Missioni Consolata - Giugno 2014

Da Zaire a Congo CRONOSTORIA  1960, 30 GIUGNO. La colonia Congo Belga diventa Congo, nazione indipendente. Ne è presidente Kasavubu, primo ministro Patrice Lumumba e capo di stato maggiore Joseph Désiré Mobutu. L’11 luglio Moise Tshombe di- chiara la secessione del Katanga.  1961, 18 GENNAIO. Assassinio di Lu- mumba. Due anni dopo, le forze delle Nazioni Unite sconfiggono i secessionisti della ricca re- gione del Katanga, che si chiamerà Shaba.  1964, GENNAIO. I guerrieri simba di Mulele occupano il Nordest del paese; fra i militanti c’è Laurent Désiré Kabila. Ma l’avventura falli- sce: Mulele è fucilato e Kabila fugge.  1966, 6 GENNAIO. Deposto con un golpe Kasavubu, Mobutu assume pieni poteri, e nel 1967 instaura un regime a partito unico (Mo- vimento popolare rivoluzionario). Il 30 ottobre 1970 Mobutu, unico candidato in lizza, di- venta presidente.  1971, 21 OTTOBRE. Il Congo diventa Zaire. Sull’onda dell’«autenticità», Mobutu rinnega il proprio nome cristiano, sostituendolo con Sese Seko.  1975-1990. Tempo di corruzione, mentre il presidente dittatore si arricchisce. Sono pure anni di guerra e repressione: nel 1977 scoppia il conflitto dello Shaba, nel quale intervengono Francia e Marocco; nel 1978 un massacro di europei nello Shaba richiama i parà francesi; l’11 maggio 1990 a Lubumbashi cadono de- cine di universitari.  1991, 7 AGOSTO. Mobutu, costretto al mul- tipartitismo, subisce la Conferenza nazionale, presieduta dal vescovo Laurent Monsengwo, deputata a scrivere una nuova Costituzione. Il 2 ottobre Etienne Tshisekedi, capo dell’oppo- sizione, è primo ministro; il giorno 10 viene destituito. Belgi e francesi, vista la resistenza di Mobutu alla democrazia, interrompono (a parole) la cooperazione militare e civile.  1992, 15 AGOSTO. La Conferenza nazionale nomina Tshisekedi primo ministro di un go- verno unitario «ombra». Il 6 dicembre nasce il Consiglio della repubblica, sempre per redi- gere la Costituzione; lo presiede mons. Mon- sengwo. DOSSIER MC MISSIONE ZAIRE/CONGO stesso Mobutu a dire ai militari: «Di soldi per pa- garvi non ce ne sono, trovateveli». Ma cambiando i fattori, il risultato è lo stesso. Ho visto la città di- strutta. I nostri ambasciatori avevano messo a disposizione gli aerei, e chi voleva poteva andare via. Però noi missionari abbiamo deciso di rima- nere. Abbiamo firmato e siamo rimasti per ben due volte. Rimanere: una presenza che conta Mi ricordo che era il ’93 quando c’è stato il secondo saccheggio. L’ambasciatore italiano mi ha detto: «Perché non andate in altri paesi dove lo stato vi aiuta, dove se dovete costruire una scuola vi dà un pezzo di terreno, dove non vi mette delle tasse? Qui non solo non vi aiutano, ma vi rubano e vi saccheg- giano». Io ho risposto: «Guardi, sig. ambasciatore, se fossimo degli impresari come gli altri stranieri che sono andati via, lei avrebbe perfettamente ra- gione, perché non conviene investire in un paese dove non c’è sicurezza. Ma il fatto è che il nostro Capo (e gli facevo il segno in su!) non la pensa così». Dove c’è miseria, sofferenza, difficoltà, guerra, e dove la gente soffre, lì il missionario è presente. E in quegli anni la nostra presenza era proprio «solo presenza». Come missionari non avevamo grosse possibilità, non essendo uno di quegli orga- nismi che possono fare grandi cose perché ricevono sostanziosi aiuti da governi o dall’Onu. Negli anni della guerra, a Kinshasa o nel ’98 quando ero a Do- ruma, quel che contava era la presenza: le persone vedevano che il missionario, il loro sacerdote, il loro prete era in mezzo a loro. Il semplice fatto di non essere scappati, di restare con la gente, dava tanta serenità e coraggio. GIUGNO 2014 MC 39 Da sinistra : padre Rinaldo nei suoi primi anni di Congo; ponte dei tempi coloniali vicino alla missione di Bayenga, sulla strada Kisangani, Wamba, Isiro; mercato a Isiro, capitale dell’Alto Uele.

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