COMUNITÀ DI FAMIGLIE o DICEMBRE 2023 | MC | o 45 Sentirsi a casa «Siamo quattro famiglie - inizia a raccontare Matteo mettendoci di fronte un vassoio con diversi croissant -. Due abitano qui: io ed Eleonora al primo piano con i nostri tre figli; Daniela e Stefano al secondo con i loro quattro. Una abita nella casa accanto, Paolo e Ilaria, con i loro cinque figli. La quarta famiglia vive invece a Savigliano: sono Chiara e Matteo, con i loro quattro figli». «Questa comunità nasce dal fatto che ciascuno di noi ha vissuto l’esperienza che una famiglia non basta a se stessa - spiega Chiara -. Benché noi abitiamo a 5 km di distanza, ci sentiamo comunità con le altre famiglie, ad esempio quando accoLA NEONATA ESPERIENZA DI MARENE (CUNEO) SEGNO DI UNA VITA POSSIBILE È nata un anno fa con l’intento di formare una «famiglia di famiglie». L’esperienza di Marene riunisce quattro nuclei che si sostengono a vicenda nella quotidianità e nella fede, e mettono al centro le relazioni nel desiderio di essere un piccolo seme di Chiesa tra le case. DI LUCA LORUSSO Le quattro famiglie di Marene. Gli adulti della comunità, da sinistra: Stefano Bressi, Chiara Bressi, Eleonora Olivero (accosciata), Matteo Fortina, don Flavio Luciano, vicario per la pastorale della diocesi Cuneo-Fossano (amico della comunità), Paolo Bertola, Matteo Ghiglione, Ilaria Delfino e Daniela Becotto. Arriviamo a Marene, piccolo centro del cuneese di 3.300 anime, alle 9 di un mercoledì mattina. Ai due lati di via Roma ci sono piccoli condomini, ville, cascine storiche, capannoni. Poco più in là, la campagna. Matteo ha preso mezza giornata di ferie per accompagnare Elia al nido per l’inserimento. Approfittiamo di questo «incastro» per conoscere la fraternità di famiglie nata a fine 2022: otto adulti tra i 39 e i 50 anni, sedici figli tra i 18 mesi e i 19 anni. Sopra il citofono della piccola palazzina di due piani una targhetta dice: «Condominio vicino». Nonostante sia autunno, Matteo ci accoglie nel suo alloggio in jeans, maglietta e infradito. Accanto a lui ci sorridono Chiara e Daniela rappresentanti di due delle altre tre famiglie. «Ho lasciato Elia che piangeva», dice, mentre ci fa sedere al tavolo della cucina nel luminoso ambiente che fa anche da soggiorno e ci prepara un caffè. Su una parete campeggia un batik che rappresenta la quotidianità di un villaggio africano. © Comunità di Marene
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