È l’alba del 19 ottobre, quando i nigerini iniziano a interrogarsi su quanto stia succedendo nella capitale, mentre sui social media impazzano le storie più diverse. Un commando avrebbe tentato di far fuggire il presidente Mohamed Bazoum, deposto il 26 luglio scorso da un colpo di stato militare e, da allora, agli arresti nella residenza presidenziale. Ma sarebbero stati scoperti, grazie a elementi fedeli al generale golpista, Abderramane Tchiani (o Tiani), e la fuga sventata. Il risultato concreto sarà l’isolamento totale dell’ex presidente, al quale viene confiscato il telefono (pare strano che non lo abbiano fatto prima), e che viene condotto, sempre in detenzione, ma in un luogo sconosciuto. Allo stesso tempo, c’è un gran movimento di mezzi blindati nel quartiere Tchangareye, dove una villa è circondata e alcune persone arrestate. Sarebbe il covo dei militari secessionisti. In Niger un colpo di stato ha rovesciato il presidente eletto. La giunta militare non è stata riconosciuta a livello internazionale e le sanzioni economiche stanno colpendo la popolazione. Le prossime mosse del nuovo potere sono imprevedibili e il Paese vive una grande incertezza. Ma si inizia a capire chi c’è dientro. Militari poco uniti Al di là della cronaca, poco chiara, questo episodio è il primo tentativo di destabilizzazione della giunta dopo i colpo di stato, e ci dice che all’interno delle forze armate nigerine, ci siano delle divisioni. Un’altra lettura che si fa in questi giorni a Niamey è quella della messa in scena, ovvero del falso rapimento, con il solo scopo di aumentare l’isolamento del presidente. Chi conosce il palazzo presidenziale ci dice che per arri- | MC | DICEMBRE 2023 22 testo e foto di MARCO BELLO NIGER A QUATTRO MESI DAL PUTSCH IL PAESE RESTA NELL’INCERTEZZA Uno strano golpe
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