Missioni Consolata - Ottobre 2022

r MC soldi da mandare in famiglia al paese di origine, li aiutiamo. Anche quando hanno voglia di giocare a pallone in cortile, cosa che succede spesso, li aiutiamo volentieri», conclude José allegro. Nella stessa struttura vive anche la comunità di otto missionari della Consolata. Vivono in una zona separata, però sono sempre presenti tra i profughi. «Soprattutto padre Antonio Malila, che è africano e ha un grande dialogo con loro, prendono il caffè insieme, fanno gite…». LA QUOTIDIANITÀ «La maggior parte degli ospiti, ora lavora, esce presto la mattina, si preoccupa di tenere in ordine la propria stanza e i luoghi comuni, come la cucina e gli spazi esterni. Noi li aiutiamo con i documenti, con le questioni sanitarie, andiamo con loro dal medico, dall’oculista, dal dentista. Poi suggeriamo loro come presentarsi alle aziende, come fare il curriculum vitae e, quando è possibile, andiamo con loro per i colloqui. Quando qualcuno ha un po’ di DIVENTARE AUTONOMI Michael, il primo ospite, è l’unico per il momento a essere andato via. Ha trovato una fidanzata, ed è uscito dalla casa dei Missionari della Consolata diverse settimane prima della fine dei 18 mesi del progetto, per andare a vivere con lei. Continua ad andare alla Fondazione Allamano per i pacchi di cibo e di prodotti per la vita quotidiana, ma anche per la vicinanza che ha sperimentato con i volontari. «Degli altri, sono 14 quelli che hanno già finito i 18 mesi del progetto. Ma ci sono due problemi: il costo dell’abitazione, e i documenti di soggiorno che vengono rinnovati di sei mesi in sei mesi. Alcuni sarebbero già in grado di sostenere l’affitto di un alloggio, soprattutto se ci andassero in gruppetti, però, quando uno ha dei documenti solo per sei mesi, è difficile trovare un lavoro stabile, e anche una casa in affitto». FAMIGLIE UCRAINE Nella primavera scorsa, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, anche il Portogallo ha iniziato a ospitare profughi da quel paese. «C’è stata una risposta che nessuno immaginava - racconta José -. Ci sono state persone che sono partite per andare a prendere i profughi e portarli in Portogallo. In senso orario a da sinistra in alto: la cucina comune, usata in autonomia dagli ospiti. | Una delle camere della casa Imc di Aguas Santas nelle quali soggiornano i rifugiati accolti. | La statua dell’Allamano all’ingresso della casa di spiritualità missionaria di Aguas Santas. | Alcuni ospiti hanno partecipato al pellegrinaggio nazionale Imc a Fatima. | Il primo giorno di lavoro dei quattro impiegati da una multinazionale dell’arredamento. * 27 ottobre 2022 MC

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