Missioni Consolata - Ottobre 2013

Parole di corsa 76 amico OTTOBRE 2013 stata impegnata nella promozione della donna, in visite ai villaggi, ai giovani, e nel cammino di fede dei catecumeni. Nell’89 scoppiò la sanguinosa guerra guidata da Charles Taylor e nell’agosto del 1990 abbiamo dovuto lasciare la missione. Per qualche giorno siamo state rifugiate in Costa D’A- vorio e poi rimpatriate. In quale giorno? Il 15 ago- sto! Come non vedere la mano della nostra Madre Consolata e Consolatrice?! Mentre attendevo che si riaprisse la Liberia, fui chiamata ad aiutare in Kenya. Sarebbe stato per un breve periodo, ma ci rimasi per 16 anni. Il Kenya mi entusiasmò: l’apertura e il desiderio di Dio che i giovani avevavo mi aiutarono a dare tutto quello che potevo. Lavorai nella zona di Meru e in Nairobi con i gruppi laici, le giovani in discernimento vocazionale, i bambini di strada... Dove ti trovi oggi? Italia! Nel 2007 andai a Torino. Dal 2010 sono a Martina Franca. Dopo 26 anni di Africa mi sentivo straniera nella mia patria. Ma io riesco ad adat- tarmi in fretta e non ci volle molto a capire che an- che qui potevo dare il meglio di me stessa. Che lavoro stai svolgendo? L’animazione missionaria fra i giovani, i ragazzi e nelle parrocchie. Collaboro anche col Centro dio- cesano missionario e con Migrantes. Un’altra atti- vità che svolgo è quella con le coppie di sposi che I miei occhi sono ancora pieni di luce quando ri- percorro la «genesi» della mia vocazione. Avevo raggiunto la mia famiglia al mare e al- l’alba contemplavo i riflessi del sole che sorgeva dall’acqua: Dio mi si rivelava con la sua bellezza. Avevo 18 anni e già lavoravo, ma la mia mente cercava di scoprire qual’era la mia missione nella vita. Essendo nata a Dorgali (Nu) il mare mi ha sempre affascinato. Lasciarlo mi sarebbe costato tanto, ma sentivo che dovevo abbandonarmi e solcare quelle acque verso terre lontane dove avrei potuto condividere il poco che avevo e che ero. Perché hai deciso di diventare missionaria e, so- prattutto, perché missionaria della Consolata? La fede che avevo ricevuto avrebbe dato gioia a chi non aveva conosciuto Gesù, soprattutto pen- savo ai tanti bambini e persone bisognose d’aiuto. Non volevo correre il rischio di non essere inviata, perciò la scelta fu di entrare in un istituto missiona- rio. La bellezza e finezza della Consolata mi con- quistò: la missione mi sembrava difficile e io non all’altezza, ma il 15 agosto, festa dell’Assunta, promisi a Maria che sarei stata sua missionaria! Puoi raccontare brevemente la tua missione? Quel 15 agosto si rivelò poi una data significativa nella mia vita. Partii per la mia prima missione in Liberia proprio il 15 agosto 1980. Per 10 anni sono Suor Mariangela Mesina, missionaria della Consolata, originaria di Dorgali (Nu), è stata in Libe- ria e in Kenya per un totale di 26 anni di missione tra la gente, con le donne, con ragazzi e gio- vani. Dal 2007 è in Italia, prima a Torino, ora a Martina Franca, impe- gnata nell’Animazione missionaria. La sua passione per Dio e per le sue creature fà di quest’intervi- sta un’esplosione colorata e vivissima di entusiasmo missionario. Diventare cambiamento © Af MC/L Montanari 2010

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