Missioni Consolata - Ottobre 1996

Una storia di relazioni problematiche con esploratori, sfruttatori e colonizzatori della foresta ha segnato negativamente le etnie indigene dell'Amazzonia. Nonostante 500 anni di dominazione spagnola e colombiana, la cultura indigena del Caqueta è ancora viva e gli indios stanno lentamente recuperando diritti e identità. PAOLO DERIU PASSATO DI SANGUE, PRESENTE A RISCHIO L'universo degli indigeni F in dal 1500 l'Amazzonia co- lombiana fu percorsa da con- quistadores e avventurieri, più in cerca di fortuna che di terre. I «cercatori d'anime», invece, arriva- rono un secolo dopo: i missionari francescani stabilirono i primi con- tatti con le comunità indigene, po- nendo avamposti e favorendo l'u- niformità delle lingue, per facilitare il loro lavoro. Nonostante i buoni propositi, i missionari dovettero riti- rarsi, verso la fine del1700, a causa di alcune ribellioni degli indios. La schiavitù Nella metà del 1800 l'interesse dei bianchi per le foreste vergini del Caqueta e Putumayo fu stimolato dalle possibilità di sfruttamento e- conomico della corteccia di china e, più tardi, del caucciù. Con i coloni, nel 191Oritornarono anche i missio- nari (questa volta i cappuccini), che iniziarono sistematicamente l' evan- gelizzazione della regione. I primi contatti con i bianchi non furono un'esperienza felice per gli indigeni, in particolare per i huitoto, la comunità più numerosa. Costoro conobbero la ferocia della «Casa A- rana», impresa peruviana di cauc- ciù, incaricata dal governo di Lima di sfruttare gli alberi da gomma del Putumayo, nonostante che fosse ter- ritorio colombiano. Nel 1904 i fratelli Arana inviaro- no ad estrarre il lattice numerosi la- voratori delle Isole Barbados, sud- diti britannici. Nella zona vivevano allora circa 50 mila indigeni, divisi in quattro etnie, con origini e costu- mi comuni: huitoto (30 mila), bora, andoke, ocaina e altre etnie meno consistenti. Gli operai degli Arana, frustati, malnutriti e senza medicine, ritorse- ro sugli indios le violenze di cui e- rano oggetto: incendiarono villaggi; distrussero colture, uccisero anzia- ni; mentre uomini, donne e bambi- ni, sradicati dai villaggi, furono co- stretti all'estrazione e al trasporto di lattice con ritmi massacranti. Tra il 1904 e il 1911 gli indigeni vissero gli anni più neri della loro storia: ridotti in schiavitù e sotto il tiro dei fucili degli aguzzini bian- chi; chi si ribellava o disubbidiva veniva frustato fino a scoprire le os- sa, torturato, ucciso. Senza alcuna assistenza medica, gli indigeni era- no falcidiati da infezioni; una volta morti, venivano spesso rosi dai ver- mi a ciel sereno o dati in pasto ai cani dei capi. In una decina d'anni Pagina accanto: mamma e bambino dell'etnia paez.

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