Missioni Consolata - Maggio 2013

bombardamento da parte dell’e- sercito nella regione del Cauca. Il capo supremo è oggi il cinquan- taduenne Rodrigo Londoño, detto Timochenko , cui spetta il difficile compito di traghettare fuori dalla clandestinità una compagine in cui fra l’altro esiste un forte scol- lamento fra vertici e retrovie. Secondo padre Fernando Patiño, missionario della Consolata co- lombiano, una delle chiavi di volta per i successi dell’esercito sulle Farc è stata la superiorità tecnologica: «Basta pensare», spiega padre Fernando, «a come hanno catturato el Mono Jojoy, capo militare e secondo nella li- nea di comando delle Farc, tra- dito da un paio di stivali nei quali l’intelligence era riuscita a infi- lare un microchip prima della consegna a Jojoy, individuando così l’esatta posizione Gps del campo nel quale lui si trovava». litica capace di chiudere il con- flitto armato che da oltre mezzo secolo devasta il paese. I rappresentanti delle Farc, dal canto loro, devono fare i conti con l’indebolimento ormai evidente della loro forza militare, che nel corso degli ultimi anni ha visto ridursi il numero dei combattenti dai ventimila delle prime nego- ziazioni con il governo (tardi anni Novanta) ai circa ottomila della fine del secondo mandato del presidente Alvaro Uribe (2010). Sotto la presidenza Uribe, le Farc hanno ricevuto duri colpi dall’e- sercito colombiano e hanno visto decapitata la propria dirigenza. Il 2008 è stata l’anno della scom- parsa, fra gli altri, di Pedro Anto- nio Marín, alias Tirofijo , capo fondatore delle Farc. Se Tirofijo è morto di infarto, il suo succes- sore, noto come Alfonso Cano, è caduto invece in seguito a un Il fantasma del Caguán Le attuali negoziazioni non sono le prime nella storia del conflitto fra governo colombiano e Farc. Il precedente è rappresentato dai colloqui intercorsi fra il 1998 e il 2002 durante la presidenza di Andrés Pastrana. In quell’occa- sione, il presidente decise di smilitarizzare la zona del Caguán e di svolgere lì i colloqui, ma il processo si concluse con un pe- sante fallimento e con un raffor- zamento delle Farc, che approfit- tarono dell’assenza di controllo militare governativo nel Caguán per far entrare grandi quantità di armi. Oggi, però, ci sono diffe- renze rispetto ai primi anni Due- mila, differenze che possono far pensare a una conclusione posi- tiva dei colloqui. Nel settembre 2012, il settimanale colombiano La Semana sintetizzava così que- ste differenze: «Oggi c’è uno stato più forte da un punto di vi- sta sia politico che militare, mentre la guerriglia ha vertici molto indeboliti; c’è una strate- gia chiara per porre fine al con- flitto, strategia che include un pre-accordo e delle regole di fun- zionamento; i colloqui si svol- gono all’estero e non esigono la sospensione immediata delle ostilità; infine, pesano l’influenza del defunto presidente venezue- lano Hugo Chavez e dell’accom- Cooperando… 76 MC MAGGIO 2013 # A sinistra: scritta di pace in una missione. Sotto: sulle monta- gne del Cauca, produzione di oppio (f oto Enzo Baldoni ) nei territori controllati dalla guerriglia.

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