Missioni Consolata - Febbraio 2011

un libro dal titolo inequivocabile: Let’s go to Burma . Harn Yan- ghwe, figlio del primo presidente della Repubblica Birmana e di- rettore dell’Euro-Burma Office di Bruxelles, interrogato sulla que- stione, ha dichiarato che «i turi- sti che visitano il Paese tramite agenzie di viaggio locali private o hotel non statali, possono essere utili perché interagiscono con la gente; ma quelli che utilizzano agenzie governative o arrivano con pacchetti turistici, general- mente visitano solo monumenti e si godono il sole sulle spiagge. Questo è un turismo di cui bene- ficiano solo i generali ed è que- sto ciò che noi non accettiamo». ANCHE L’OVEST DEVE CAMBIARE Una voce controcorrente pro- viene dalla Chiesa cattolica: l’ar- civescovo di Yangon, mons. Charles Bo, dice che «ufficial- mente siamo contrari all’em- bargo, non solo per il Myanmar, ma per tutti i Paesi. È vero che il boicottaggio colpisce i militari, ma ferisce ancora di più i bir- mani. I generali hanno innume- revoli possibilità per aggirare l’embargo. Sono i semplici citta- dini birmani a non poterlo fare». Mons. Bo si inoltra anche nella delicata questione affrontata da Aung San Suu Kyi a proposito della Cina, avallando la nuova posizione assunta dall’eroina birmana: «Premesso che la si- tuazione in Myanmar cambierà solo dopo la morte dei quattro leader militari, il problema prin- cipale che riscontriamo è che la comunità internazionale, e gli Stati Uniti in modo particolare, continuando a criticare la giunta, la spingono sempre più verso le braccia della Cina. Quindi ecco due chiavi da utilizzare per ri- portare il Paese al dialogo: per prima cosa l’Occidente deve cer- care di influenzare la Cina affin- ché questa induca i militari ad accettare i cambiamenti. Come seconda cosa gli Stati Uniti de- vono smetterla di criticare vio- lentemente il Myanmar e di im- porre l’embargo; dovrebbero, in- vece, cambiare atteggiamento ed essere più aperti verso il Myan- mar». L’amministrazione Obama sem- bra aver capito che questa è la strada da intraprendere. Hillary Clinton si è detta disposta a rive- dere la posizione di Washington sul problema del boicottaggio e a intraprendere un dialogo con la giunta militare. Da parte loro i generali sembrano finalmente disposti ad allentare la presa sul Paese. Le elezioni, seppur falsi- ficate nei loro risultati, e ancor più il rilascio di Aung San Suu Kyi, potrebbero essere le prime pedine mosse sulla scacchiera birmana. Piergiorgio Pescali MYANMAR # Donna con bambino al mercato di Myitkyina. # Ragazza karen, una delle minoranze etniche del Myanmar, che rivendica l’indipendenza.

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