Missioni Consolata - Ottobre 1996

A raccoglieme l'eredità fu chiamato mons. ANGELo OJNI- BERTI, che continuò con decisione e intelligenza l'opera di evangelizzazione e promozione umana, intensificando, soprattutto, i programmi di alfabetizzazione dei contadini e avvian- do numerose attività a favore degli indios . Oltre a visitarli e assi- sterli regolarmente , diede vita al Centro indigenista (1966), un organismo per promuovere lo studio e conoscenza dei vari gruppi indigeni , difenderne i diritti , favorirne lo sviluppo, salvaguardarne l'identità culturale e, al tempo stesso, aiutarli a inserirsi nella vita nazionale, senza traumi e senza emarginazioni. A tale scopo incoraggiò la fondazione del museo etnografico a Aorencia; avviò vari centri indigeni, con relative scuole bilingui e di addestramento professionale: a Coemani per i huitotos, a Mama Bué per i coreguajes, a Honduras per i cholos . A tali iniziative i missionari risposero con entusiasmo e generosità, fino al sacrificio estremo: nel 1971, mentre tornava dalla comunità indigena di Maticuru, padre Sergio Mossoni perse la vita nelle acque dell 'Orte- guaza, all 'età di 30 anni. Nel 1974 padre Fortunato Reali fu tra- volto dai vortici del fiume Caqueta, mentre stava costruendo il cen- tro di Coemani; aveva 48 anni. Pur essendo una frazione del gregge, «gli indios costituiscono qualcosa di prezioso e peculiare del nostro complesso pastorale - scriveva il vescovo ai missionari in una lettera pastorale - e riman- gono i più dimenticati di tutti , nell 'estrema periferia del mondo de- gli emarginati. Quanto più ci preoccupiamo di loro , tanto più ci di- sponiamo a capire l'essenza della nostra missione evangelizzatrice verso i poveri emarginati, continuando così veramente l'opera di Cristo». A proposito di sfruttamento ed emarginazione, mons. Cuniberti prese posizione di fronte alle autorità governative e amministrative per difendere gli interessi dei contadini; richiamò al ministero della Sanità il dovere di garantire ai malati ospedali , medicine e assisten- za; intervenne presso il ministro della Giustizia in difesa dei carce- rati , spesso costretti a marcire in condizioni disumane e in attesa di processi mai celebrati . Al governo ricordò, soprattutto, che era tempo di assumersi la responsabilità dell 'istruzione, campo in cui la chiesa aveva svolto uno straordinario lavoro di supplenza. Nel1975 il vicariato conse- gnò allo stato 780 scuole, mantenendo la direzione di 15 istituti superiori e 35 scuole riservate agli indios. Nel 1977, dopo 17 anni di indefesso lavoro, mons. Cuniberti Da sinistra: i missionari della Consolata vescovi , succedutisi a Florencia: Antonio T orasso, Angelo Cuniberti e Luis Serna. A destra: padre Fortunato Reali , scomparso nelle acque del fi ume Caquetii. ritenne che il vicariato avesse superpto l'epoca missionaria e rag- giunto la maturità di chiesa locale. «E giunta 1:ora zero- scrisse nel messaggio d 'addio alla chiesa di Aorencia -. E stata accettata lari- nuncia che presentai a suo tempo, con piena libertà, serenamente e sufficientemente giustificata, alla luce della dottrina conciliare ri- guardante il servizio dei vescovi e l'attività missionaria .. . per passa- re il timone in mani colombiane>•. «Un gesto profetico» lo defini padre Augusto Castro, allora superiore dei missionari deUa Conscr lata in Colombia; gesto che riconduce alla vera identità missiona- ria: guidare la chiesa a maturità e affidarla alla responsabilità del personale locale . N e l 1978 il vicariato di Aorencia passò nelle mani di mons. Luls SERNA, missionario della Consolata colom- biano , che ben presto si trovò alla ribalta dell 'opinione pubblica nazionale , tanto da essere definito: «Vescovo della pace>• (Semana , 23-11-1982). Ormai la denuncia dei sanguinosi scontri tra esercito e guerriglia, sequestri di persona, attentati , barbarie d 'ogni gene re e narcotraffico non e ra più sufficiente . n vescovo s 'impegnò subito in una tenace azione di dialogo e mediazione tra i capi delle varie formazioni della guerriglia e le autorità politiche, per coinvolgere governo e ribelli in un processo di soluzioni pacifi- che del conflitto. Con l'appoggio del presidente conservatore Beli- sano Betancur, di cui era delegato personale, ottenne la liberazio- ne di prigionieri d 'entrambi gli schieramenti e amnistie per mi- gliaia di persone decise a deporre le armi; stipulò periodi di «cessa- te il fuoco» e avviò incontri e trattative tra governo e guerriglia; fu chiamato più volte all 'Onu per parlare della situazione colombia- na; collaborò col consiglio dei ministri all 'elaborazione di progetti di riforma nel campo della giustizia e sviluppo economico e socia- le; progetti che vennero approvati dal parlamento, ma scarsamen- te messi in pratica. Pur godendo la piena fiducia delle forze della guerriglia, mons. Serna vide la sua azione frustrata dai militari , che volevano una so- luzione di forza del conflitto e arrivarono ad accusare il vescovo di essere «comunista». n gove rno liberale del presidente Virgilio Bar- co (1986-90) escluse completamente la chiesa da ogni sorta di dialogo; ma mons. Sema continuò ostinatamente a promuovere la pace e riconciliazione. N el 1985 il vicariato di Aorencia fu elevato a diocesi, stac- candone tre quarti del territorio per costituire il vicariato di San Vicente-Puerto Leguizamo. Tale divisione costitui- sce un coronamento del lavoro dei missionari , impegnati nella ma- turazione della chiesa locale, e uno stimolo a intensificare l'evan- gelizzazione in quelle zone che presentano ancora situazioni au- tenticamente missionarie . Il nuovo vicariato, affidato alla cura pastorale di mons. Luls Au- GUSTO CASTRo, anch'egli missionario della Consolata colombia- no, è alle prese con le sfide della guerriglia e narcotraffico, con tut- te le conseguenze sociali, economiche e morali che ne derivano. Numerose iniziative e progetti sono in corso per combattere batta- glie non facili e aiutare la popolazione a progredire verso uno svi- luppo più umano e cristiano, coinvolgendo nuove forze missiona- rie , religiose e laicali. I missionari della Consolata continuano a condividere la vita dei contadini e difendere i diritti degli indios, aiutandoli a recuperare dignità e benessere. B. B. «NON DI SOLA COCA» 55 Missioni Consolata- Ottobre ' 96

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=