Missioni Consolata - Giugno 2022

Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in abb. postale "Regime R.O.C." - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO/TORINO

-hFDPOPNJB DPNF TUSVNFOUP EJ QBDF Siamo davanti a un bivio: gettare tutto o accelerare la transizione verso un sistema economico, ecologico, sociale e morale che ponga al centro la persona e non il profitto. Come fare? Lo spiega l'autore di questo libro, professore di economia, che raccoglie storie esemplari e avvincenti di cambiamento dal basso DISPONIBILE IN LIBRERIA E S RI ENDOA ORDINI EMI.IT pp. 160 / €15

AI LETTORI Ai lettori MC R di Gigi Anataloni, direttore MC EDI ORIALE MC di Gigi Anataloni, direttore MC Bambini al centro Giugno, per noi mese della Consolata, si caratterizza per avere tre «giornate mondiali» dedicate ai bambini: il 4 giugno, quella dedicata all’infanzia vittima di violenza, il 12 giugno contro il lavoro minorile e il 16 giugno, la giornata che ricorda i bambini africani. Tutto questo nella cornice di altre giornate mondiali significative: per l’ambiente il 5 giugno, per gli oceani l’8 giugno, quella contro la desertificazione il 17 giugno, poi contro la violenza sessuale nei conflitti il 19 giugno, e la giornata mondiale del rifugiato il 20. Temi tutti di drammatica attualità, come dimostra la terribile guerra in Ucraina e il sempre più grave degrado dell’ambiente di cui è segno, per esempio, la siccità che attanaglia il nostro e tanti altri paesi causando una estesa crisi alimentare. Fin qui, sembrerebbe non esserci niente di nuovo. Ogni giorno, da mesi ormai, prima per la pandemia, ora per la guerra, siamo martellati da così tante brutte notizie che il dramma dei bambini abusati e sfruttatti passa in secondo piano. Ma non possiamo accettare di vedere solo quanto è lo show del momento. Occorre reagire e rileggere la realtà con occhi nuovi e ascoltarla «con l’orecchio del cuore», come ci diceva papa Francesco per la giornata delle comunicazioni sociali. Oggi si parla molto di bambini, ma si cerca davvero il loro «bene essere»? Faccio alcuni esempi di realtà che mi interrogano o lasciano perplesso: la polemica sull’utero in affitto da rendere illegale a livello mondiale; le reazioni caustiche contro chi si è permesso di stanziare fondi pubblici per evitare che delle donne siano costrette ad abortire. L’accettazione passiva della denatalità che colpisce drasticamente il nostro paese e la riluttanza della nostra classe dirigente a varare una vera politica di sostegno alle famiglie. Che dire delle polemiche sul doppio cognome e sulla registrazione dei figli di coppie dello stesso sesso? E dell’attaccamento morboso a cani e gatti, trattati come bambini, spesso senza accettarne la vera natura di animali con i loro ritmi e anche la loro libertà? Esempi discutibili, naturalmente, ma dov’è l’interesse e l’amore vero per i bambini? Due delle giornate che celebriamo questo mese, si focalizzano su due aspetti importanti della vita dei bambini di tutto il mondo: la violenza e lo sfruttamento nel lavoro. Avrei voluto far scrivere questo editoriale a padre Ramón Lázaro che in Messico, ogni giorno, ha a che fare con la violenza sui piccoli: dall’abuso sessuale all’abbandono, dall’uccisione di uno dei genitori all’asservimento lavorativo, dalla mancanza di educazione scolastica alla carenza di cure sanitarie, dai matrimoni combinati in tenera età alla pedofilia. Pesanti i dati sulla diffusione e degenerazione si quest’ultima offerti dall’Associazione Meter Onlus di don Fortunato Di Noto, una depravazione in crescita sui social - sempre più estesa anche agli adolescenti - che travolge anche bambini nei primi anni di vita, abusati perfino dai loro stessi genitori. Assieme a padre Ramón, molti gli altri missionari e missionarie danno la vita per offrire nuova dignità e amore ai bambini. Penso ad esempio a fratel Domenico Bugatti, 75enne, tornato al centro Gajien per i bambini a Isiro, nel Nord del Congo Rd, zona nella quale i bambini sono usati nelle miniere di coltan e altri minerali, controllate da bande armate in combutta con faccendieri senza scrupoli. Penso al coraggio