1. SCONFINAMENTI: «Conoscere nuove realtà, aprirsi a chi è diverso» Siamo stati ospiti della parrocchia Maria speranza nostra, conosciuta come La Spera, situata nel quartiere Barriera di Milano, uno dei quartieri più marginali della città dove però abbiamo fin da subito respirato un clima di vitalità e apertura culturale, e in cui abbiamo capito che si cerca di vivere la multietnicità come arricchimento della comunità. 2. SCONFINAMENTI: «Andare verso l’ignoto, forse incontrare dei pericoli: ci vuole coraggio!». «Rottura di un confine stabilito da altri» Siamo stati a Claviere, l’ultimo paese italiano prima del confine con la Francia. Da lì, ogni giorno molti uomini, donne, bambini e bambine migranti rischiano la vita alla ricerca di una dignità e di un futuro migliore verso la Francia, limitati da un confine e da restrizioni che per noi sono inesistenti ma per qualcuno sono barriere concrete e con effetti significativi. Abbiamo fatto tappa a Oulx, dove si trova il rifugio Massi (cfr. articolo a pag. 27), una struttura gestita da volontarie e volontari che accolgono e si prendono cura di quei migranti che provano a sconfinare verso la Francia ma vengono respinti 5. SCONFINAMENTI: «Superare i limiti mentali e imposti dall’esterno» Laddove sentiamo che ci sono una società e delle istituzioni che sembrano enfatizzare i confini già esistenti, nonché costruirne di nuovi, nel tentativo di lasciare fuori chi è diverso, noi abbiamo avuto l’opportunità di conoscere molte persone che, invece, vivono concretamente l’incontro e la contaminazione. Credono, infatti, che la diversità possa essere una ricchezza e, per questo motivo, ogni giorno sconfinano dai limiti predefiniti per dare spazio a chi viene lasciato fuori. Sara Zanatta AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT alla frontiera dalla polizia francese e ritornano stremati e spesso anche feriti. Abbiamo poi visitato il Cam, il polo culturale dei Missionari della Consolata a Torino, dove abbiamo avuto la possibilità di vedere il docufilm The milky way e di raccontare a un piccolo pubblico la nostra esperienza al confine. 3. SCONFINAMENTI: «Andare oltre al normale schema sociale verso nuovi stili di vita, significa essere diversi o strani?» Abbiamo incontrato le volontarie e i volontari dell’Ufficio pastorale migranti: per un pomeriggio ci siamo sperimentati con loro nel programma ApeCare (cfr. MC ottobre 2022, p. 76): un progetto di unità di strada a Porta Palazzo che da un paio d’anni cerca di farsi vicino alle persone che abitano e frequentano il lungo Dora e vivono in situazioni di difficoltà socioeconomica o di tossicodipendenza. È stata un’occasione per ascoltare storie, talvolta di difficoltà, e vedere come, anche attraverso la cura del quartiere e la pulizia delle strade e dei parchi, si creino relazioni con le persone, tanto significative che per qualcuna di loro può essere un’ancora di salvezza. 4. SCONFINAMENTI: «Essere fuori dagli schemi» Siamo stati sulla collina torinese all’Arsenale dell’armonia del Sermig. Lì alcune famiglie e alcuni consacrati hanno scelto di vivere assieme condividendo uno stile di apertura e accoglienza. Ci sono anche persone con disabilità che quotidianamente si prendono cura della terra e lavorano creando cose belle e buone, in un’ottica di inclusione e di attenzione ai tempi e alle capacità di tutti e di ciascuno. DICEMBRE 2023 amico | MC | 73 © AfMC © AfMC © AfMC
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