Missioni Consolata - Luglio 2023

confidente, il cocchiere Krishna, avatar1 di Vishnu. I successivi capitoli vedono dipanarsi le argomentazioni di Krishna che cerca di convincere Arjuna a non sottrarsi al combattimento perché, essendo un soldato, è suo dovere entrare in battaglia. Inoltre, non sarà Arjuna con il suo arco a determinare chi deve vivere o morire, ma Krishna stesso, in quanto manifestazione di un dio. La morte è solo apparente, perché l’anima continua a sopravvivere e, anche se le frecce del guerriero porranno fine alla vita terrena del corpo dei nemici, la loro anima vivrà in eterno. È la devozione di Arjuna verso Krishna che lo salva dalle sue azioni peccaminose. Alla fine, il principe Arjuna chiede a Krishna di manifestarsi nella sua forma divina. Questi lo avverte che «con i tuoi occhi non sei in grado di vedermi in questa Forma universale. Ti darò allora degli occhi divini: ora contempla pure la mia Divina Potenza» (Bhagavad Gita, Capitolo 11, verso 8)2. È in questo contesto che è contenuta la frase che Oppenheimer citò il 16 luglio 1945 durante il primo test nucleare ad Alamogordo, nel Nuovo Messico. Usò la traduzione fatta da Ryder che, per alcuni versi, non coincide con le traduzioni tradizionali. La prima si riferisce allo sbigottimento di Arjuna di fronte alla A lato: operatrici al calutrone - l’apparecchio per separare gli isotopi - nell’ambito del Progetto Manhattan. | A sinistra: Leo Szilard e Albert Einstein parlano della lettera da inviare al presidente Roosevelt (2 agosto 1939). | In basso: rappresentazioni della Bhagavad-Gita: il principe Arjuna e il cocchiere Krishna, avatar di Vishnu. | Qui sotto: Julius Robert Oppenheimer con l’italiano Enrico Fermi (al centro) e William Leonard Lawrence (a destra). © Ed Westcott LUGLIO 2023 | MC | 19 scienziati | Bomba atomica | guerra | etica |

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