Missioni Consolata - Dicembre 2022

nean pasture commons in the 21st century», con esperienze da Spagna, Marocco, Turchia e, appunto, Montenegro. La mostra è stata inizialmente lanciata online nell’aprile 2021 dal museo virtuale di ecologia umana ed è coordinata da Pablo Dominguez (ecoantropologo al Centre national de la recherche scientifique, Cnrs in Francia, laboratorio Geode), con il supporto di oltre venti coautori e collaboratori. Versioni online ampliate sono state poi realizzate con la collaborazione dell’economista Bruno Romagny, e successivamente la mostra e stata presentata in formato fisico al congresso mondiale dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) a Marsiglia, e continua a essere esposta in diversi paesi del Mediterraneo. La mostra vuole ribadire l’importanza dei beni comuni (o commons in inglese) come pratiche e congiunzione di saperi da preservare alla pari della biodiversità. Come ricordano i creatori della mostra, l’economista Gaël Giraud, gesuita autore di Transizione ecologica, ha definito i commons come «risorse, simboliche o materiali, che una comunità sceglie di amministrare fornendo regole a loro volta sottoposte a deliberazione. Ciò che definisce i commons non è quindi la natura della risorsa, ma l’azione politica collettiva che sottopone al giudizio permanente della comunità le proprie modalità di azione nella tutela e nella promozione di ciò che le sta a cuore». Infine, ricordano come i commons pastorali montani descritti dimostrano l’importanza di tre principi fondamentali correlati tra loro, che ricordano quelli elaborati da Elinor Ostrom, prima donna a ricevere nel 2009 il Premio Nobel per le scienze economiche: una comunità locale che mantiene legami forti e profondi con un territorio; questa comunità è un attore chiave nel processo decisionale relativo alla governance territoriale delle risorse; questa governance contribuisce a una gestione responsabile e sostenibile degli ecosistemi e del patrimonio materiale e immateriale delle comunità. Opporsi dunque al poligono militare in Sinjajevina non è solo preservare un tipo di ambiente naturale e i suoi usi tradizionali, ma implica anche un’azione di difesa di questi principi, che hanno retto per lunghissimo tempo la convivenza umana all’interno di ecosistemi che ne fornivano le basi di sostentamento. E che ci continuano a ispirare per trasformare le nostre economie ed affrontare i profondi cambiamenti che stiamo vivendo. Daniela Del Bene * MONTENEGRO 24 dicembre 2022 MC Atlante della Giustizia Ambientale Questo articolo fa parte di una collaborazione fra Missioni Consolata e l’Ejatlas (Environmental Justice Atlas) nell’ambito della quale portiamo a conoscenza dei nostri lettori storie e analisi riguardanti alcuni dei conflitti ambientali presenti nell’Atlante. Per tutti i casi menzionati nell’articolo sono disponibili nell’Atlas le relative schede informative. • www.ejatlas.org • www.envjustice.org • http://cdca.it (Atlante conflitti ambientali Italia). * © AfMC / Claudia Caramanti Qui: tipico paesaggio montenegrino. *

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