Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2023

particolare con la coordinatrice Asia di quel periodo. Quindi abbiamo iniziato formalmente Talitha Kum Giappone, iniziativa di quattro suore. In Giappone Talitha Kum si focalizza sul lavoro sfruttato (e sottopagato)». Quali erano i problemi che affrontavate in Giappone? «Il lavoro con i migranti è vasto, e affronta molte tematiche. Ad esempio i rifugiati, la violenza domestica e gli abusi, le vittime migranti provenienti da diversi paesi. Abbiamo scoperto un grande fenomeno di traffico in Giappone. È in crescita lo sfruttamento in ambito lavorativo. Sfruttamento sessuale, specialmente per le donne migranti, in particolare dalle Filippine. Anche per questo abbiamo deciso di organizzare una rete Talitha Kum a livello giapponese. Quindi, inizialmente ci siamo concentrate a fare rete con i paesi di provenienza delle migranti e con il Giappone, che è la principale destinazione migratoria dell’area. Quindi “fare rete” è stato molto importante per noi. Ad esempio ci siamo connesse con alcune sorelle nelle Filippine, per affrontare insieme il traffico di persone tra quel paese e il Giappone. Lo stesso abbiamo fatto per un canale di traffico dalla Cambogia e dalla Thailandia. Grazie a Talitha Kum è stato più facile per noi metterci in rete e collaborare». Ci può fare qualche esempio concreto di intervento? «Avevamo alcune vittime delle Filippine, che è il paese principale di origine del traffico. Il collegamento tra le sorelle nelle Filippine e noi in Giappone ci ha permesso di identificare le vittime e intervenire. Abbiamo verificato chi erano quelle persone, e di cosa avevano bisogno. Siamo state in grado di isolare i trafficanti, e siamo riuscite ad aiutare quelle donne a tornare nelle Filippine con dignità. Erano state ingannate, con la promessa di arrivare in Giappone e avere un lavoro dignitoso, invece sono state sfruttate, sono state messe a lavorare molte ore al giorno, per di più sottopagate. È successo lo stesso anche con delle vietnamite che erano state portate in Giappone con la promessa di un lavoro in una fabbrica della carta, ma in realtà erano state messe in un’industria della pesca, a lavorare con orari eccessivi e paga ridotta. Sono state abusate fisicamente, verbalmente e sfruttate». Come arrivano i casi di violazioni da voi? «Molte volte veniamo a conoscenza delle violazioni solo quando sono già in corso. I casi arrivano in modo spontaneo. I nostri gruppi vengono a conoscenza dei casi, oppure le denunce arrivano attraverso una linea telefonica dedicata, o i social media e il sito web. Ma anche le parrocchie, oppure altre Ong con le quali siamo in rete, ci avvisano o mandano i casi. Una volta ricevute le segnalazioni, cerchiamo di prenderci cura delle vittime. Anche per la protezione, offriamo dei luoghi dove stare, assistenza di gennaio-febbraio 2023 39 Qui: suor Abby Avelino, la nuova coordinatrice internazionale di Talitha Kum. © Stefano del Pozzolo Un mondo senza tratta MC

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