Missioni Consolata - Ottobre 1996

Accanto: una croce, simbolo della presenza della chiesa tra i campesinos di Remolino, e vari cartelli con le promesse mai mantenute dallo stato. In basso: nella piazza di Remolino, monumento alla «Repubblica del Caguan», utopia della guerriglia. Sopra: maglietta della campagna «no alla coca, sì al cacao». Padre Giacinto Franzoi con una parrocchiana. ve e militari . Ma non fu più la stessa vita. Tanto più che, nel frat- tempo, era finito il tempo delle vacche grasse: il valore della co- caina era paurosamente crollato. Metà della popolazione lasciò il paese, più povera di quando vi era arrivata . La gente rimasta si trovò senza soldi e senza viveri, dal momento che aveva abbando- nato ogni altro prodotto di sussistenza, per dare spazio alla coca. •Questa non ha prodotto che orfani, vedove, ladri, perdita di vite e sentimenti - afferma un contadino -. D'improvviso ci scoprim- mo privi di ogni morale e pieni di vizi; senza più amore per la fa- miglia, il lavoro, la terra». P adre Giacinto passò molte notti in bianco, alla ricerca d 'una via d'uscita dalla situazione disperata in cui si trovava oltre un migliaio di famiglie, finché ebbe un «sogno provvidenzia- 10• , come lo definisce egli stesso: sostituire gradualmente la colti- vazione della coca con quella del cacao e caucciù. Abbozzò un progetto e lo presentò alle alte sfere della politica e finanza locale e nazionale, chiedendo il loro appoggio; ma se ne ritornò sempre a mani wote e con la convinzione che non esisteva alcuna vo- lontà di aiutare la gente a fare un cambio dignitoso, ma solo piani di repressione. Continuò nel progetto •<eon le unghie e tanta fed0•, come si e- sprime il missionario, e lanciò una campagna all 'insegna del mot- to: No alla coca, sì al cacao. Scrisse ad amici e organizzazioni ita- liane, presentando la situazione, illustrando il piano e chiedendo aiuto. Al tempo stesso cominciò a spiegare pazientemente il pro- gramma tra le varie comunità di Remolino. «Con un piccolo gruppo di contadini - racconta padre Giacinto - ci siamo distribuiti gli incarichi e insieme abbiamo scelto le rego- le del gioco, studiando il progetto nei minimi particolari. Dall 'Italia ci è giunta la risposta di giovani, comunità parrocchiali , cardinali, centri missionari, Caritas diocesane, fabbriche. Tutti hanno con- tribuito a realizzare un sogno proibito per questa generazione di contadini amazzonici. Contrariamente a quanti amministrano i miliardi come fossero noccioline , noi abbiamo amministrato noc- cioline come fossero miliardi». n 15 agosto 1989 furono consegnati i primi 10 mila alberelli di cacao a 35 famiglie, che si erano impegnate a sostituire 70 et- tari di coca con la nuova coltivazione; l'anno seguente ne aderiro- no altre 65. Oggi sono quasi 400 le famiglie che coltivano oltre mille ettari di cacao e caucciù, riunite in una cooperativa di cocao- teros e caucheros . n sogno di padre Giacinto sta diventando realtà: da un paio d 'anni i contadini vedono realizzarsi le loro spe- ranze, con la raccolta, trasformazione e commercializzazione del cacao e del lattice di gomma (vedi riquadro) . «Abbiamo raggiunto l'ultima fase del progetto: quello della rac- colta - conclude padre Giacinto-. Ma non sono solo frutti del ca- cao e caucciù, ma della vita concreta. Rnalmente cominciamo a vedere qualche risultato a tutti i livelli: abbiamo giovani impegnati, famiglie cristiane più solide, leaders nelle varie comunità della parrocchia e , soprattutto, un futuro più sereno per coloro che hanno accettato la sfida del progette»•. CHOCAGUÀN: QUE SABOR! La campagna «No alla coca, si al cacae»•, iniziata da padre Giacinto Franzoi a Remolino del Caguan nel 1989, ha awto successo: dai primi 70 ettari di terra seminati a cacao è nato il cioccolato «Chocaguan». «Abbiamo cominciato con un mulino artigianale - spiega Ber- ti! Trujillo, braccio destro di padre Giacinto-, ma con tutto l'a- more dei 35 soci. Oggi, con l'acquisto di un mulino a motore, stampi e tostatrice, possiamo produrre fino a 100 chili di gusto- so cioccolato. Ma il sapore più delizioso viene dalla vittoria dei contadini, che hanno scelto di sostituire la coca con il cacao. Nel1996 avremo 100 ettari in produzione. Ci stiamo attrez- zando per modemizzare la fabbrica e soddisfare le richieste di Remolino, delle sue comunità e di altri paesi del Caqueta. E ci troviamo gusto, noi soci e produttori, tanto gusto, già nel pro- cesso di fabbricazione »ripete il signor Berti!. CHOCOLATE PURO CON ALINO «NON DI SOLA COCA» 61 Missioni Consolata - Ottobre '96

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