Missioni Consolata - Febbraio 2002

MISSIONI CONSOLATA 9 FEBBRAIO 2002 Caro Pa.Mo., io non sono andato a New York, non ho il telefonino, non vado al McDonald’s , non bevo coca- cola... ho solo una vecchia macchi- na da scrivere. A Genova buona par- te dei danni sono stati provocati dal sostegno dei pacifisti, tipo Bettazzi (il vescovo Bettazzi, ndr ) e compa- gni. Costoro avrebbero fatto meglio a pregare. Se l’avessero fatto 10 mi- la dei 200 mila presenti a Genova, le cose sarebbero andate diversa- mente. La preghiera, dice la Madon- na, ferma anche le guerre. Ma è più comoda una scampagnata a Genova! Tutte le pagine del vostro artico- lo sono un inno alla violenza contro Bush, Berlusconi e Israele... Voi sì che, con scritti del genere, portate la guerra e non la pace. Giovanni Viotto - Torino Forse risulterà strano... Ma il no- stro redattore non ha il telefonino, non beve coca-cola, non mangia ai McDonald’s . A New York non è stato in vacanza, ma per lavoro. I L CERVELLO ALL ’ AMMASSO R ecentemente Missioni Consolata è stata duramente attaccata da alcuni lettori, mentre altri l’hanno apprezzata. Io apprezzo anche il piz- zico di autoironia con cui il diretto- re risponde ad offese assurde. Noto una grande differenza fra gli accusatori e i sostenitori della rivi- sta: i primi insultano, ricattano e o- stentano scandalo (accusando per- sino Missioni Consolata di avere ab- battuto le Torri Gemelle); i secondi si sforzano di capire, propongono e riflettono sui problemi che la rivista pone. Se Missioni Consolata , per esem- pio, critica una multinazionale con nome e cognome (perché disbosca in modo selvaggio o inquina), non basta dire: «Ragionate da comuni- sti»; bisogna dimostrare che i fatti contestati non sono veri... Se la ri- vista attacca la politica estera degli Stati Uniti (perché, ad esempio, è implicata nella guerra civile del Con- go), non basta dire: «Gli Usa man- dano sacchi di farina, mentre i capi africani pensano solo ad arricchir- si». Il fatto che i presidenti africa- ni siano corrotti scagiona gli Usa dalla loro responsabilità, specie se corruttori e venditori di armi? Un male non ne giustifica un altro. In Italia mi preoccupa «la politi- ca del disprezzo», forte di una mag- gioranza numerica. Mi preoccupa, perché schiavizza milioni di perso- ne, che si sottraggono al dialogo e riportano sempre la voce del padro- ne o fanno la predica. Hanno porta- to il cervello all’ammasso: lo dimo- stra il fatto che qualcuno disdice l’abbonamento alla rivista, rifiutan- do così il confronto con una parola diversa dalla propria. Trovo poi assurdo che si critichi Missioni Consolata , perché non sa- rebbe religiosa e cattolica. La rivi- sta si avvale sempre dei documenti della chiesa, oltre che del vangelo, e soprattutto invita all’attenzione verso tutti i poveri in spirito... È in- vece cattolico don Baget Bozzo, che critica il digiuno per la pace del 14 dicembre, osservato dal papa e da tanti altri? Se «religioso» significa non sco- modare nessuno, dovremmo pren- dere la bibbia e strappare le pagine «non religiose». Alla fine ci trove- remo, forse, solo con la copertina. Ancora una riflessione. Le lette- re a Missioni Consolata sono poche quando la rivista parla dell’«altro mondo» (i 4 quinti dell’umanità), ma ne arrivano tante quando parla dei fatti di casa nostra (guerra in Ko- sovo e Afghanistan, G 8). Mi viene in mente Giovanni Battista, che di- ceva: bisogna che l’interesse per me diminuisca e cresca l’attenzione per l’altro... Giovanni era proprio una vo- ce nel «deserto». E Missioni Consolata anche. Guido Brambilla - Milano Tuttavia Giovanni Battista, il più grande di tutti (cfr. Mt 11, 11 ), con- tinuava la sua missione, e la gente andava da lui, compresi i farisei... La nostra rivista, con semplicità, cerca di fare altrettanto... sperando di non fare la fine del profeta. A Missioni Consolata sono perve- nute numerose lettere anche in altre occasioni. Ad esempio: l’editoriale di luglio-agosto 1985 «Attenti al cane» scatenò quasi... una cagnara. La no- stra tesi era: vi sono uomini che trat- tano i propri simili da cani e i cani da uomini. Comunque, sempre fatti di «casa nostra». Caro signor Guido, anche a lei rac- comandiamo pacatezza e un pizzico di autoironia. L’« UTILE IDIOTA » C aro direttore, mi riferisco al nu- mero di ottobre-novembre della sua rivista. Ritengo patetico il ten- tativo di offrire una versione «cat- tolica» dei fatti di Genova, senza a- nalizzare quanto è avvenuto: la stru- mentalizzazione a fini nazionali (da parte di un abile «politburo») del- le associazioni cattoliche, che han- no svolto il ruolo dell’«utile idiota». L’articolo su «dopo l’11 settem- bre» mi ha disgustata per il tono e per il contenuto: a me pare una sem- plicistica e retorica esibizione dei più tristi luoghi comuni del terzo- mondismo; al di là delle buone in- tenzioni, è pervaso da spirito mani- cheo ed integralista, assai vicino al fondamentalismo islamico. Non credo che, con queste spara- te verbali, si aiuti la gente a pensa- re e capire. Giuliana Piaia - Montebelluna (TV) La signora ha pensato. Forse non ha capito. Succede anche a noi. Il dottor Carlo Bagioli, esperto della lingua swahili e amico di Missioni Consolata.

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