di padre Franco Sordella nel ricostruire la Faraja house (la casa della Consolazione) in Tanzania, dove non gli mancano certo gli ospiti (vedi a pag. 5). Non posso dimenticare la Familia ya ufariji di Nairobi, dove dal 1994 si accolgono ragazzi di strada. E l’impegno di questi mesi dei nostri confratelli in Polonia per i profughi dell’Ucraina, tra cui tantissimi bambini. Diciamo grazie a questi missionari e ai tanti altri che, senza rumore, stanno facendo meraviglie di amore. Non c’è niente di più bello al mondo che restituire il sorriso a un bambino e fargli sperimentare la bellezza di essere amato davvero. Non potrò mai dimenticare il sorriso di quella bimba di Loyangallani, in Kenya, quando d’impeto è riuscita a leggere una parola nuova sulla lavagna nella sua classe di esclusi dalla scuola regolare. Apparentemente una cosa da niente, ma per lei era un segno di riscatto e la promessa di una nuova dignità, senza dover essere data sposa a soli dodici anni. La violenza sui piccoli e lo sfruttamento dei bambini sono purtroppo una realtà drammatica, alimentata anche dal nostro stile di vita, dalla smaterializzazione dei fatti operata dai social, per cui tutto, anche la sofferenza, diventa spettacolo. Le giornate che andremo a celebrare non sono la soluzione a questi problemi, ma certamente diventano l’occasione per conoscere, approfondire, riflettere e vincere la nostra apatia e indifferenza cambiando mentalità e mettendoci all’opera. 3 giugno 2022 MC

* * * * * 08 CHIESA NEL MONDO a cura di Sergio Frassetto 32 CAMMINO DI LIBERTÀ 15. Norme e precetti (Es 25-31; 35-39) di Angelo Fracchia 59 E LA CHIAMANO ECONOMIA Carbone, petrolio, gas vincono ancora di Francesco Gesualdi 62 I PERDENTI special Beato Benedict Tshimangadzo Daswa di Gigi Anataloni 71 COOPERANDO Rimesse e rifugiati di Chiara Giovetti 81 LIBRARSI Film Il mondo al pronto soccorso di Sante Altizio In copertina: indigena Wapixana del Centro indigeno di Roraima (Cir) durante una protesta contro le politiche anti indigene del governo Bolsonaro (foto: Carlo Zacquini). https://www.rivistamissioniconsolata.it Gli articoli pubblicati sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente l’opinione dell’editore. - I dati personali forniti dagli abbonati sono usati solo per le finalità della rivista. Il responsabile del loro trattamento è l’amministratore, cui gli interessati possono rivolgersi per richiederne la verifica o la cancellazione (D. LGS. 196/2003). 6 | Giugno 2022 | anno 124 Il numero è stato chiuso in redazione il 11 maggio 2022 e consegnato alle poste di Torino prima del 31 maggio 2022. 03 AI LETTORI Bambini al centro di Gigi Anataloni 05 NOI E VOI Lettori e Missionari in dialogo I PRIMI 50 ANNI DELLA CONSOLATA IN RDC DALLO ZAIRE AL CONGO di Stefano Camerlengo, Giacomo Mazzotti e Marco Bello MC A ossier 4 giugno 2022 MC MC R 10 BRASILE Fuori Bolsonaro, fuori i garimpeiros di Paolo Moiola 17 MOLDAVIA Vicinanza e concretezza di Tatiana Brusco 23 GUATEMALA Da vittime a protagoniste di Simona Carnino 29 ITALIA Minà, il giornalista che non voleva gridare di Loredana Macchietti 51 EUROPA MISSIONE REU /05 Ricostruire persone e comunità di Gianfranco Testa 56 ITALIA Imprese Sb, da prospettiva a solida realtà di Paolo Rossi 68 VENEZUELA Un vescovo servo di consolazione di Stefano Camerlengo e Vida Nuestra 75 ALLAMANO Un santuario al centro di una vita inserto a cura di S. Frassetto MC I SOMMARIO 35 * 23 *

A cura del Direttore MC R Noi e voi LETTORI E MISSIONARI IN DIALOGO I I I I I I Qui ogni bambino mi ricorda la cattiveria umana, ma anche le parole di Madre Teresa la prima volta che la vidi a Roma anni fa: «Dio ha bisogno di voi: siete le sue mani!». Persino Ronaldo, il cane che fa parte della famiglia, ha da insegnarmi qualcosa: ogni mattina accompagna i quattro bambini dell’asilo fino a scuola, li guarda entrare in classe e ritorna a casa. Qui è sempre vigile e ringhioso se arriva qualcuno che non è di casa. Il 1° maggio la Faraja compirà 25 anni! Su un fazzoletto di terreno è risuscitata, dopo la distruzione. Con la vostra fraterna assistenza abbiamo costruito parecchie casette che danno ospitalità