Missioni Consolata - Maggio 2011

32 MC MAGGIO 2011 giunti dall’annunzio evangelico o nei quali la chiesa è scarsamente presente, sono tanto ampi da richiedere l’unità di tutte le sue forze... Non possiamo restar- cene tranquilli, pensando ai milioni di nostri fratelli e sorelle, anch’essi redenti dal sangue di Cristo, che vi- vono ignari dell’amore di Dio. Per il singolo credente, come per l’intera chiesa, la causa missionaria deve essere la prima, perché riguarda il destino eterno de- gli uomini e risponde al disegno misterioso e miseri- cordioso di Dio» (cfr RM 86). Guidando la Chiesa nel terzo millennio, papa Wojtyla vuole che essa sia ani- mata dallo «stesso entusiasmo che fu proprio dei cri- stiani della prima ora… Il nostro passo, all’inizio di questo nuovo secolo, deve farsi più spedito nel riper- correre le strade del mondo» ( Novo Millennio Ineunte 58). Egli è convinto che l’attività ad gentes è la cartina al tornasole delle altre due dimensioni missionarie, cura pastorale e nuova evangelizzazione, via obbli- gata per superare i sintomi di crisi che percorre la Chiesa tutta. «La missione specifica ad gentes sem- bra in fase di rallentamento... Difficoltà interne ed esterne hanno indebolito lo slancio della Chiesa verso i non cristiani... La missione rinnova la Chiesa, rinvi- gorisce la fede, dà nuovo entusiasmo e nuove motiva- zioni. La fede si rafforza donandola!» (RM 2). Slogan che è tutto un programma. Il suo entusiasmo missionario lo trasfonde con foga, quasi gridando, come nella Giornata mondiale della gioventù, a Manila nel 1995: «A ciascuno di voi Cristo dice: “Io mando voi... Vi mando nelle vostre famiglie, nelle vostre parrocchie, nei vostri movimenti e asso- ciazioni, nei vostri Paesi, nelle antiche culture e nella civiltà moderna, affinché proclamiate la dignità di ogni essere umano, come è stata rivelata da me, il Fi- glio dell’uomo”» ( vedi riquadro pag. 35 ). La stessa trasfusione di entusiasmo è destinata alle «giovani chiese», per le quali Giovanni Paolo II scrive: «Siete voi, oggi, la speranza di questa nostra Rio de Janeiro 1980, Giovanni Paolo II visita una favela della metropoli brasiliana. Incontro di Giovanni Paolo II con gli indios dell’Amazzonia durante la sua visita in Brasile nel 1980.

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