- ternativi? «Come si può parlare di libertà di espressione o di democrazia in America Latina quando nella mag- gioranza dei paesi il 90% dei mezzi di comunicazione appartiene a una fetta minuscola della popola- # A sinistra : Puerto Cabezas, Nicaragua, anno 2011, San- tiago García Gago con una partecipante al laboratorio (organizzato da Analfatéc- nicos ); la donna mostra il manuale scritto da San- tiago. A destra : la copertina del «Manuale per operatori ra- dio senza cognizioni tecni- che», scaricabile dal web. trolli e la tecnologia. La cosa ap- passionante di essa è che ti per- mette di essere molto più creativo rispetto ad altri mezzi di comuni- cazione come la televisione o la carta stampata. In televisione si vede tutto e dunque c’è poco spa- zio per l’immaginazione. Anche la carta ha molto poco margine di manovra. Al contrario la radio possiede qualcosa di magico. Puoi far parlare un cestino della spazzatura per educare alla pulizia delle città. Puoi trasmettere dal vivo facendo partecipare molte persone allo stesso tempo». Nell’epoca di internet e della te- levisione via satellite, gli abitanti dell’America Latina ascoltano an- cora la radio? «Sì, e anche molto. Non fosse al- tro perché ancora oggi, nel conti- nente latinoamericano, l’accesso a internet è un privilegio che ri- guarda soltanto il 30-35% della popolazione. La radio tradizionale è gratuita. Alcune batterie pos- sono durare un anno e consentire alla radio di tenere compagnia per tutto il giorno. A parte il discorso economico, la radio presenta al- cuni vantaggi rispetto agli altri mezzi di comunicazione. In primo luogo, essendo eminentemente locale, può adattarsi alle esigenze delle popolazioni che abitano con- testi differenti e parlano lingue di- verse. Proprio per questo si ascolta molto, principalmente in zone isolate e rurali. Si può dedi- care tempo alle notizie locali, par- lare la lingua del posto, soprat- tutto se le popolazioni sono indi- gene. Al contrario, le televisioni e internet sono pensate più per un pubblico di massa e nazionale. Altro fattore importante è l’ac- cesso al mezzo. Così, ad esempio, mentre è impossibile o molto dif- ficile portare la televisione o inter- net in un autobus (anche quando esista connessione, gli abbona- menti al web sono ancora molto costosi), la radio ti può sempre ac- compagnare». Santiago, proviamo a parlare della qualità dell’informazione. Oggi il pericolo è quello di un ec- cesso di informazione (cono- sciuto come «information over- MC ARTICOLI

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