Missioni Consolata - Ottobre 1996

lista nell'interpretare le visioni pro- dotte dagli stupefacenti: è lui che stabilisce il dialogo con le forze so- prannaturali, che minacciavano le persone e la comunità. Oggi, però, lo sciamano non esi- ste più. Con la sua scomparsa è ve- nuta meno anche l'assistenza sani- taria tradizionale; sono aumentate le malattie endemiche ed epidemie che colpiscono gli indigeni. Esiste ancora qualche guaritore, autodi- datta, con una certa conoscenza delle erbe medicinali, ma senza il carisma dello sciamano. Anche se la religione tradizionale è in crisi, la venerazione degli spiriti naturali resiste: l'indio che taglia un albero o pesca commette peccat~, se prima non invoca gli spiriti. E grave colpa mancare di rispetto agli anziani e genitori. Invece altre rego- le morali, come la fedeltà coniuga- le, si sono molto allentate rispetto alla rigidità del passato. Il declino della religione tradizio- nale, però, non ha comportato la pe- netrazione della fede cristiana. An- che se quasi tutti gli indigeni sono battezzati, molti non sanno che cosa significhi essere cristiani né, tanto meno, il valore dei sacramenti, ac- cettati spesso per ragioni di oppor- tunità. Difficile, soprattutto, è il per- dono: anche se un indio non con- traccambia un'offesa, non sarà più amico dell'offensore. Per numerosi indigeni battezzati gli spiriti rimangono al centro della loro religiosità. C'è il Grande Spiri- to, creatore e signore della terra, da cui tutto dipende; poi vengono gli spiriti minori, buoni e cattivi, che bi- sogna propiziarsi. Fra i giovani che frequentano studi superiori c' è un rigetto del cri- stianesimo, percepito come un'im- posizione dei preti, visti come ma- nipolatori di coscienze. Ciò non si- gnifica che la stragrande maggio- ranza degli indios non apprezzi il servizio che la chiesa ha prestato e presta a loro favore. Gioventù india Dunque, gli indios sono in muta- mento. Protagonisti (nel bene e nel male) sono i giovani, che stanno ab- bandonando i valori e costumi della propria etnia. Uno dei fattori del cambiamento è dovuto alla «scuola missionaria». Dopo il conflitto colombo-peruvia- no, i missionari cappuccini, per fa- cilitare l'evangelizzazione, bandiro- no l'uso degli idiomi locali. L'inse- gnamento scolastico diede agli indi- geni un'educazione spagnola, che fu in parte responsabile della decul- turazione di alcuni gruppi indigeni. Oggi il fenomeno continua, favo- rito anche dal fatto che molti giova- ni si assentano per mesi dal villag- gio, a causa degli studi secondari o per semplici motivi di evasione dal- le norme morali del gruppo d'ap- partenenza. Il giovane indio è affascinato dal- la società «moderna» e dalle tante «cose» che non trova nella sua co- munità: vuole istruirsi e fare espe- rienze nuove. Chi riesce ad andare in città non torna più indietro, spe- cialmente se si è affermato profes- sionalmente; chi rimane in foresta frequenta le scuole elementari e, nel contempo, è attratto dai guadagni offerti dalla coltivazione della coca. Tuttavia (come fra i coloni) e- mergono controtendenze che fanno ben sperare per il futuro degli indi- geni: vari movimenti stanno lottan- do per il diritto alla differenza, il re- cupero dei valori culturali, l'affer- mazione della propria identità. I successi non mancano. In tale pro- cesso, gli anziani riacquistano ri- spetto e autorità morale nelle comu- nità indigene. Anche la condizione femminile sta cambiando in meglio, grazie alla colonizzazione, alle organizzazioni indigene e alla promozione umana svolta dalla chiesa. Nonostante la mentalità corrente releghi la donna in una posizione di subalternità, es- sa non si fa più dominare tanto fa- cilmente, né dai ragazzi né dai geni- tori, e ha cominciato ad avere un ruolo di maggiore responsabilità nella vita sociale e nella chiesa. «La seconda metà del cielo» vuo- le essere tale anche nell 'Amazzonia colombiana. • «NON DI SOLA COCA» 45 Missioni Consolata- Ottobre ' 96

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=