Missioni Consolata - Febbraio 2009

30 MC FEBBRAIO 2009 ROMANIA che il rumeno,mentre il vescovo do- po le preghiere si intrattiene con noi, parlando del suo paese e dei rapporti con l’Italia e la chiesa catto- lica. «Sono stato diverse volte in Ita- lia, il vescovo di Cremona è mio caro amico». Poi chiarisce: «Sono un ve- scovo sinceramente ecumenico!». LIPOVENI Joan è un uomo aitante, bello nel- la sua divisa blu di marinaio della ca- pitaneria di porto.Ci offre la sua bar- ca, per fare un giro nei canali, ovvia- mente a pagamento. La guiderà il figlio, che si chiama come lui. Stu- dente in odontoiatria nella lontana città di Arad, dove vivono i parenti della mamma, Joan jr vuole guada- gnare qualcosa durante la stagione estiva.Ci porta in giro nei canali più remoti, ricoperti di ninfee fiorite e bordati da canneti.Ci spingiamo verso la costa del mare, dove vivono numerose colonie di pellicani. Lo spettacolo del volo di grandi stormi è ancora più bello verso il tramonto, quando ritorniamo a Sulina. La mattina seguente lasciamo il canale principale per raggiungere in lancia il cuore del delta, dove pare sia rimasta un’antica foresta di quer- ce e arbusti. Sbarchiamo nei pressi di un villaggio e restiamo in vana at- tesa di unmezzo per spostarci lun- go le polverose piste del delta, fin- ché decido di incamminarmi a piedi tra le case di pescatori, che scopro essere Lipoveni, cioè, gli ortodossi fedeli agli antichi riti, perseguitati sin dal tempo dello zar Pietro il grande. Li avevo incontrati l’anno scorso in Alaska, dove sono noti come old be- lievers (vecchi credenti) e ora li ritro- vo qui, regione altrettanto remota. È domenica. Le donne vestono co- me le contadine rumene, il fazzolet- to sul capo; gli uomini hanno calzoni a sbuffo e tunica allacciata da un cordone, come i personaggi dell’o- pera Kovancina; i carri sono fermi per il riposo dei cavalli, la strada è lunga.Ma ecco un vecchio fuori stra- da, guidato da Claudio che, tutto al- legro, ci fa salire sull’automezzo. Dell’antica foresta rimane qualche vecchia quercia, corrosa e circonda- ta da una boscaglia fatta di arbusti, interessanti perché endemici del delta. Infatti, un gruppetto di visita- tori ci ha appena preceduto, guidato da un professore che ci dà conto delle varie specie botaniche e delle piante medicinali che ricoprono le alte dune di sabbia lungo le coste del Mar Nero.Oggi si tenta di pro- teggere parte della regione del Del- ta, pesantemente sfruttata in epoca comunista e ancora con problemi di inquinamento. È stato un viaggio che mi ha e- mozionata e incantata.Un pae- se che mi incuriosiva, la Roma- nia, per quello che si sente dai me- dia, molto negativo, e per le esperienze, sempre positive, che ho avuto con i rumeni conosciuti a Tori- no. Qui trovo conferma della mia i- dea: sono inmaggioranza persone educate, fiere e laboriose. Purtroppo il viaggio termina con una brutta esperienza.Al momento di consegnare la vettura a nolo, in condizioni perfette, nonmi viene re- stituita la cauzione.Chiedo di parla- re col titolare dell’agenzia e scopro che è un italiano, calabrese.Allora mi indigno, gli dico che mi vergogno per lui, che racconterò, scriverò di questo connazionale trasferito in Romania per insegnare i trucchi ma- lavitosi a questa gente. E allora l’uo- mo cede e mi restituisce il denaro. ■ Nozze in un villaggio della regione del Delta. Bucarest, una donna chiede l’elemosina davanti a un negozio.

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