Missioni Consolata - Luglio 2014

20 MC LUGLIO 2014 la sera, a casa di Barbara, che ci ha invitato per gustare un mera- viglioso rondon , la zuppa di pesce con latte di cocco, manioca, pla- tanos (grosse banane), e il deli- cato frutto dell’albero del pane. Nella stanzetta con le tende rosa e l’albero di natale di plastica sono circondata da figlie e nipo- tine, davanti il piccolo televisore. In quella accanto, minuscola, sono sistemate le amache per tutta la famiglia. Barbara al tempo aveva 11 anni e si ricorda bene di quando furono evacuati in fretta su una nave militare e portati in continente, a Masaya, in una scuola. Al ritorno trova- rono una distesa di fango al posto del villaggio, si affondava fino alle ginocchia. La sua mamma, aiutata dal maggiore dei 9 figli, piantò pali nel fango, vi appoggiò le assi e fece un riparo di foglie. Man- cava tutto, cibo e acqua, poi arri- varono gli aiuti con le navi da San Andrés, isola colombiana non di- stante da Corn, e dagli Usa. Gennaio Lasciamo l’isola in un pomeriggio ventoso, con un mare forte che fa rullare i pescherecci. La sera a Managua andiamo in pizzeria e conosciamo il proprie- tario, un romagnolo che segue con attenzione i dipendenti. Su- bito chiarisce la sua situazione. «In Italia non è possibile lavorare, non ci ritorno più, ho tolto i canali italiani dal mio televisore». Anche lui ha una giovane moglie e una bambina, mentre il figlio del primo matrimonio è arrivato da poco per lavorare nel ristorante. Sono storie comuni in questi paesi, quelle di italiani che, stan- chi di un matrimonio sbagliato, di una moglie anziana e figli esigenti o problematici, si trasferiscono e cambiano vita. Domani andremo verso Nord, a León, l’antica capi- tale rivale di Granada. Claudia Caramanti (fine prima parte, continua) grandi foto di famiglia, nel salot- tino dalle tende di pizzo rosa. I nonni erano arrivati da Puerto Cabeza, un postaccio sulla costa caraibica da dove provengono quasi tutti i poveri abitanti dell’i- sola, in cerca di lavoro. Pochissimi ce la fanno a rimanere, questi in- vece sembrano ben organizzati. Gennaio Yellow tail è un centro diving (im- mersioni) molto spartano, con un comedor che serve gallo pinto e birra e due casette per ospiti, controllate da due grosse oche. La barriera corallina si trova a cento metri dalla riva, e nella la- guna si possono vedere massi di corallo e pesci tropicali. Gli ura- gani ricorrenti devastano anche le barriere e i colori stentano a ri- prendersi. Parleremo della tragedia del 1988 NICARAGUA

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