a più di 60 bambini che hanno sperimentato la cattiveria umana. Tanti ne sono passati e hanno potuto ricostruirsi una vita più serena e indipendente. Tanti hanno imparato un mestiere, una trentina hanno finito il percorso universitario. Faraja vuol dire Consolazione e ne abbiamo distribuita tanta assieme a voi, amici che avete collaborato con noi per essere «le mani di Dio». Grazie di cuore e auguri per la Festa di Resurrezione. Padre Franco Sordella, 01/04/2022, Mgongo, Iringa, Tanzania È possibile sostenere la Faraja House (foto qui sotto) tramite MCO. Grazie. VERITÀ E GIUSTIZIA Tutti noi abbiamo grande bisogno di verità, cioè capire ciò che è veramente bene e ciò che è male. Distinguere il falso bene da quello vero. Bisogno di verità in tutti gli ambiti: società, lavoro, famiglia. Quanti tradimenti, cioè inganni, bugie, false verità che portano malessere, sofferenze. La verità è importantissima nella vita di tutti i giorni. A Pilato, nell’interrogatorio prima della crocifissione, Gesù ha detto: «Per questo sono venuto al mondo per rendere testimonianza alla verità». Gesù è venuto a rendere testimonianza alla verità portando la parola di Dio. Quando non sappiamo cos’è bene, non sappiamo più cosa dobbiamo fare, la parola del Vangelo ci illumina. Gesù ha testimoniato la verità delle sue parole con la vita fino a versare il sangue. Da soli non possiamo fare nulla. Non possiamo sempre capire qual è la verità, ci facciamo ingannare facilmente dalle false verità. Con la verità autentica nei dissidi tra nazioni si arriva a capire chi ha torto e chi ragione e quindi si giunge alla giustizia, condizione importante per la pace. Cordiali saluti. E. B. 22/04/2022 DALLA FARAJA HOUSE Carissimi amici, capita di dormire male e sognare catastrofi. Oggi, primo aprile, mi sono svegliato con l’amaro in bocca. Prestissimo suona il telefono. Pesce d’aprile? È l’ufficio degli assistenti sociali. «Abbiamo da affidarti una bambina di sette anni». E così parto per la città e incontro Emma: è con due poliziotti, appena arrivata dall’ospedale. È stata violentata poche ore fa nella notte e in casa. Mentre tentava di scappare è stata picchiata in faccia ed è tutta gonfia. La «risposta» di Dio ai brutti sogni: aiutare gli altri risolve molti dei nostri problemi! Provare per credere. Capisco perché Guru ha due occhi splendenti e sempre un sorriso pronto: è abituata ad aiutare i fratellini e ora è sempre pronta ad aiutare i più piccoli con una gioiosa gentilezza, ed è una bimba di solo otto anni! È lei che sta vicina a Vau quando «va in crisi»: Vau è una bimba di quasi quattro anni. Abbandonata dalla mamma e allevata dal padre che fa l’oste in un kilabu (specie di bar dove vendono birra locale, il pombe). Per più di un anno ha vissuto sgambettando nell’osteria con gli avventori spesso ubriachi, che le davano pombe da bere quando piangeva. 5 giugno 2022 MC

Noi e Voi non si sono limitati al compito, anche se impegnativo e lodevole, di pietosi restauratori o rianimatori di un colosso in rovina o di benemeriti conservatori di un passato; ma, restaurata e resa funzionale, hanno dato alla Certosa di Santa Maria nuovo impulso di vita, realizzando e continuando a realizzare una serie di attività in ordine alle finalità della loro specifica missione» (don Giorgis, La Certosa in Valle Pesio, 1952). È bello pensare che schiere di missionari qui si siano formate e da qui siano partite per i quattro continenti. Dal 1934 al 1945, la Certosa fu casa di vacanza estiva per i giovani aspiranti missionari e missionari reduci dalle missioni e sede del seminario durante la guerra 1940-45. Dal 1945 al 1982 accolse il noviziato. Dal 1982 vi è una comunità missionaria che ha aperto la Certosa all’ospitalità per vacanze, incontri di studio e spiritualità e animazione missionaria, a sacerdoti, famiglie, gruppi parrocchiali e comunità di giovani e di anziani di varia provenienza. Dal 1996 ha preso la connotazione finale e precisa di «casa di spiritualità missionaria». Casa di spiritualità missionaria La comunità della Certosa di Pesio (composta attualmente da sei missionari: i padri Daniele Giolitti, Beppe