Missioni Consolata - Dicembre 2013

M weru significa «lago» in alcune lingue Bantu, per questo, spesso, quando la gente del posto si rife- risce al lago Mweru, lo chiama semplicemente Mwelu (la pro- nuncia locale sostituisce la r con la l). Da sempre le acque del lago, che fanno parte del bacino del fiume Congo, secondo per portata d’acqua solo al Rio delle Amaz- zoni, hanno costituito un’im- mensa fonte di ricchezza per gli abitanti dei due paesi confinanti: lo Zambia, sull’argine meridionale e la Repubblica Democratica del Congo al Nord. Nonostante la passata gloriosa ricchezza delle acque, oggi pe- scatori, commercianti e contadini fanno tutti la stessa constata- zione: «Nel lago Mweru non ci sono più pesci». La pesca dagli anni Settanta è di- ventata in queste zone un’attività sempre più attrattiva. Essendo li- bera, perché non è richiesta al- cuna licenza, e priva di regola- mentazione, il numero di pesca- tori è cresciuto immensamente e nel 2011 sul lago se ne contavano oltre 22.000. Per contrastare l’im- poverimento delle acque dal 1986 lo Zambia ha attivato un periodo annuale di divieto di pesca, che va dal primo dicembre al primo marzo, per permettere ai pesci di riprodursi. Nel 2011 è stata anche promulgata una legge che istitui- sce il reato della pesca illegale: chi durante il periodo di divieto ZAMBIA Testo e foto di ERMINA MARTINI REPORTAGE DAL LAGO MWERU IL LAGO CHE DÀ VITA Al confine tra Zambia e Congo Rd, il lago Mweru è una risorsa per decine di migliaia di persone. Ma negli ultimi anni i pesci sono diminuti, mentre i pescatori sono aumentati a dismisura. Occorre puntare su attività alternative, come la piscicoltura. Mentre la Cina sta invadendo il mercato di pesce surgelato.

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