Missioni Consolata - Ottobre 1996

L'esperienza pilota di padre Giacinto Franzoi a Remolino. E ra il 1965, quando Milciades Hoyos e l'indio coreguaje E- milio, guidati dalle correnti del Caguan, raggiunsero un'am- pia insenatura, sormontata da una riva elevata e boscosa, a un giorno di canoa da Cartagena del Chaira, ultimo avamposto di coloni nel cuore dell 'Amazzonia colombiana. Sembrava un ap- prodo ideale; ma appena s 'addentrarono nell 'ansa, l'imbarcazio- ne sembrava impazzita, in balia di un vorticoso mulinello: da qui il nome «Remolino del Caguan», con cui battezzarono il luogo scel- to per stabilire una nuova frontiera di colonizzazione. Arrivarono altri coloni, fuggiti dalla violenza politica, che flagel- lava la Colombia di quei tempi. Remolino diventò un villaggio tranquillo e pittoresco, rifugio di famiglie disperate in cerca di pa- ce e fortuna . Nel 1977 era già una comunità consistente, tanto da celebrare ufficialmente la data di fondazione , essere annovera- to tra le veredas (comunità rurali) della parrocchia di Cartagena e ricevere regolarmente la visita dei missionari incaricati di accom- pagnarne la crescita della vita cristiana. Ma la pace durò poco. Ben presto le acque del Caguan furono solcate dalle veloci imbarcazioni a motore dei narcotrafficanti, che convinsero i contadini ad abbandonare mais, manioca e banane, per dedicarsi alla più redditizia coltivazione della coca. Un gram- mo di cocaina rendeva più denaro d'un quintale di granturco. Nel giro di due anni (1983-84) Remolino ebbe una popolazione di ol- tre 6 mila abitanti e diventò una città... di baracche. Nello stesso tempo, le Forze armate rivoluzionarie colombiane (Fare) avevano occupato le foreste amazzoniche del Caqueta: Remolino diventò la capitale della «Repubblica del Caguan»: un monumento dorato, in mezzo alla piazza del paese, rappresenta il planisfero della Co- lombia, da cui una donna taglia una fetta di territorio e un bambi- no libera la colomba della libertà. P iù che di repubblica, si trattava di anarchia. Remolino occu- pava le prime pagine dei giornali nazionali: il suo nome era sinonimo di ricchezza, potere e violenza. «Nei negozi si tro- vava di tutto: mitraglie e pistole, generatori elettrici e televisori , gioielli e vestiti all 'ultima moda» racconta padre Giacinto Franzoi , che, dopo aver percorso il Caguan avanti e indietro, si stabilì defi- nitivamente a Remolino, alla fine del1987, e fondò la parrocchia. «Arrivai con una sola valigetta in mano; fui ospitato da varie fa- miglie che mi sfamarono per due anni . Per cappella affittammo una ex discoteca; ma la messa veniva celebrata anche nelle case private, ogniqualvolta una famiglia ne facesse richiesta. I fedeli capirono che non ero li solamente per loro, ma volevo vivere con loro, condivi- dendo tutte le difficoltà della gente>•, continua padre Giacinto. Ma l'anno dopo, il primo luglio 1988, si ebbe un'«invasione mi- litare>•: con un'operazione spettacolare per cielo, terra e acqua, le forze regolari occuparono una fetta del Caguan alla caccia di guer- riglieri e narcotrafficanti. Remolino si trovò tra i fuochi incrociati di guerriglia, esercito e narcotraffico; la gente vide le proprie imbarca- zioni requisite, i campi distrutti ed essa stessa criminalizzata. Padre Giacinto, in quei giorni era a San Vicente per un incon- tro con il vescovo, ritornò precipitosamente in parrocchia, forzan- do la mano ai militari , a suo rischio e pericolo, per stare vicino alla sua gente. <<Se cercate un narcotrafficante, eccomi qui. Se cercate un guerrigliero, eccomi qui; se bisogna condannarli tutti, dovete condannare anche me>• disse il missionario al comandante dell 'o- perazione, che, radunata la gente del paese, minacciava arresti in- discriminati. Padre Giacinto spiegò che la popolazione non aveva alcuna intenzione bellicosa, ma voleva solo vivere in pace; che i problemi di Remolino non si potevano risolvere con azioni militari, ma con interventi dello stato, per rimuovere i giganteschi conflitti sociali, incancreniti da tanti anni di oblio da parte del governo. n comandante ascoltò in silenzio e venne a più miti consigli. Fmito lo stato d'assedio, Remolino riprese a convivere con guerriglieri e narcotrafficanti e le periodiche repressioni governati- 60 «NON DI SOLA COCA» Missioni Consolata- Ottobre '96

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