Missioni Consolata - Luglio 2023

Morti diretti Morti indiretti Totale morti diretti (calcolo indicativo) e indiretti (calcolo indicativo) Yemen 112.092 448.368 560.460 Siria 511.000 2.044.000 2.555.000 Libia 27.361 109.444 136.805 Iraq 275.087- 306.495 1.100.348 – 1.225.980 1.375.435 – 1.532.475 Afghanistan 176.000 704.000 880.000 Pakistan 67.000 268.000 335.000 1.168.540 – 1.199.948 4.203.404 – 4.589.916 5.842.700 – 5.999.740 Forse ha giocato la forza del circolo vizioso di attori menzogneri, o forse la disillusione: nel 2003 la seconda superpotenza mondiale (i pacifisti di tutto il mondo, come citato sopra) non aveva fermato Bush e alleati. Il presidente repubblicano statunitense doveva rispondere solo ai neo-conservatori, ai potentati economici e al suo elettorato indifferente. Dunque non si può fare nulla di efficace per prevenire e fermare le guerre? Lezioni per l’attualità La guerra russo-ucraina poteva essere evitata «ma i piani e le azioni per allargare la Nato fino ai confini russi hanno provocato i timori di Mosca», sottolinea l’appello di 15 statunitensi, ex militari, ex diplomatici, esperti di politica estera e sicurezza, promosso dall’Eisenhower Media Network. Un appello a sostituire l’invio delle armi a Kiev con un vero negoziato senza precondizioni. Di che farne una campagna. Paesi terzi, non schierati, come alcuni paesi africani e il Vaticano, tentano la via del negoziato fra Mosca e Kiev. Ma nel contempo, altri alimentano la guerra. Manca nel mondo un pool negoziale di paesi neutrali o comunque meno allineati e non fautori di guerre negli ultimi decenni. Un gruppo incaricato stabilmente dall’Onu - indipendentemente dai governi del momento - di disinnescare i conflitti prima che scoppino, o di negoziare a danno fatto. Una forza negoziale con la quale i movimenti pacifisti potrebbero agire. In fondo le Nazioni Unite, lo dice la loro Carta, nacquero proprio per questo scopo: «Salvare le future generazioni dal flagello della guerra». Marinella Correggia non solo a ridosso delle bombe. E poi, dicono in tanti, contro i conflitti per ragioni geostrategiche e per le materie prime, bisogna puntare a un modello economico equo ed ecologico. Certamente, «ci salverà il pilota che non volerà» e «ci salverà il soldato che non sparerà» (citando Girotondo di Fabrizio De André). Ma con gli eserciti professionisti dispiegati dall’Occidente non ci sono chance di diserzioni di massa. Diverso è il caso nell’attuale guerra russo-ucraina: non per nulla si moltiplicano gli appelli all’obiezione, alla diserzione e all’accoglienza all’estero dei disertori di entrambe le parti. E le popolazioni? Nel 2003 il popolo della pace fu dovunque, mondiale, visibilissimo, soprattutto nei paesi che andavano a bombardare l’Iraq. Anche nelle altre avventure militari internazionali, dalla guerra del Golfo di trentadue anni fa in poi, le attività dei pacifisti in dissenso rispetto ai loro governi (e anche nei paesi non belligeranti e contrari) coinvolsero minoranze rilevanti. Ma con limiti invalidanti. Troppo poche le azioni dirette nonviolente contro le basi militari. Inutili le presenze, sotto le bombe, di cittadini dei paesi occidentali e arabi: non erano numericamente tali da poter fungere da deterrente o forza disarmata di interposizione. Non abbastanza forti le proposte di eventuali tribunali internazionali. Negli ultimi anni, poi, con la guerra Nato alla Libia, e con la guerra per procura in Siria non si è mosso nessuno o quasi. Perfino rispetto alla guerra saudita in Yemen l’indignazione è stata limitata. Per quale motivo nessuna delle grandi organizzazioni della società civile, né i pacifisti, né gli ecologisti, né i progressisti, né i movimenti per un altro mondo ha fatto nulla? Tabella: il ricercatore Nafeez Ahmed nel 2021 ha calcolato il numero totale di vittime, dirette e indirette, della cosiddetta «Guerra al terrore» avviata nel 2001 da Stati Uniti e alleati; interventi bellici che hanno alimentato il terrorismo. Applicando la metodologia della Dichiarazione di Ginevra, si arriva a una cifra intorno a sei milioni. A questi si aggiungano gli amputati, i feriti, gli impoveriti, gli sfollati e rifugiati altrove. Il calcolo, già stratosferico, non tiene conto delle guerre avviate fra il 1991 e il 2001, né delle molte vittime provocate in Africa dal dilagare di gruppi jihadisti frutto in buona misura della guerra Nato alla Libia. LUGLIO 2023 | MC | o 41 RIFLESSIONI SULLA GUERRA o Fonte: https://bylinetimes.com/2021/09/15/up-to-six-million-people-the-unrecorded-fatalities-of-the-war-on-terror/

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