Cravero, Ermanno Savarino, Francesco Discepoli e Lino Tagliani, e fratel Gaetano Borgo) vuole continuare a essere un segno di presenza spirituale e di impegno nell’evangelizzazione. Per una missione in Europa fatta di testimonianza e profezia, pensiamo che oggi più che mai abbiamo bisogno di coltivare una spiritualità autentica, costituita sia da una ricerca costante di Dio nella preghiera e nella vita, sia dal desiderio e dal coraggio di scegliere uno stile di vita che ci permetta di vivere il Vangelo nella contemporaneità. Nella prospettiva di coltivare e vivere una spiritualità missionaria, siamo convinti che la Certosa sia un luogo molto adatto e che possa offrire molto al servizio di noi missionari, dei laici, dei giovani e delle famiglie. Come già detto, il luogo è unico e questo fa la differenza: paesaggi di boschi e alpeggi, l’abbraccio delle montagne tutt’intorno rendono la Certosa un luogo incantevole e particolarmente adatto all’immersione nello Spirito, a cammini di direzione spirituale e accompagnamento vocazionale. La Certosa offre la possibilità di essere una «casa di scuola della Parola»: come missionari proponiamo cammini mensili di Lectio Divina, meditazioni, ritiri e annualmente turni di esercizi spirituali e settimane bibliche. 6 giugno 2022 MC CERTOSA DI PESIO, UN LUOGO UNICO Un po’ di storia certosina «Da quasi un millennio la Certosa di Pesio sta assisa a capo della valle omonima, fasciata da mistica atmosfera di austera serenità, di bellezza e di poesia, cullata dal murmure perenne del Pesio, quasi ritmo di preghiera sussurrata in sordina». Così don Giovanni Terreno, parroco di San Bartolomeo sino al 2007, definiva la Certosa di Pesio, ora casa di spiritualità missionaria dei Missionari della Consolata. Fondata nel 1173 dai monaci certosini provenienti da Grenoble (Francia), la Certosa di Pesio è uno dei monumenti storici più insigni del Piemonte: fu per secoli un importante centro di vita religiosa, culturale e civile. Infatti, la comunità della Certosa sviluppò al suo esterno la piantagione di abeti, la coltura della vite, l’allevamento delle api e del bestiame. Sorse anche una vera scuola di intarsio che, insieme a studi scientifici e alla composizione/rilegatura di manuali e libri, furono messi al servizio della cultura, tramandataci fino ai giorni nostri. Con alterne vicende di crescita e di difficoltà, la comunità monastica perseverò fino alla Rivoluzione francese (1800), quando Napoleone soppresse gli ordini monastici. L’adattamento a stabilimento idroterapico, nella seconda metà del XIX sec., ridonò al luogo un effimero periodo di notorietà in Italia e all’estero, fino all’inizio della Prima guerra mondiale (1914), periodo in cui la Certosa fu destinata a un temporaneo decadimento. I Missionari della Consolata in Certosa Nel 1934, giunsero i Missionari della Consolata che ridiedero vita alla Certosa, nella sua missione specifica di centro di irradiazione della luce di Cristo nel mondo: «I Missionari della Consolata però

Le nostre email: redazione@rivistamissioniconsolata.it / mcredazioneweb@gmail.com R R MC chiesa troppo strutturata perché vuole incontrare Dio, un Dio che non riesce più a trovare nelle proposte ordinarie. La Certosa rappresenta un'offerta seria di spiritualità, anche al servizio della chiesa locale. Dall’antico motto di san Bruno ai Certosini, «La croce resta salda mentre il mondo gira», all’attuale programma di vita del beato Allamano, fondatore dei Missionari della Consolata: «Essi annunzieranno la mia gloria alle nazioni» (Is 66,19). padre Daniele Giolitti 02/05/2022, Certosa di Pesio www.certosadipesio.org il Parco, la diocesi di Mondovì, associazioni e alcune banche e fondazioni private. Salire sul monte Il Vangelo dice: «Dopo la giornata di Cafarnao, Gesù si ritirò in un luogo solitario […] salì sul monte» (cfr. Mc 1,35). C’è, oggi come ai tempi di Gesù, una necessità di ritirarsi in un luogo solitario, sul monte. Ci sono sacerdoti, laici, religiosi, che guardano alla Certosa proprio come a quel luogo solitario che avvertono già «abitato» da Dio, intuiscono che «qui c’è qualcosa!». La gente si sta allontanando