Missioni Consolata - Dicembre 2022

maggiormente a contatto con l’habitat di altre specie. Questo può comportare maggiori casi di predazione, competizione e parassitismo. In pratica le sottopopolazioni di una specie dislocate in aree distanziate tra loro e con scarsa o nulla possibilità di contatto sono maggiormente a rischio di estinzione, perché il distanziamento tra le diverse aree impedisce di fatto la ricolonizzazione laddove la popolazione si sia estinta per qualsivoglia motivo. leopardo, con la suddivisione della popolazione di una specie in sottopopolazioni scarsamente in contatto tra loro. Queste ultime sono meno consistenti numericamente rispetto alla popolazione originale e più vulnerabili alle fluttuazioni climatiche, alle possibili epidemie, al deterioramento genetico dovuto a endogamia, cioè all’incrocio tra individui consanguinei, e ai fattori di disturbo antropico. Inoltre, in presenza di frammentazione, l’habitat di una specie è all’occupazione e allo sfruttamento del suolo, molto spesso gli habitat naturali vengono frammentati, cioè suddivisi in sottoaree tra loro parzialmente connesse o totalmente isolate. Questo può essere dovuto alla costruzione di barriere artificiali come strade, impianti sciistici, linee elettriche o ferroviarie, canali artificiali, ecc., che impediscono la libera circolazione degli animali nel loro areale di distribuzione. Vengono così a formarsi sottoaree a macchia di 62 dicembre 2022 MC Biodiversità e zoonosi La diffusione della zecca nostra madre terra La malattia di Lyme o borrelliosi è una malattia diffusa in Nord America, Europa e Asia e trasmessa dalle punture delle zecche del genere Ixodes. Questa malattia presenta alcuni sintomi tipici come eritema migrante, febbre, mal di testa, debolezza e affaticamento ma, se non si interviene precocemente con una cura antibiotica, l’infezione può diffondersi andando a interessare articolazioni, cuore, muscoli, reni, fegato, cute, sistema nervoso centrale (causando in questo caso encefalite o mielite). Il suo agente eziologico è un batterio, la Borrelia burgdorferi, che ha come vettore la zecca, ma presenta diversi ospiti tra i vertebrati soprattutto mammiferi, alcuni dei quali risultano essere serbatoi altamente competenti, cioè capaci di ospitare e di trasmettere il batterio molto meglio di altri. Tra questi ultimi vi sono il peromisco dai piedi bianchi, una varietà di topo diffusa nel continente americano dal Canada fino al Nicaragua e il toporagno, specie assai diffusa anche da noi nelle aree verdi, soprattutto nei parchi e nei boschi. Le zecche non trasmettono l’infezione alla prole, ma si contaminano infestando un ospite infetto, mentre ne succhiano il sangue che serve loro per completare le tre fasi del loro ciclo vitale (larva, ninfa, adulto) e per riprodursi. Le zecche adulte passano l’inverno ben rigonfie di sangue e in primavera depongono le uova, da cui a metà estate nascono le larve. Poiché necessitano di pasti a base di sangue ma hanno scarsa mobilità, questi aracnidi devono mettersi in posizione ottimale, per esempio sulla cima di un filo d’erba, per attaccarsi a un ospite vertebrato di passaggio. Date le loro piccole dimensioni, peromischi e toporagni sono gli ospiti ottimali delle larve di zecca e, se sono infettati dalla Borrellia, passano loro agevolmente il batterio; le zecche lo trasmetteranno poi ad altri ospiti con le loro punture. Peraltro la varietà degli ospiti delle zecche è elevatissima, potendo comprendere animali di svariate dimensioni come scoiattoli, opossum, conigli selvatici, volpi, cervi, cinghiali e, occasionalmente, l’uomo. Non tutti questi però si rivelano dei serbatoi altamente competenti come i topi e i toporagni. L’essere umano, ad esempio, non lo è in alcun modo, quindi non trasmette la malattia ad altre persone. Gli studiosi hanno osservato che la diffusione delle zecche è particolarmente alta dopo le annate ricche di ghiande delle querce, frutti di cui sono particolarmente ghiotti i peromischi e i toporagni, che hanno elevatissimi tassi di riproduzione e ciascuno dei quali può arrivare a ospitare fino a una settantina di larve di zecca, che allo stadio adulto infestano solitamente animali di grossa taglia, come i cervi, utilizzati come supporto per la riproduzione. Si è osservato che è più facile essere punti da una zecca in un parco o piccolo boschetto, dove la fauna è rappresentata da poche specie e quindi i peromischi e i toporagni hanno pochi predatori, piuttosto che in un grande bosco ricco di specie come scoiattoli, opossum, falchi, furetti e gufi, che ne limitano la presenza. Questo dimostra come la biodiversità sia indispensabile per il controllo delle zoonosi. RNT © Erik Karits - Pixabay

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