Missioni Consolata - Giugno 2014

MC ARTICOLI GIUGNO 2014 MC 27 Cinese Meridionale dove gli arci- pelaghi delle Paracel e delle Spra- tly sono contesi da ben sette na- zioni (Vietnam, Cina, Taiwan, Fi- lippine, Brunei, Malesia, Indone- sia). Il Mar cinese (sia orientale che meridionale) è considerato una vera e propria autostrada del mare, dove, stando ai dati forniti dalla Casa Bianca, ogni anno pas- sano 5,3 trilioni di tonnellate di merci, di cui il 23% statunitensi. Il sottosuolo dei suoi fondali con- terrebbe 11 miliardi di barili di petrolio (nel mondo si stima ve ne siano un totale di 1,47 trilioni) e 190 trilioni di metri cubi di gas naturale (su un totale mondiale di 6,7 quadrilioni). Numeri impres- sionanti, che fatichiamo a quanti- ficare, ma che danno l’idea della posta in gioco. Le isole Paracel La disputa più incancrenita, ma, almeno sulla carta, anche la più “semplice” da risolvere, perché ha solo due contendenti, è quella dell’arcipelago delle Paracel, di- sputato tra il Vietnam, che lo chiama Hoàng Sa, e la Cina per la quale sono le isole Xisha. Le Paracel sono un gruppo di isole al largo delle coste vietna- mite e a sud di Hainan. Le quin- dici isole principali sono divise in due insiemi: il gruppo Amphitrite a Est ed il gruppo Crescent a Ovest a cui se ne aggiungono al- tre tre più lontane, sebbene fa- centi parte della stessa regione geografica. L’isola più grande, Woody Island, è lunga 1,8 km e larga 1,2. Per secoli, a causa delle loro ri- dotte dimensioni, le Paracel sono sempre state evitate dalle rotte marittime e nessuna delle due nazioni che oggi le contendono ha mai rivendicato alcun diritto di amministrazione. Solo nel 1816 l’imperatore Gia Long, della dinastia vietnamita Nguyen, cominciò a interessar- sene con lo scopo di accaparrarsi le merci delle navi che, malaugu- ratamente, naufragavano sulle loro coste senza, però, stabilire alcuna guarnigione a difesa del territorio. Nel 1902 la dinastia ci- nese Qing cominciò ad accam- pare pretese di sovranità e nel 1974, approfittando degli Accordi di Parigi e dell’imminente caduta del Vietnam del Sud, il cui go- verno controllava le Paracel, Pe- chino occupò le isole stabilendo su Woody Island un avamposto militare e costruendovi anche un aeroporto. A nulla sono valse le proteste di Hanoi per riavere il controllo del- l’arcipelago: i caccia cinesi da Woody Island possono raggiun- gere le coste vietnamite in pochi minuti di volo e dalla postazione militare cinese risulta più facile intercettare ogni tipo di segnale radio. Da parte sua il Vietnam continua a trivellare i fondali marini at- torno all’arcipelago provocando continue ritorsioni della Cina: la PetroVietnam, la compagnia pe- trolifera nazionale, ogni anno estrae da tre giacimenti situati al- l’interno dell’area 24,4 milioni di tonnellate di petrolio, il 26% della produzione totale del Vietnam e negli ultimi anni ha condotto una sessantina di esplorazioni geolo- giche per cercare nuovi depositi offshore . Nel 2011 si è sfiorata la crisi diplomatica quando due navi militari cinesi hanno tranciato i cavi di esplorazione della nave vietnamita Binh Minh. Ma chi subisce maggiormente le conseguenze delle tensioni tra Hanoi e Pechino sono i pescatori. Dal 1999 la Cina ha formalmente proibito la pesca entro le sue ac- que territoriali alle navi straniere, ma la mancata formalizzazione internazionale dello status delle Paracel rende nullo il divieto. Al- meno secondo la tesi vietamita. Dal 2005 la marina militare cinese ha sequestrato 63 pescherecci battenti bandiera di Hanoi con 735 membri d’equipaggio e, per far rispettare il bando, entro il 2015 Pechino vuole pattugliare la zona mettendo a disposizione del comando locale 16 aerei e 350 navi. Le isole Spratly Più complicata è la questione delle isole Spratly. Immaginate di avere un isolotto di 5 kmq (circa 2,5 chilometri di lunghezza per 2 chilometri di larghezza) e di divi- derlo in 750 minuscoli pezzetti sparpagliandoli su un’area di 410.000 chilometri quadrati al largo delle coste del Borneo e delle Filippine. Ecco, queste sono le Spratly. L’isola più grande, Tai- ping, è una striscia di sabbia lunga 1,4 km e larga 400 metri su cui Taiwan ha costruito un aero- porto. I minuscoli affioramenti # A destra : davanti all’ambasciata ci- nese di Hanoi un poliziotto ferma uno studente che protesta; il suo cartello recita: «Spratly e Paracel sono del Vietnam». © AFP / Hoang Dinh Nam

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