Missioni Consolata - Giugno 2013

quello di verificare lo stato della cattedrale che è occupata da un gruppo di sfollati. Le condizioni dell’edificio sono penose e vedre- mo cosa si potrà fare per recupe- rarla», dice mons. Bertin. «Se le i- stituzioni statali sono disponibili nei nostri confronti bisognerà poi vedere che cosa si potrà fare, per- ché anche gli stessi edifici pubbli- ci sono occupati da persone che se ne sono impadronite con la for- za o da sfollati». Nonostante le difficoltà, mons. Bertin non de- morde e conclude: «Intendo tor- nare al più presto per incontrare o il Presidente, o il Primo Ministro oppure il Ministro degli Esteri per continuare questo discorso». (Fides) COLOMBIA MINACCE DI MORTE L a diocesi di Tumaco denuncia che la Comissione per la Pa- storale Sociale è stata dichiarata «obiettivo e nemico militare per- manente» da un movimento che si fa chiamare Grupo Armado Los Rastrojos . Nel comunicato s’infor- ma che sono state minacciate an- che altre 94 organizzazioni sociali che lavorano per i diritti delle per- sone. «Il nostro impegno come Chiesa cattolica, si ispira alla Pa- rola di Dio e al messaggio di Gesù Cristo, quindi, il nostro dovere è stato, è e sarà difendere la vita, contribuire a costruire la pace e denunciare tutte le forme di viola- zione dei diritti umani», dice la nota. Impressionante è il numero degli operatori pastorali uccisi in Colombia dal 1984 ad oggi. Per la precisione, 83 sacerdoti, cinque religiose, tre religiosi, tre semina- risti, un arcivescovo e un vescovo. E a questi dati si possono affian- care anche i 17 vescovi e 52 sacer- doti che hanno subito minacce di morte. (Fides) polazione è di circa 52mila perso- ne ed è di religione indù e buddi- sta. Le comunità vivono in aree i- naccessibili, a 1200 metri di quota, lontane dai centri abitati e dalle vie di comunicazione. La loro prin- cipale fonte di sostentamento è la foresta con i suoi prodotti. (Radio Vaticana) SOMALIA SEGNI POSITIVI «H o trovato segni concreti di speranza anche se le nuo- ve istituzioni statali non sono an- cora in pieno controllo della situa- zione sul terreno» dice mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e Amministratore Apostolico di Mo- gadiscio che è appena tornato da una visita nella capitale somala. «Sono tornato a Mogadiscio dopo sei anni di assenza, - dice il Ve- scovo - da una parte intendevo ve- rificare la situazione umanitaria. In questi anni Caritas Somalia è riuscita a mantenere le sue atti- vità attraverso dei partners locali. Ma l'opera umanitaria è comun- que ardua: nonostante il migliora- mento della situazione, è difficile pensare ad un ritorno a breve de- gli sfollati delle zone rurali, per- ché queste sono ancora in mano agli Shabaab . Un altro scopo era NEPAL UNA LUCE DI SPERANZA «I cattolici hanno acceso una lu- ce di speranza nella nostra vi- ta. Per decenni - racconta Govinda Bahadur leader tribale della Ne- pal Chepang Association (Nca) - noi e i nostri figli abbiamo vissuto al buio, dimenticati da tutti. Era impossibile mandare i nostri figli a scuola. Nel 2011 i cattolici hanno aperto un istituto per la nostra tribù e da allora la nostra esisten- za è cambiata». Fondata il 12 no- vembre 2011, la Navodaya School ospita oggi centinaia di studenti. L'istituto è stato realizzato grazie al contributo di associazioni locali e straniere. Oltre ad educare i bambini, la scuola sostiene le fa- miglie aiutandole nella ricerca del lavoro e sviluppando progetti per piccole aziende agricole. Bhakta Bahadur Chepang, che abita nei pressi della località di Siddhi, ag- giunge che «la comunità spesso non ha cibo, vestiti adeguati, elet- tricità, acqua. Nessuno si è mai curato di noi in questi anni. Solo i cattolici hanno dato un aiuto alla nostra gente». Concentrati nel di- stretto di Chitwan nella regione di Madhyamanchal (Nepal centrale) i Chepang sono uno dei 59 gruppi indigeni presenti in Nepal. La po- La Chiesa nel mondo a cura di Sergio Frassetto MC RUBRICHE # Distretto di Chitwan: la Navodaya School per i bambini chepang. 6 MC GIUGNO 2013

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