sempre più da una 7 giugno 2022 MC Nella natura Per dare un taglio più spiccatamente missionario ai nostri programmi, in collaborazione con la diocesi di Mondovì, abbiamo proposto degli incontri itineranti sulla Laudato si’ nella natura, comprese alcune escursioni nel bellissimo Parco del Marguareis (con quest’ultimo stiamo intessendo una serie di collaborazioni soprattutto sull’integrità del creato, con relative mostre e concerti). Quest'anno - come si può leggere nel programma qui accanto - abbiamo pensato, assieme ai centri missionari diocesani del Piemonte, di proporre una «3 giorni sulla missione» su temi sui temi dell'accoglienza e della mobilità umana, della giustizia e della pace, e del dialogo interreligioso. Infine, organizziamo dei cammini di conoscenza e approfondimento del carisma del nostro fondatore, il beato Giuseppe Allamano. Le sfide Ma ci sono anche delle sfide. La prima criticità che balza agli occhi è che la struttura è molto grande e di non facile gestione. Necessita di un lavoro continuo di manutenzione. Chi vive qui deve essere disposto a una vita all’insegna del motto «ora et labora». Il luogo è isolato, l’inverno lungo, la vita un po’ spartana. Tuttavia, la struttura, pur grande, va bene per la primavera e l’estate quando c’è maggiore richiesta di ospitalità (campi scuola di parrocchie, gruppi scout, associazioni, nei quali noi missionari offriamo incontri di lectio o testimonianze sulla missione). Certo la gestione economica non è facile, anche se, in tempi normali, si è sempre riusciti a coprire le spese ordinarie. Il grande investimento della nuova turbina garantisce un’entrata annuale costante. In ordine alla manutenzione straordinaria si sta cercando di studiare forme di partnership: in questo senso si è creato di recente un comitato ad hoc in vista delle celebrazioni del 850° anniversario della fondazione della Certosa (nel 2023) coinvolgendo la regione Piemonte, provincia di Cuneo, il comune di Chiusa pesio,

I partecipanti hanno anche approvato una serie di iniziative come la realizzazione di laboratori su ciascuno degli argomenti per insegnanti e studenti indigeni; l’impegno per la preparazione al 9° Festival della Cultura indigena Eware, dal 4 al 9 luglio 2022, sul tema dell’ecologia; l’invito alle comunità che non erano presenti a partecipare ai futuri incontri di Ecologia indigena. A medio e lungo termine, i partecipanti hanno deciso tra l’altro di sviluppare alcuni progetti: un centro culturale per la formazione, un centro per lo smistamento di materiali riciclabili per la commercializzazione, e l’apertura di una stazione di polizia indigena a Belém do Solimões. (Fides) CINA VOLONTARI DEL SIGNORE Sacerdoti che di notte sorvegliano i quartieri in quarantena perché si osservino le disposizioni sanitarie, suore autiste e fattorine, seminaristi che caricano gli aiuti materiali, laici impegnati in tutti i campi dove vi siano delle necessità: sono questi i «Volontari del Signore» - come si sono autodefiniti - che delineano l’attuale immagine della Chiesa cattolica in Cina continentale. Per contrastare la pandemia è attivo il coordinamento tra la Chiesa locale, l’ente caritativo cattolico, le parrocchie, gli enti governativi e non governativi, in collaborazione con le autorità civili. In diverse regioni sta ancora circolando con forza il Covid-19. La comunità cattolica, impegnata da più di due anni sul fronte della lotta al virus, ha maturato una certa esperienza di coordinamento e organizzazione degli aiuti materiali, ma soprattutto nel sostegno spirituale, morale e psicologico, di cui oggi hanno più che mai bisogno sia la popolazione che i medici, i volonnato, di gesti, di abbracci - ha spiegato Giovanni Rocca, segretario nazionale di Missio Giovani - non vediamo l’ora di vivere quell’“uscite e andate” che ci contraddistingue. Sappiamo che dovremmo essere cauti ma per noi quella del Co.Mi.Gi. 2022 rappresenta una grande “ripartenza” nell’ambito dell’impegno della Chiesa italiana ad inviare i giovani in missione». (Fides) BRASILE LA CASA COMUNE «Prendiamoci cura della nostra Casa Comune!» è il tema del primo Incontro di