Missioni Consolata - Maggio 2013

P artiamo da Torino l’11 settembre 2012. Siamo in quattro, di età differenti: due ventenni, una qua- rantenne e una sessantenne. Un bel miscuglio e una bella sfida! Dopo aver fatto scalo a Madrid, inseguiamo il sole per 900 km, per tutte le undici ore di viaggio fino all’aeroporto Eldorado di Bogotá, arrivando in una nuova Babele per la varietà dei linea- menti dei volti, del colore della pelle, del taglio degli occhi: una varietà che fa sentire «a casa» chiunque. Una città-mondo che ritroviamo anche all’interno della casa provinciale dei mis- sionari della Consolata, conti- nuamente animata da chi arriva e chi parte. Un porto di mare a quota 2.600 metri. Padre Carlos Olarte ci aiuta a muovere i primi passi in questa metropoli di quasi 10 milioni di abitanti, risolvendoci le prime ed essenziali questioni relative al cambio della moneta, all’attiva- zione delle chiamate internazio- nali dai cellulari, ecc. Con la sua tranquillità ci trasmette serenità e, anche se nessuno di noi cono- sce bene la lingua (o non la co- nosce affatto!), capiamo che la comunicazione è possibile con un po’ di sforzo da entrambe le parti e un po’ di fantasia. Anche il direttore della Casa Provin- ciale, padre Josè Grisales, ci de- COLOMBIA DI STEFANIA BIAGINI VIAGGIO NELL’AMAZZONIA COLOMBIANA, LÀ DOVE IL CACAO FA FATICA A RIMPIAZZARE LA COCA (prima parte) IL LUNGO VIAGGIO VERSO REMOLINO Ogni viaggio è un’op- portunità. Ogni viaggio è una responsabilità. Ogni viaggio implica una «restituzione». Ecco il motivo di que- ste pagine: la restitu- zione, seppur limitata, delle ricchezze viste e ricevute, per farle co- noscere e condividere. Il nostro viaggio è stato caratterizzato da nu- merosi incontri: perso- naggi significativi che con il proprio vissuto ci hanno mostrato un aspetto differente della realtà colombiana. È attraverso di loro che vi racconteremo cosa abbiamo visto. # Cinzia e Stefania in partenza da Bogotà per Florencia con il turboelica dell’Avianca.

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