INDIA MADRE TERESA A MOTIJHIL Lo Stato indiano del Bengala occidentale ha consegnato alle Missionarie della carità un terreno della baraccopoli di Motijhil, il luogo in cui nel 1948 iniziò l’opera di Madre Teresa a servizio dei poveri. Madre Teresa, che negli anni quaranta insegnava nel quartiere di Entally, al collegio delle suore di Loreto (congregazione di cui ha fatto parte per 20 anni), si affacciava dalla finestra dell’istituto per osservare le condizioni di vita degli abitanti dello slum di Motijhil. Nel dicembre 1948 si aggirò per la prima volta tra le abitazioni fatiscenti, ma solo in un secondo momento, dopo aver convinto le consorelle e l’arcivescovo di Calcutta, ricevette dalla Santa Sede il permesso di lasciare il convento per mettersi al servizio dei «più poveri tra i poveri». Il 23 aprile scorso le suore hanno festeggiato la notizia alla scuola Nirmal Hriday situata all’interno dello slum di Motijhil. «Settantacinque anni fa Madre Teresa venne qui per iniziare la sua grande opera che ha poi fatto il giro del mondo», ha commentato il parlamentare bengalese Derek O’Biren, che ha aiutato le suore a ottenere il terreno. Gli alunni e i bambini erano accompagnati dalle quattro consorelle che oggi amministrano la scuola, offrendo sostegno scolastico, ma anche corsi di formazione in sartoria alle donne. Nella baraccopoli di Motijhil risiedono 5mila persone: cristiani, musulmani e indù che vivono insieme in armonia. Alcuni residenti più anziani ricordano la presenza di Madre Teresa alla scuola locale. (Asia News) HAITI RAPITI IN CHIESA «Siamo in un processo di distruzione di tutto ciò che ha plasmato la vita del popolo haitiano: convivenza, fiducia, relazioni di buon vicinato. Stiamo perdendo tutto questo. Le persone che andavano in chiesa sapevano che questi erano luoghi più o meno sicuri. Oggi, anche nella chiesa, la gente viene a rapire le persone, il che causa la chiusura di molti templi». «Nella zona di Martissant, nella parrocchia di Santa Bernadette e in altre zone senza legge, è diventato difficile praticare il culto, fare celebrazioni, celebrare l’Eucaristia in pace, con calma», lamenta mons. Pierre Dumas, vescovo di Anse-àVeau e Miragôane. «Quando i fedeli vanno in chiesa, ci deve essere quasi un accordo con le bande per poter partecipare al culto. Questo è disgustoso». «È l’intero paese che sta vivendo questa situazione - sottolinea -, un paese alla deriva, scosso non solo dalla natura sotto forma di diversi terremoti devastanti, ma anche da una decomposizione politica e istituzionale dopo la caduta del regime autocratico dei Duvalier, nel 1986, e dall’indifferenza internazionale. (Sir) Brasile: indigeni venezuelani Giovedì 11 maggio, nella cappella Nostra Signora de Jardim Floresta, situata nell'area in cui operano i Missionari della Consolata, si è svolto il primo incontro di leader indigeni venezuelani immigrati a Roraima. Si è trattato di una giornata di formazione e informazione a cui hanno partecipato 53 persone delle popolazioni indigene Warao, Taurepan, E’ñepa, Kariña e Akawayo. Gli obiettivi dell’incontro erano: informare i leader indigeni a proposito delle aree che lo stato di Roraima metteva a disposizione dei migranti indigeni; far conoscere i risultati del primo incontro nazionale di leader indigeni che si è celebrato a Brasilia nel mese di aprile; continuare nell’assistenza e organizzazione della popolazione indigena migrante in modo da garantire i suoi diritti nel pieno rispetto della legislazione e accordi internazionali. In questa intensa giornata sono stati presentati gli enti pubblici brasiliani che in diversi modi possono sostenere le organizzazioni indigene e si è ribadito che le popolazioni indigene migranti hanno un ruolo di primo piano nell'elaborazione, esecuzione e monitoraggio delle politiche pubbliche. Per questo è sorta la proposta che in ogni paese siano eletti rappresentanti che possano occuparsi di temi legati a giovani, donne, casa, istruzione, salute, assistenza sociale, lavoro imprenditoriale e un consiglio degli anziani. Ogni gruppo etnico, a prescindere dal numero di migranti, eleggerebbe un suo rappresentante e questi riporterà alle rispettive comunità le decisioni che saranno prese su ciascuno di questi temi. I risultati saranno presentati in rete. In questo modo si spera che l’autogestione politica e amministrativa delle comunità possa influire positivamente sulle politiche pubbliche locali. I Missionari della Consolata accompagnano il cammino degli indigeni immigrati nello stato di Roraima assistendoli materialmente, legalmente e spiritualmente. (Imc) LUGLIO 2023 | MC | 9 India: festa a Motijhil per la concessione del terreno della scuola fatta dal governo alle suore di Madre Teresa. Roraima (Brasile): indigeni venezuelani mostrano il certificato di partecipazione al corso «L’educazione indigena come spazio educativo interculturale». Asia News Foto Imc
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