25 dicembre 2022 MC MOSCA SOFFRE (MA NON PIANGE) RUSSIA MC A guerra, inviti all’arruolamento volontario (e non), esortazioni a non abbandonare il proprio paese (e Putin) nell’ora del bisogno, a combattere i neonazisti (alias gli ucraini). La stessa parola «guerra» è stata sdoganata, oltre che da molti politici, anche tra la gente di strada dopo che per mesi era stata abolita dal vocabolario a favore di una indefinita e più neutra «operazione speciale». Mosca non è alle strette, come spesso si vuole far intendere nei talk show televisivi nostrani: l’economia del paese, dopo aver subito il colpo delle sanzioni con stime di una preoccupante recessione, ha reagito con una contrazione inferiore alle prime aspettative. Di fronte a una diminuzione del Prodotto interno lordo (Pil) pari al 7-12% stimata dal ministero dell’Economia, oggi le cifre dello stesso dicastero parlano di un calo del 4,2%. Probabilmente la verità sta nel mezzo e gli stessi organismi internazionali (Oecd, Fmi, Banca mondiale) assestano la contraMosca è una città tranquilla. Passando per le sue vie affollate di gente, quasi non ci accorgiamo che è la capitale di una nazione in guerra. Di guerra, anzi, non se parla quasi più. Un segno che il conflitto ucraino è entrato nella vita quotidiana di molti cittadini; una delle molte scocciature a cui ormai sono abituati, come la corruzione, la burocrazia, le difficoltà economiche. A differenza delle ultime visite*, però, ci accorgiamo della moltiplicazione di manifesti a sfondo bellico: soldati in assetto di Anche nella capitale russa la guerra in Ucraina (già «operazione speciale») si fa sentire, ma il popolo russo è abituato alle privazioni. Che però pesano molto su istituzioni prestigiose come l’Accademia delle scienze. di PIERGIORGIO PESCALI La guerra vista dalla capitale Sopra: la torre dell’orologio, chiamata «Spasskaja» (del Salvatore), al Cremlino. * © Aburiakov - Pixabay
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