Missioni Consolata - Ottobre 2013

ecc.), ma altrettanto spesso ammantati di giustifica- zioni etniche, razziali, culturali o pseudo-culturali. La diversità, anzi l’alterità diventa un problema o ad- dirittura una colpa in sé. Il che significa che anche gli attori sociali (inclusi quelli religiosi) si dividono sem- pre più, non solo e non tanto gli uni dagli altri, ma al proprio interno: tra dialoganti e non dialoganti, tra aperti al cambiamento e chiusi a esso, tra coloro che sono disposti a mettersi in discussione, e/o a mettere in discussione la società, e coloro che non ci pensano nemmeno, anche a dispetto dei fatti, dei cambia- menti già avvenuti, di cui non si vuole tenere conto. Tra coloro che sono dunque disposti a misurarsi e a confrontarsi con la diversità e l’alterità, e dunque aperti al dialogo, e coloro che ne negano le basi stesse. Con tutte le forme intermedie che possiamo immaginare. La diffusione della paura nelle nostre società, la sua strumentalizzazione politica, il suo grosso mercato anche economico, sono un segno chiaro che un pezzo significativo della società rifiuta, per definizione, qualunque apertura, per non dire qualunque incon- tro. Per strada, in condominio o in negozio, agli in- croci, ovunque telecamere che registrano i nostri passi e i nostri passaggi. Soggetti pubblici e privati ci spiano e filmano tutti, dappertutto: davanti agli spor- telli bancari, nei supermercati, nei giardini pubblici, nei parcheggi sotterranei e all’aperto, senza sollevare grandi timori fra i cittadini, anzi. FORTRESS EUROPE Questo bisogno di sicurezza si amplifica fino al re- spingimento e spesso rifiuto di accogliere gli immi- grati sul suolo dell’Europa. La firma dell’accordo di Schengen nel 1995 compie due operazioni: abolisce i controlli alle frontiere interne e sposta i controlli alle frontiere esterne. Resta quindi nitida l’immagine di una Fortezza Europa impermeabile dall’esterno, so- prattutto dal continente africano. «Un giorno a Lampedusa e a Zuwarah (città della co- sta libica), a Evros (confine Grecia e Turchia) e a Sa- mos [isola della Grecia], a Las Palmas [Gran Cana- rie] e a Motril [città dell’Andalusia] saranno eretti dei sacrari con i nomi delle vittime di questi anni di repressione della libertà di movimento. E ai nostri ni- poti non potremo neanche dire che non lo sapevamo. Dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell’Europa almeno 18.673 persone. Di cui 2.352 soltanto nel corso del 2011. Il dato è aggiornato al 10 novembre 2012» ( http://fortresseurope.blogspot.it/ ) . OTTOBRE 2013 MC 43 MC EUROPA: NUOVA EVANGELIZZAZIONE © Piergiorgio Pescali © AFMC/S Moreschi

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