Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2023

Le nostre email: redazione@rivistamissioniconsolata.it / mcredazioneweb@gmail.com R R MC a studiare teologia negli Stati Uniti, mentre io andai in Inghilterra. Fummo ordinati sacerdoti lo stesso anno, io il 7/08/1971 e padre Franco il 18/09/1971. Tutti e due fummo destinati al Tanzania. Missione in Tanzania: 1972-1979 Il periodo in Tanzania fu il più intenso. I superiori chiesero a Franco, a me e a padre Virgilio Panero (già in paradiso dal 24/04/2020), di formare un team pastorale nella missione di Wasa, per iniziare un modo diverso di fare missione. Io, ufficialmente, ero il parroco, ma Virgilio e Franco non erano viceparroci, bensì membri del team. Mettevamo tutto in comune: offerte, decisioni, azioni, preghiera. La nostra comunicazione era continua e prendevamo insieme tutte le decisioni. Affrontammo molti problemi, ma sempre con una linea di azione comune. C’era una profonda amicizia tra noi tre. Il fatto che fossimo così bene in armonia fu un’esperienza bellissima, anche se contrasti e problemi con altri non mancavano. Questi contrasti cementarono ancor di più la nostra unione. Da Roma a Londra: 1979-1987 Lasciai il Tanzania nel 1977 e andai a studiare Bibbia a Roma. Franco mi raggiunse nel 1979 e studiò Teologia Morale. Eravamo entrambi destinati a Londra, per cui pianificavamo il futuro assieme. Io andai nel seminario di Teologia di Totteridge, lui invece nella casa provinciale di Camden Town. Ogni volta che mi era possibile, ci trovavamo. Franco divenne Vicesuperiore del gruppo e io consigliere. Ci consultavamo e aiutavamo in vari modi. Poi le nostre strade si separarono. Franco andò in Casa Madre a Torino e si fermò lì per servire come cappellano all’Ospedale Koelliker e aiutare i confratelli a sbrigare le pratiche per i loro documenti anagrafici, mentre io andai in Israele, in Etiopia e in Kenya. Torino: 1987-2022 Ci siamo trovati molte volte a Torino, quando io ci andavo per vacanze e/o cure mediche. Franco mi ha sempre accolto con grande gioia. L’anno scorso abbiamo celebrato assieme 50 anni di sacerdozio. Spesso abbiamo camminato assieme fino al Santuario della Consolata. Ora il Signore ha preso Franco con sé. Il giorno in cui ricevetti la terribile notizia della sua morte, avevo meditato su questo tratto del Vangelo di Luca: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!» (Lc 12,35). Questo brano del Vangelo si applica molto bene a Franco. Quel mattino si stava preparando per andare a servire il Signore celebrando la santa messa per i malati all’ospedale. Il Signore lo ha chiamato a sé improvvisamente. Adesso è il Signore a servire Franco. Mi piace immaginare la scena in cui Gesù gli dice: «Vieni, Franco. Siediti qui nel posto di onore. Ti preparo una pizza che è formidabile. Avrai del salame buonissimo, come quello dei Panero. Beviti un bel bicchiere di Bonarda. Gustati un tiramisù favoloso. Te lo sei meritato!». Arrivederci, Franco. Arrivederci, Virgilio. Un giorno, presto, staremo tutti assieme. padre Ottone Cantore Allamano House, Nairobi, 11/11/2022 7 gennaio-febbraio 2023 MC UN GRANDE AMICO: PADRE FRANCO BERTOLO Il 16 ottobre 2022 è morto, improvvisamente, a Torino, nella Casa Madre dei Missionari della Consolata, padre Franco Bertolo, legato a me da profonda e lunghissima amicizia. Pur nel profondo dolore, voglio ricordarne alcuni momenti. Anni di formazione 1961-1966 Frequentammo assieme il liceo classico presso il seminario della Consolata di Varallo Sesia (Vc). Franco ed io facevamo l’articolo «il», in quanto lui era basso di statura e io alto. Uno degli aspetti che ci univa era il fatto che entrambi non amavamo giocare al pallone. C’erano i due capitani che sceglievano le due squadre. Io ero sempre l’ultimo ad essere scelto, Franco il penultimo. Ci mettevamo in un angolo del campo a chiacchierare e, quando il pallone si avvicinava, gridavamo e facevamo finta di giocare. Qualche volta, quando c’era la possibilità di scegliere tra «pallone» e «passeggio», cercavamo di gridare forte per ottenere di andare a passeggio. Raramente riuscivamo ad averla vinta. Dopo l’anno di noviziato che io feci a Bedizzole (Bs), mentre Franco lo fece alla Certosa di Pesio (Cn), trascorremmo un anno assieme a Rosignano Monferrato (Al) per lo studio della filosofia. Dopo ci separammo. Franco andò

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