Missioni Consolata - Ottobre 1996

Il paese: troppa violenza «Il passato non è che il prologo del presente», scriveva Shakespea- re. E il passato della Colombia non è che un susseguirsi di sanguinosi conflitti. Basti pensare alle 18 guer- re civili in appena 70 anni di storia (1828 - 1900) o al decennio della «Violencia». Si sa che la violenza genera vio- lenza. Regolamenti di conti tra ban- de, interventi dell'esercito o della polizia, assassini politici, sequestri, si mescolano a tal punto che si per- de di vista il senso delle cose: chi ha ragione? chi ha torto? Il quadro complessivo è impres- sionante. In Colombia lo scorso an- no gli omicidi hanno raggiunto la quota di 31 mila, pari ad un tasso di 85 ogni 100 mila abitanti: la più al- ta percentuale del mondo per un paese non in guerra. Ben 4 volte in più del Brasile, che si trova al se- condo posto in questa poco invidia- bile classifica. Per comprendere l'entità delle cifre, è sufficiente fare un confron- to con il Canada. Qui il tasso di as- sassinio è stato pari a 2,6 omicidi (invece di 85) ogni 100 mila abi- tanti; Toronto ha registrato 55 cri- mini contro gli 8.700 di Bogoti. Non va dimenticato che nel pae- se andino circolano tra i 3 e i 5 mi- lioni di armi leggere illegali. La violenza non è soltanto il pro- blema numero uno della Colombia: essa genera anche un gravissimo problema sanitario. Si pensi che l'ospedale più grande di Bogota, il «San Juan de Dios», dedica più del 65% del suo bilancio a curare trau- mi connessi alla violenza. Uno studio del ministero della sanità ha evidenziato che l'ammon- tare complessivo che gli ospedali spendono per provvedere alle vitti- me di questa «guerra» è equivalen- te all'ammontare necessario per of- frire protezione sanitaria a 4 dei 15 milioni di colombiani privi di assi- stenza. Ma la violenza è solo una parte della storia. Cifre governative indi- cano il tasso di impunità per i cri- mini al 97%. La polizia di Bogota, per esempio, ha arrestato lo scorso anno meno di l 00 persone per più di 3.600 crimini commessi nella città nel1995. E le sorprese non finiscono qui. Le statistiche dicono ancora che soltanto il2% delle morti violente è attribuibile al commercio della dro- ga. L' 80% sarebbe dovuto alla de- linquenza comune (furti e assalti). Infine, almeno il 15% degli omicidi sono da considerarsi delitti politici. La maggior parte di essi sono perpetrati dall'esercito, dalle forze di sicurezza o dai 130 gruppi para- militari (meglio noti come «squa- droni della morte»). Nelle città o- biettivo dichiarato di questi ultimi è la «limpieza social», ottenuta attra-

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