umanitaria. Our house si è quindi fatta carico di fornirla. Inoltre, continua a monitorare le violazioni dei diritti umani in collaborazione con altre organizzazioni. Tra queste violazioni, assume un peso sempre maggiore quella del diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare, aggravata da programmi di militarizzazione di ragazzi e giovani. Obiettori incarcerati In Bielorussia gli obiettori di coscienza e i disertori sono perseguitati e incarcerati. Questo ha fatto sì che più di 20mila giovani non abbiano avuto altra scelta se non quella di lasciare il loro Paese e cercare rifugio all’estero. Un tale movimento di massa di obiettori invia un forte messaggio anche alla Russia: la Bielorussia di Lukashenko finora è stata il più solido alleato di Putin, ma il fatto che i suoi cittadini si rifiutino di partecipare alla guerra è un segno che le narrazioni nazionaliste e militariste, in Bielorussia come in Russia, non sono invincibili. Mao Valpiana presidente del Movimento Nonviolento italiano SITI: https://news.house/ https://www.azionenonviolenta.it Qui: altro screenshot dal video di «Atn: notizie dalla Bielorussia e dal mondo». 60 BIELORUSSIA nando la strada lungo la quale si muove la colonna. L’auto deve spostarsi sul ciglio della strada. I combattenti del dipartimento di ingegneria e guerra sul veicolo corazzato leggero Drakon respingono l’attacco. Viene catturato un sabotatore, ma poi viene scoperto un oggetto esplosivo. I militari distruggono il dispositivo con una carica superficiale. Già nel primo giorno del turno militare patriottico, i ragazzi “hanno sentito odore di polvere da sparo” - prosegue Sb news -. Gli studenti erano felicissimi». L’appello all’Ue Alla pubblicazione del rapporto sulla militarizzazione di massa dei minori in Bielorussia, Our house ha affiancato un appello all’Unione europea e alle organizzazioni internazionali per i diritti umani affinché avviino immediatamente una seria campagna contro questa pratica perché, scrive, «se l’Unione europea non compie una serie di passi decisivi, nel giro di 3-5 anni in Bielorussia crescerà un esercito deviato con giovani [...] combattenti professionisti che sanno usare le armi da fuoco, fanatici [...] [dell’]ideologia del “mondo russo”, giovani senza legami sociali e senza famiglia, ma ossessionati dal desiderio di vendetta [...]. La costruzione di muri al confine o altre misure restrittive, come il divieto di rilascio dei visti, non [li] fermeranno [...]. Dobbiamo agire immediatamente». A Vilnius per sostenere i bielorussi L’organizzazione pacifista che inizialmente lavorava in clandestinità a Minsk, ma poi ha dovuto espatriare per sfuggire alla repressione e ora opera in esilio a Vilnius in Lituania, è guidata da una coraggiosa femminista nonviolenta, Olga Karach (intervista a pag. 58). Olga è un’attivista, giornalista e politica bielorussa. È stata lei a fondare Our house nel dicembre 2002: inizialmente era un giornale autoprodotto, stampato in uno dei condomini di via Tereshkova a Vitebsk. Nel 2004 si è trasformato in una campagna per i diritti civili nella città. Mai riconosciuta in Bielorussia, è stata registrata come organizzazione della società civile nel 2014 in Lituania, con il nome di Centro internazionale per le iniziative civili Our house. Dopo le elezioni presidenziali del 2020 in Bielorussia e le successive proteste, e, ancora di più, dall’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, un numero enorme di persone in Bielorussia e Lituania ha avuto bisogno di assistenza “ «Mi ha particolarmente colpito il fatto di aver sparato con una vera pistola». © Screenshot dal video di Atn notizie
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