momento molto intimo, una vera immersione nella realtà dei villaggi (molto diversa dalla patinata Minsk o anche solo dalla vicina Vicebsk), ma soprattutto l’occasione per riabbracciarsi e giocare a freccette. Inizia la scuola La seconda giornata assistiamo alla cerimonia ufficiale di apertura della scuola di Veleshkovichi. È un momento importantissimo e tutti, dai bambini vestiti in modo impeccabile alle maestre affaccendate, fino ai poliziotti, hanno ben chiara la «sacralità» del rito di inizio dell’anno scolastico. Il pensiero corre immediatamente a quanto poca sia l’attenzione che da noi si presta all’istituzione scolastica e al diritto all’istruzione. Li si dà per scontati, mentre non è sempre stato così e il loro valore è inestimabile. Veleshkovichi è un minuscolo raggruppamento di case sull’unica altura dei dintorni, una collinetta alta forse un centinaio di metri. La scuola non è piccolissima ma non ci sono molti ragazzi, i sintomi dello spopolamento delle campagne si colgono chiaramente. La zona è rurale e non certo tra le più ricche del Paese, tuttavia anche qui, nonostante i pochi mezzi a disposizione, l’attenzione nell’accogliere i ragazzi in un ambiente il più gradevole possibile è percepibile. Qui incrociamo Svetlana, la prima maestra che abbiamo conosciuto in Italia come accompagnatrice dei bambini. Svetlana, in forma smagliante, si sta occupando di una classe del primo anno. Ci spostiamo a Liozna per visitare il centro Raduga. Un’eccellenza per l’assistenza dei bambini con disabilità o in «transito» in attesa di famiglia affidataria. Inutile sottolineare l’accoglienza entusiasta di Piotr e Gallia, i direttori del centro. La gioia nel mostrarci quanto fatto e quanto in progetto e la felicità nel rivedere qualcuno dall’Italia. La pandemia e la guerra hanno creato una barriera che pesa tantissimo: siamo i primi, e quasi casuali, membri di un comitato di accoglienza per ragazzi che si rivedono dopo quattro anni. Arriviamo in concomitanza con una festa organizzata in onore di uno sponsor del centro e, sarà per le bolle di sapone che volteggiano, sarà per i fiori presenti ovunque, ma l’aria che si respira è di serena allegria. Anche qui restiamo ammirati dall’ordine e attenzione per i dettagli. Siamo in un bel posto (nonostante tutto). Ci raggiunge la direttrice della gestione dei minori per accompagnarci a visitare la nuovissima casa famiglia realizzata alla periferia di Liozna. Ospiti sei ragazzi in un ambiente molto accogliente. Una vera isola felice e la testimonianza dell’impegno verso chi è in difficoltà. La cena è il momento dei brindisi. Se ne susseguono parecchi, tutti innaffiati abbondantemente con cognac e wodka. La mattina successiva è già ora di rientrare a Minsk dove ci attende l’autobus di linea che ci permetterà di ripercorrere la strada fino Vilnius dove arriviamo verso le 2 di notte stanchi ma con il cuore pieno di gioia. per aver rivisto - anche se per poco - i «nostri» ragazzi che studiano, lavorano, si fidanzano. Insomma, vivono la loro vita nella quale, per un po’, ci siamo stati anche noi. Ezio Cheinasso DICEMBRE 2023 | MC | 21 La Fondazione «Aiutiamoli a vivere» è una fondazione con finalità civiche, di solidarietà e utilità sociale. Le attività di volontariato della fondazione coinvolgono famiglie italiane disponibili ad accogliere un bambino bielorusso per una vacanza terapeutica. Aiutiamoli a vivere è anche Ong. www.aiutiamoliavivere.it.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=