Missioni Consolata - Dicembre 2013

ZAMBIA 20 MC DICEMBRE 2013 N ella regione di Luapula il ministero dell’Agricol- tura e l’Allevamento, supportato dai programmi di cooperazione promossi da Finlandia e Giappone, ha isti- tuito 136 comitati di villaggio per la gestione della pesca. Sono gruppi di volontari, in media otto per ogni comitato, eletti a livello di villaggio, che hanno ricevuto formazioni specifiche e assumono la re- sponsabilità di promuovere il rispetto delle norme della pe- sca attraverso la sensibilizza- zione e il controllo. Fare parte del comitato è vis- suto come un onore, ma non mancano le frustrazioni. Spesso i membri dicono di non avere nessuno strumento per operare, e usare il controllo so- ciale e dare il buon esempio non sono sufficienti. Bisogna promuovere attività alternative per i pescatori, come l’agricoltura e l’alleva- mento, ma il ministero manca dei mezzi. Nelle sensibilizza- zioni si parla anche dell’a- spetto ambientale per pren- dere coscienza di come il lago stia cambiando e del problema dell’Hiv. E.M. INSIEME PER IL LAGO # Sopra: vista del lago Mweru al tramonto. # A fianco: un piatto a base di pesce e pasta di manioca al ristorante. banchi, infatti, si vedono anche ordinati i pesciolini dorati e bian- chi, conservati con delle tecniche tradizionali tipiche degli isolani. «I pesci secchi li preparano gli in- digeni delle isole, è da loro che li compriamo» ricorda Janet. Nel lago Mweru ci sono varie isole flottanti, e sul versante dello Zambia due sono le più estese e abitate da oltre 28.000 persone. Sulle due isole però non c’è alcun tipo di servizio: né scuole, né ospedali, né elettricità. In queste comunità, la piaga dell’Hiv è an- cora preoccupante: l’alta mobilità dei pescatori, le relazioni di po- tere con le commercianti, i flussi transfrontalieri e lo scarso ac- cesso a strutture sanitarie ne fa- voriscono la diffusione, malgrado si possa constatare una generale consapevolezza e informazione sulla malattia. Lungo la strada che costeggia il fiume Luapula si vedono ragaz- zini con pesci in mano che cer- cano di vendere alle rare mac- chine che passano. Chisela ha un sorriso fulminante mentre mo- stra la sua «preda»: è un pesce gatto di oltre quattro chili. Il dot- tor Abila spiega che i pesci nella stagione della pioggia, tra maggio e ottobre, risalgono dal lago il corso del fiume dove si riprodu- cono. «Vedendo pesci di questa taglia è difficile affermare che ci sia un sovra-sfruttamento biolo- gico delle risorse ittiche; è invece più corretto parlare di sovra- sfruttamento economico delle acque dovuto a una crescita spro- porzionata del numero di pesca- tori, barche e reti. Oggi, per darvi un dato chiaro, la resa della pe- sca annuale di un pescatore è di circa la metà di quindici anni fa: si è passati da 1,3 tonnellate a 0,6». Morgan, coordinatore del comi- tato per la gestione della pesca del villaggio di Chitondo lo dice chiaramente: «Mwelu non è più quella miniera d’oro che era in passato; dobbiamo prenderne atto, e comportarci di conse- guenza». Ermina Martini mente prese d’assalto ancora prima di toccare terra. «Siamo troppe commercianti, ormai è di- ventato durissimo ottenere il pe- sce da vendere. È una vera lotta, ogni mattina. Non c’è abbastanza pesce per tutte» spiega Janet, del quartiere di Queens, municipio di Nchelenge. Lei, insieme ad altre donne, fa parte dell’Associazione della Pesca di Luapula. Hanno uno spazio dove fare il mercato, i prezzi sono prestabiliti e la qualità è garantita. Il principale prodotto del lago è la tilapia, la comprano a unità, sei pezzi costano 50 kwacha (la va- luta locale, circa sei euro), e li ri- vendono a 60 kwacha . In media vendono circa sessanta pesci a giornata, per un ricavo totale di 60 kwacha . I prezzi variano in base alla stagione, ma il ricavato è abbastanza costante. Poi c’è il periodo del divieto della pesca, dove è proibito commer- cializzare il pesce fresco. Resta il pesce sotto sale e affumicato che si conserva a lungo. Disposti sui

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