Missioni Consolata - Febbraio 2009

66 MC FEBBRAIO 2009 S ettecento miliardi di euro dall’Unione europea, oltre mille miliardi di dollari dal governo degli Stati Uniti, trentamiliardi dal governo italiano. In pochi giorni sono state reperite risorsegigantescheper far fronteallacrisi finan- ziaria, per salvare le banche e arginare il panico degli inve- stitori. Ma sempre più cittadini si sentono minacciati dalla congiuntura che sta sconquassando il sistema economico mondiale. Hanno paura di essere privati di quei beni su cui si fon- da, secondo le Nazioni Unite, la vera sicurezza umana: il lavoro, la casa, la salute, la pensione. La loro paura cresce nella misura in cui percepiscono che lo stato non interverrà a soccorrerli, le ingenti risorse per i piani di salvataggio esigono, infatti, tagli ad altri capitoli del bilancio pubblico: la sanità, la scuola, la pre- SALVAR Mentre i governi dei paesi ricchi stanz prie banche, e i cittadini/investitori temon nei paesi poveri c’è chi vive la crisi da eri» si aggiungono alla massa. B uenos Aires, 28 dicembre 2008. - Anche in America Latina, i giornali e i canali televisivi non fanno altro che parlare della crisi economica che ha in- vestito il mondo. Quasi tutti e quasi sempre, parlano di essa come fosse un evento naturale, privo di veri re- sponsabili. Sappiamo, invece, che l’economia è una scienza (o, come più plausibile, una non-scienza, cfr. MC dicembre 2008) inventata dall’uomo, che dunque ne è artefice, nel bene e soprattutto nel male. In Argentina, nessuno ha dimenticato la devastan- te crisi che colpì il paese a cavallo del 2001. Fu, quella, una crisi prodotta da scelte economiche as- surde (in primis, quelle imposte dal Fondo moneta- rio internazionale), che si ripercossero pesantemen- te su milioni di argentini. In questi ultimi anni, il pae- se si è rimesso in piedi, crescendo a ritmi cinesi. Ma le cifre economiche nascondono realtà ben diverse. A Buenos Aires, città di stampo e filosofia europea, per le vie del centro ogni sera tornano i «cartone- ros», uomini, donne e bambini che vivono cercando nei sacchi delle immondizie quanto è vendibile, recu- perabile o semplicemente mangiabile. Mentre nel Nord (Tucuman, Oran, Salta, ecc.) la povertà rimane a livelli intollerabili, per un paese che è un grande esportatore di prodotti agroalimentari (dalla carne alla soia). Insomma, oggi tutti parlano di crisi economica, ma moltissimi argentini dalla crisi non sono mai usciti ed ora altrettanti potrebbero tornarci. Davanti a ciò, non è fuorviante parlare soltanto di mutui subprime , di futures , di derivati o di auto che non si vendono più? Abbiamo chiesto a Sabina Siniscalchi - anni di mi- litanza in «Mani Tese», deputata nella precedente le- gislatura, oggi responsabile della Fondazione cultu- rale di «Banca Etica» - di tenere una rubrica in cui si cercherà di spiegare come l’economia e la finanza possano, volendo, essere compatibili con la perso- na. Cercando l’etica in un campo dove, almeno fino ad oggi, è stato piuttosto raro incontrarla. Paolo Moiola persona, economia, finanza di Sabina Siniscalchi CHI

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