Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2012

In India circa 44 milioni di bam- bini tra i 5 ed i 14 anni lavorano in condizioni di quasi schiavitù e molti di loro sono impiegati nella produzione di bidi , cioè di siga- rette arrotolate a mano una ad una. Dalle loro testimonianze ri- sulta che essi sono sottoposti a turni di lavoro di 18 ore, in am- bienti pericolosi e sono conti- nuamente a contatto con so- stanze nocive. TABACCO E AMBIENTE Un altro danno, che il fumo di ta- bacco arreca ai paesi in via di sviluppo è quello ambientale, poiché secondo l’Oms circa il 5% per il tabacco fossero invece spesi per il cibo, si potrebbero salvare più di 10 milioni di per- sone dalla malnutrizione. Tra l’altro, le popolazioni dei paesi poveri sono colpite dal fumo di tabacco anche per altri aspetti. Basta pensare che nei principali paesi coltivatori di ta- bacco (Argentina, Brasile, Cina, India, Indonesia, Malawi e Zim- babwe) le percentuali più elevate di lavoro minorile si collocano proprio nelle industrie del ta- bacco. Si stima che i bambini al di sotto dei 14 anni occupati a tempo pieno o parziale in questa produzione siano intorno al 72%. del disboscamento generale è dovuto alla coltivazione del ta- bacco. A tale scopo, il Malawi ha già distrutto un terzo delle sue foreste, mentre la Tanzania ab- batte ogni anno il 12% dei suoi alberi. La deforestazione acce- lera la distruzione del suolo, portando presto alla desertifica- zione, mettendo in crisi le comu- nità che vivono dei prodotti della foresta e mettendo a rischio ol- tre 2 milioni di specie animali. Bisogna inoltre considerare che nelle coltivazioni di tabacco, nel giro di tre mesi si devono ese- guire 16 applicazioni di pesticidi, che provocano l’avvelenamento dei suoli, le intossicazioni acute tra i coltivatori ed aumentano il rischio di nascite di neonati deformi. Inoltre queste sostanze uccidono gli insetti che si nu- trono delle larve di zanzara, fa- vorendo in tal modo l’espansione della malaria. Peraltro l’inquinamento ambien- tale del fumo di tabacco non si ferma certamente alla sua pro- duzione. Basti pensare al fumo passivo, cioè quello espirato. Esso è formato da una compo- nente detta mainstream , cioè fumo inalato ed espirato dal fu- matore e da una detta side- stream , emessa dalla sigaretta. Il fumo di tabacco ambientale è una miscela di circa 4.000 so- stanze chimiche sotto forma di particolato o di gas, in parte pre- senti come tali nel tabacco e in parte frutto delle modificazioni (pirolisi e pirosintesi), dovute alla temperatura raggiunta durante la combustione. Non è inoltre trascurabile l’in- quinamento ambientale rappre- sentato dai mozziconi di siga- retta. Si stima che nel nostro paese, ogni giorno vengano di- spersi 195 milioni di mozziconi, per un totale di 72 miliardi l’anno. Ogni anno complessiva- mente, a livello mondiale, ven- gono gettati 4,5 milioni di mi- liardi di mozziconi, che conten- gono 7.800 tonnellate di agenti AGOSTO-SETTEMBRE 2012 MC 73 MC RUBRICA # A fianco. Honduras, lavoratore in una piantagione di tabacco a 130 Km da Tegucigalpa. # Sotto. Linea di produzione della compagnia franco-britannica Alta- dis, nell’Ovest della Francia. © Frank Perry /AFP

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