Missioni Consolata - Dicembre 2013

può arrivare a coprire fino al dieci per cento del consumo lordo di energia (scenario di “crescita ac- celerata”) o circa il 5% (scenario di “crescita moderata”) al 2020». Il Consorzio italiano biogas stima in un miliardo e mezzo di euro il risparmio che deriverebbe dal non dover comprare gas dall’e- stero e ricorda che l’industria ita- liana del biogas dà attualmente lavoro a circa dodicimila addetti. Sulla carta, quindi, quella delle biomasse è un’opportunità da non perdere per ridurre la dipen- denza italiana dal gas importato, pari a circa settanta miliardi di metri cubi l’anno. La realizza- zione pratica, tuttavia, non si sta svolgendo senza intoppi. Da un fertilizzante. Oltre al metano, il processo di digestione produce anidride carbonica (CO 2 ); questo, tuttavia, non ha effetti sul riscal- damento globale poiché quella quantità di anidride carbonica sa- rebbe stata prodotta comunque dalla biomassa nel suo naturale decomporsi. Secondo il rapporto 2012 della Iea, l’agenzia internazionale per l’energia fondata dall’Organizza- zione per la Cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), i bio- combustibili, fra cui il biogas, rappresentano a livello mondiale circa il dieci per cento della pro- duzione totale di energia. In Italia, secondo il rapporto 2013 dell’Os- servatorio Agroenergia, a fine 2012 erano 850 gli impianti di biogas in funzione, per un fattu- rato complessivo di due miliardi e mezzo di euro e un potenziale di produzione pari a 5,6 miliardi di metri cubi l’anno. L’Osservatorio ha calcolato che «il biometano lato, infatti, ci sono casi di suc- cesso come quello di Bertiolo, in provincia di Udine, dove il biogas è stato ribattezzato il «petrolio verde». L’impianto della Greenway , società che riunisce dieci aziende agricole locali, pro- duce oltre ottomila megawattora di elettricità in dodici mesi e ha creato un giro d’affari di circa un milione di euro all’anno. La filiera corta, cioè basata su operatori che agiscono in un territorio cir- coscritto e in contatto diretto fra loro, è indicata dai produttori come una condizione imprescin- dibile per il successo dell’inizia- tiva: i produttori, infatti, ricavano da circa trecento ettari di coltiva- zioni locali tutta la materia prima Cooperando… # Pagina precedente: si mescola acqua e letame nell’impianto a biogas del villaggio di Ngecha, nel Kimbu, Kenya. | Qui a destra: stu- denti della Kasisi Primary School in Uganda, mettono acqua del digestore dell’impianto a biogas della scuola. | In basso: ragazzi della Familia ya Ufariji al lavoro nel grande orto del centro per ragazzi di strada. https //greenheatug.wordpress.com/2012/ © The Seed 2006

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