Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2012

AGOSTO-SETTEMBRE 2012 MC 19 MC ARTICOLI N UMERI E PAESI LE ROTTE DELLA MIGRAZIONE Nonostante la crisi economica mondiale, la manodopera filippina è ancora molto richiesta. I filippini hanno fama di lavoratori affidabili. E qualcuno ne approfitta. A lmeno 10 milioni di partecipanti fanno dell’emigra- zione filippina la quarta al mondo dopo Cina, Mes- sico e India. Sono 3.000 i cittadini dell’arcipelago che in media ogni giorno lasciano la loro terra e si uni- scono al 10 per cento della popolazione che già vive in ol- tre 200 paesi del mondo (2,8 milioni negli Usa, 1,02 mi- lioni in Arabia Saudita; quasi un milione in Europa, con Italia al primo posto). Sono una «merce» particolare, i sorridenti filippini, ma nei contesti dell'economia glo- bale, sempre «merce», soggetta alle regole degli scambi di beni e servizi e ai fenomeni di illegalità ad essi colle- gati. Inevitabili le ripercussioni della crisi globale e dei nuovi trend economici: le partenze si sono ridotte globalmente del 20 per cento tra il 2008 e il 2010, con un calo del 12 per cento negli Stati Uniti e nei paesi Ue; dato in parte bi- lanciato dalla crescita dell'8% del Medio Oriente, del 28% in Asia e addirittura del 53% in Africa, pur con una cre- scita dell'area «grigia» dell'illegalità. I dati forniti dal Philippine Overseas Employment Admi- nistration (Poea), l'organizzazione ufficiale che si occupa dello screening e della preparazione di chi intende emi- grare per lavoro, indicano che nei primi quattro mesi del 2012 sono state registrate 68.711 nuove richieste di assun- zione, in particolare da Arabia Saudita, Emirati, Kuwait, Hong Kong, Taiwan e Singapore. Nuove rimesse in vista, dunque, uno degli indicatori economici preferiti a Ma- nila, dato che si tratta di denaro che alimenta i consumi interni, essenziali per le caratteristiche dell'economia fi- lippina, poco propensa all' export . Le rimesse sono cresciute da 103 milioni di dollari nel 1975 (quando i migranti ufficiali furono 36mila) ai 17 mi- liardi del 2010, con un'incidenza sul Pil filippino attorno all'11 per cento. Secondo le previsioni della Banca cen- trale, si dovrebbero assestare su 21 miliardi di dollari a fine anno, con una crescita del 5% sul 2011. Per il governatore dell'istituto di credito nazionale, Amando Tetangco Jr., le rimesse non sono destinate a rallentare in tempi prevedibili, al contrario. «Nemmeno la crisi di debito europea o le deboli performance dell'e- conomia Usa potranno influire perché la domanda di fi- lippini resta sostenuta e destinata a durare», dice Te- tangco. Sarà, ma è anche vero che il denaro «facile» che entra nelle casse governative è filtrato da duro lavoro, sfruttamento e sofferenze. Senza dimenticare che, in molti paesi tradizionali riceventi, si vanno alzando bar- riere protezionistiche e xenofobe o si vanno ad attivare programmi (come il «Nitaqat» in Arabia Saudita) di in- centivo ai lavoratori locali affinché prendano il posto de- gli immigrati. Stefano Vecchia

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