| MC | DICEMBRE 2023 GUATEMALA © Veronica G.Cardenas - AFP 54 Stati Uniti / Migranti sul confine meridionale PRESSIONE CONTINUA, SOLUZIONI DIFFICILI Nel solo mese di settembre, sul confine sud degli Stati Uniti, sono stati oltre 210mila i migranti senza permesso fermati dalle autorità statunitensi. Per comprendere meglio il dato e avere un termine di paragone: in più di dieci mesi (da gennaio al 9 novembre), gli sbarchi di migranti in Italia sono stati pari a 144.889 persone. Tra quei 210mila si sono contati oltre 50mila venezuelani. In precedenza, questi preferivano trovare riparo nei paesi più vicini (Colombia, Perù, Ecuador, Brasile), anche per evitare il pericoloso attraversamento del Darién. D'altra parte, la fuga dal Venezuela ha assunto connotati biblici: secondo R4V (una piattaforma di coordinamento), sarebbero addirittura 7,7 milioni le persone espatriate (rifugiati, migranti e richiedenti asilo). La condizione dei migranti venezuelani è particolare, a causa della mancanza dal 2019 di relazioni diplomatiche ufficiali tra il governo di Caracas e quello di Washington. Pertanto, mentre gli Stati Uniti possono rimpatriare migranti illegali (300mila tra maggio e ottobre 2023, secondo fonti ufficiali) verso paesi dell’America Centrale e di altre parti del mondo, il Venezuela non accettava deportazioni ufficiali. La situazione è cambiata dallo scorso ottobre, dopo un accordo tra i governi dei due paesi. In base ad esso, il 18 dello stesso mese dal piccolo aeroporto di Harlingen, in Texas, è partito per Caracas un primo aereo con a bordo 131 venezuelani espulsi dagli Stati Uniti. A settembre, per alleggerire la pressione sulle casse delle città che accolgono i migranti (New York, Chicago e Denver, in primis), il presidente Biden aveva offerto lo status di protezione temporanea (Temporary protected status, Tps) a circa 472mila venezuelani negli Stati Uniti, la maggior parte dei quali entrata dal confine meridionale. La mossa consentirà ai venezuelani arrivati prima del 31 luglio di richiedere permessi di lavoro e protezione contro l’espulsione. Peraltro, il governo di Nicolás Maduro rifiuta la definizione di «rifugiati» per i migranti venezuelani, come ha spiegato in una riunione della Unhcr il viceministro Rubén Dario Molina. I venezuelani usciti dal paese lo hanno fatto per cause economiche e queste sono state prodotte dalle oltre 900 misure coercitive unilaterali adottate contro il Venezuela. La questione dei migranti non può essere utilizzata per fini politici e mediatici (Correo del Orinoco, 10 ottobre 2023). Anche le cifre sono molto diverse: secondo il governo latinoamericano, i venezuelani emigrati (per ragioni economiche) sarebbero due milioni e di questi la metà sarebbe già rientrata usufruendo del programma Vuelta a la patria («Ritorno in patria»). Per quanto riguarda gli Usa, nel corso del 2023 sono state anche ampliate le funzioni di una app per cellulari sviluppata dalle autorità della Customs and border protection (Cbp) e denominata «Cbp One» attraverso la quale i migranti senza documenti d’entrata negli Usa possono ottenere informazioni e soprattutto chiedere un appuntamento con le autorità statunitensi presso posti di frontiera prestabiliti sul confine meridionale. Sul sistema sono piovute svariate critiche, non ultima quella secondo la quale gli appuntamenti sono appannaggio di coloro che hanno i telefoni migliori o una connessione adeguata. Al momento la cosa certa è che l’arrivo in massa di migranti dal confine sud del paese sta mettendo in gravi difficoltà Joe Biden, che su questo tema si giocherà la possibile rielezione nel novembre del 2024. Paolo Moiola “ Il governo Maduro, rifiuta il termine di «rifugiati» per i migranti venezuelani.
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