Missioni Consolata - Dicembre 2013

SEGNI DI RISURREZIONE Come mostrarla? Attraverso i no- stri atti di trasformazione inte- riore, di cambiamento del cuore, come intendeva fare Gesù: cam- biare il cuore dell’uomo in profondità. Lo dice ancora Paolo nella lettera ai Galati: «Siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri». Li aiuta in que- sto lo Spirito del Signore. «Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è legge» (Gal 5, 13-23). In tal modo il cristiano raggiunge la vera li- bertà e di conseguenza la totale liberazione dal dominio della legge e del proprio egoismo. Sono questi i segni della Risurre- zione che irrompe in noi e nel mondo globalizzato con gesti di liberazione e trasformazione. Ildegarda di Bingen (1098-1179), una mistica tedesca del secolo XII, proclamata da Benedetto XVI Dottore della Chiesa (7 ottobre 2012), preferiva parlare non di croce ma di Risurrezione del Si- gnore, come scoperta, come pri- mavera, come nuova nascita, luce, risveglio, liberazione, come amore, speranza, riconciliazione, dono, fede ( vedi pag. 79 ). VOGLIA DI TENEREZZA Infine, il nostro cristianesimo è sovente accusato o almeno so- spettato d’indottrinamento e di arroganza. In ogni caso la nostra società è profondamente scettica verso ogni certezza di verità. Suc- cede anzi che la verità oggi è quello che ci fanno apparire sullo schermo. L’enciclica Fides et ra- tio del 1998 di Giovanni Paolo II afferma che «Si può definire l’es- sere umano… come colui che cerca la verità» (n. 28). L’oggetto della nostra verità, ossia della nostra fede, non sono le nostre parole o le nostre verità, ma è amare e conoscere Dio, o come diceva Galileo: la scienza insegna come vada il cielo non come si vada in cielo. Noi non possediamo la verità, né la padroneggiamo. Di fronte alla scienza, alla ri- cerca, ma anche di fronte alla fede e alle affermazioni di altre religioni, dobbiamo mantenere una profonda umiltà. Procla- miamo un mistero, il mistero di Dio fatto uomo e non è facile spiegarlo nella sua realtà. Ognuno di noi non possiede tutta la verità; anch’io ho bisogno della verità degli altri. Sono un mendi- cante della verità, come tutti gli uomini di questo mondo. Dob- biamo perciò stare attenti al no- stro facile chiacchiericcio sul Vangelo e sulla fede. Solo così possiamo distruggere le false im- magini di Dio che potremmo es- sere tentati di adorare, e liberarci dalle trappole dell’ideologia e dell’arroganza circa la verità e la nostra fede, altrimenti anche noi rischiamo di cadere nel fonda- mentalismo religioso. È la testimonianza dell’amore vissuto che conquista i cuori e la mente. Tu non credi; non preoc- cuparti, è Dio che crede in te. Non importa quante cose fai, ma quanto amore metti in ogni cosa che fai. «Non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma se siamo stati credibili» (Rosario Levan- tino). Predicazione, catechesi, li- turgie vengono dopo. Lo sottoli- nea papa Francesco: «Non siamo funzionari. Abbiamo tutti bisogno di tenerezza». Voglia di tenerezza è il titolo di un film del 1983 di T. L. Brooks. Giampietro Casiraghi 70 MC DICEMBRE 2013 ITALIA # Voglia di tenerezza. In questo prese- pio preparato in una casa per an- ziani nella città di Brescia, non ci sono pastori, ma sono gli stessi an- ziani (riconoscibilissimi) che vanno incontro al Bambino Gesù.

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