Missioni Consolata - Dicembre 2013

Zé, so che hai rapporti stretti con alcuni esponenti della Teo- logia della liberazione: Marcelo Barros, Carlos Mesters, tra gli altri. Ritieni che si tratti di una corrente ancora espressiva in Brasile? «È vero, ho buone relazioni con gli amici e le amiche della Teologia della liberazione. Credo che essa rappresenti ancora oggi un riferi- mento vivo nella nostra “cammi- nata”. MC ARTICOLI Devo dire però che mi sento an- cora più legato alle piccole prati- che quotidiane realizzate nella base e ai tanti leader popolari che agiscono nell’ombra, lontano dai media. Sono loro che, a mio pa- rere, fanno la differenza. Sono giovani, lavoratrici e lavoratori, che troviamo per le strade, nelle campagne, senza terra, senza tetto e senza molte altre cose, ma pieni di volontà. Finché esisterà una sola persona esclusa, oppressa, la Teologia della liberazione avrà significato e dovrà vivere per annunciare la buona novella della liberazione, che Gesù ci ha dato e che lo Spi- rito rivela ogni momento». Ho avuto l’opportunità di cono- scere personalmente il pro- getto di sviluppo alternativo che porti avanti nella tua terra d’origine, il sertão cearanse. Un progetto basato sulla sensi- bilizzazione, coscientizzazione e lavoro rivolto alla sostenibi- lità economica, socio-ambien- tale e culturale a livello fami- liare e comunitario. Potresti raccontarci la nascita e le fina- lità del progetto? Si tratta di un caso isolato o può funzionare da modello di riferimento nella regione, nello stato del Ceará e in altre zone del Brasile? «L’esperienza che ha portato alla nascita del progetto “Sertão vivo” è il segno più concreto della mia passione artistica, come poeta e musicista, per la camminata del mio popolo. La mia arte sarebbe incompleta se non sapessi creare nella mia famiglia e nella gente della mia regione l’“incanto” per qualcosa di più immediato, più concreto, più vicino alla vita, come la cura della terra, dell’ambiente e dell’essere umano. Ogni mese da Fortaleza, città dove sono emigrato, torno nel sitio Aroeiras, nella casa dei miei geni- tori, per mantenere vivo il legame con la mia famiglia, con gli ante- nati e sensibilizzare la mia comu- nità attraverso le giornate di “Arte e Vita”: seminari sull’alimenta- zione naturale ( na roça e na co- mida sertão vivo commais vida 3 , lo slogan utilizzato per questa giornata) e nuove pratiche agri- cole e di preservazione della na- tura di cui siamo parte – per colti- vare senza bruciare il terreno e DICEMBRE 2013 MC 23 TEMPO DI POESIA «Per questo nostro tempo trafitto dal dolore, segnato dalla guerra, di notti insonni porto inme unameta: la poesia concreta esplicita lucida attraente fatta corpo emancipato nella primavera della vita! Ho qui nel mio petto un progetto: il nostro campo un rifugio da piantare coltivare ricreare e raccogliere, i fiori e i frutti del sogno vivo divenuto alimento cibo per gli sposi e per le feste, con sapore, intenso, d’amore! Metto sulle labbra di questo giorno qualcosa di più. La certezza dell’incontro della comunione, superando l’indifferenza colmando l’assenza, lasciando che succeda la più bella sapienza: stare insieme danzare insieme... La canzone degli intenti delle rime dei riti dei ritmi del bene più grande dell’allegria piena! Il nostro canto!» Zé Vicente*, dicembre 1996 ( inedita ) * Per leggere e ascoltare le poesie di Zé Vicente: www.letras.mus.br.

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