Padre Vaccari è missionario della Consolata, novanta e più anni portati bene, oltre sessanta dei quali trascorsi ininterrottamente in Kenya. I suoi racconti, attraverso un linguaggio fluido con un simpatico intervallare emiliano di tanti «capissi», lasciano un segno di memorie profonde. Umanissime. È originario di Baiso, un paesino del reggiano. Il fascino provato nei confronti dei missionari maturò in lui fin da piccolo, quando, durante la Seconda guerra mondiale, conobbe un sacerdote braccato dai nazifascisti. La sua famiglia lo accolse in casa, nonostante i rischi: «Una grande persona, tormentata dalle mie curiosità di ragazzino vivace». Probabilmente maturò così la sua vocazione, cresciuta tra alti e bassi in un ambiente difficile come quello del seminario negli anni preconciliari. Tutti gli studi furono portati a termine a Torino, nel seminario della casa madre dei Missionari della Consolata. La disciplina era molto rigida. «Avevo un debole per l’informazione sportiva. Capissi. Ma dovevo leggere i giornali di nascosto, perché erano considerati stampa clandestina. Il mio debole per il Bologna rischiai di pagarlo caro. Uscii di nascosto dal seminario per andare allo stadio di Torino a sostenere la mia squadra del cuore. Capissi che poteva saltare tutto». Il tifo acceso per i rossoblu è rimasto. Padre Vaccari si concede ancora oggi un po’ di privacy per vedersi le partite del Bologna alla tv. Non ne perde una. Nel 1959 fu ordinato sacerdote. Finalmente, nei primi anni Sessanta, il Concilio Vaticano II aprì la Chiesa alla società. La promozione umana, valorizzata dalla fase postconciliare, rafforzò la missionarietà: «Puntavo fortissimamente a una destinazione in Africa, peraltro subito accolta. Dopo lo studio dell’inglese, a Londra e successivamente nel Galles, partii in nave da Venezia per il Kenya. Una lunga navigazione. Non si arrivava più». di AUTORI VARI, foto di GIGI ANATALONI KENYA PADRE MINO VACCARI, QUANDO L’AMORE MANTIENE GIOVANI Una lezione di vita Rumuruti, Kenya. La stanza è piccola. Ci sta una branda e poco altro: tanti libri, letti e riletti. È il regno di padre Mino Francesco Vaccari, testimone dell’essenzialità della vita e dello spirito di servizio ai poveri. Accanto, c’è il piccolo studio: una scrivania, altri libri e alcune foto di scene di vita africana. Qui: padre Vaccari paga una lavoratrice saltuaria. | Sopra: la chiesa di Rumuruti. | Pagina seguente: padre Mino Vaccari celebra l’Eucarestia. LUGLIO 2023 | MC | 65
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