ecologia indigena svoltosi dal 27 al 30 marzo 2022, nel villaggio indigeno di Belém do Solimões, e al quale hanno partecipato oltre 300 indigeni, provenienti da più di 30 comunità appartenenti ai popoli Ticuna, Kokama e Kambeba. Nei quattro giorni dell'incontro sono state discusse cinque tematiche principali: diminuzione e mancanza di pesce, diminuzione e mancanza di legno, aumento della spazzatura, mancanza di servizi igienico sanitari di base e aumento dell’inquinamento delle acque, aumento di alcolismo, droghe e violenza. La condivisione di esperienze e progetti ha aiutato a capire che è possibile cambiare la realtà, anche nelle comunità indigene. ITALIA CO.MI.GI. Dal 22 al 25 aprile scorso si è realizzato, presso la Fraterna Domus di Sacrofano, vicino a Roma, la VI edizione del Co.Mi.Gi., il Convegno missionario giovanile. L’evento, a cui hanno partecipato più di 300 giovani provenienti da tutt’Italia è stato aperto dall’incontro con il Santo Padre il quale ha lanciato loro una sfida rappresentata da tre verbi: alzarsi, prendersi cura e testimoniare con la vita ciò in cui si crede. Organizzato da Missio Giovani in collaborazione con gli Istituti missionari, il Co.Mi.Gi. è l’evento in cui i giovani e i loro animatori si ritrovano per rinnovare l’impegno nella missione universale della Chiesa. Si tratta di un’occasione per formarsi e confrontarsi su grandi temi di importanza mondiale tra cui la salvaguardia del pianeta, le disuguaglianze, l’incontro tra culture e religioni. «La missione riparte dal futuro», questo il tema del convegno che, dopo tre anni, è tornato a svolgersi in presenza. Riflessione, preghiera, worskshop, momenti conviviali tra cui aperitivi in piazzetta caratterizzati dal dialogo tra giovani e adulti, hanno scandito queste giornate. «Il nostro è un mandato fatto di fratellanza, vicia cura di Sergio Frassetto MC R la chiesa nel mondo Roma: atto di apertura della VI edizione del Co.Mi.Gi. nella «Fraterna Domus» di Sacrofano. * 8 giugno 2022 MC

tari e i soccorritori. Durante la Quaresima la comunità cattolica con i suoi numerosi volontari del Signore ha compiuto un cammino sinodale nella carità, basato sulla preghiera e la fratellanza. Così stanno costruendo una «Chiesa sinodale» di comunione, partecipazione e missione, come ha raccomandato papa Francesco fin dall’inizio del suo pontificato. (Fides) PERÙ FORMAZIONE AMAZZONICA I Vicariati apostolici dell’Amazzonia peruviana hanno deciso di dare vita a un seminario intervicariale allo scopo di assicurare un’adeguata formazione ai futuri sacerdoti, ribadita anche all’Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi, tenutasi dal 21 al 28 novembre 2021. Gli otto vicariati apostolici in Perù che uniranno le loro forze sono quelli di Jaén, Puerto Maldonado, San José del Amazonas, San Ramón, Yurimaguas, Requena, Pucallpa e Iquitos. In diversi di essi ci sono già da anni i seminari, ora «con questo nuovo seminario - sottolineano i vescovi -, si vogliono unire le forze e cercare obiettivi comuni che aiutino nel cammino di dare alla Chiesa un volto amazzonico, che risponda alle sfide della Chiesa e dei popoli della regione amazzonica». La formazione dei futuri sacerdoti è stata uno dei temi maggiormente presenti nella riflessione della Chiesa dell’America Latina e dei Caraibi negli ultimi anni. Il documento finale del Sinodo per l’Amazzonia afferma che la formazione al ministero ordinato deve avvenire «a contatto con la realtà della gente, in armonia con la cultura e la religiosità locale». Per questo i centri di formazione alla vita sacerdotale e consacrata devono inserirsi, preferenzialmente, nella realtà amazzonica al fine di favorire il contatto del giovane amazzonico in formazione con la sua realtà, mentre si prepara alla sua futura missione. (Fides) UZBEKISTAN COSA VUOLE DIO? Incontrare i giovani cattolici dell’Asia centrale, comprendere i loro bisogni spirituali, donare loro l’annuncio di Cristo: sono questi gli obiettivi dell’incontro diocesano dei giovani di Uzbekistan e Tagikistan che si è tenuto a Samarcanda alla fine di marzo, come racconta padre Ariel Alvarez Toncovich, parroco della chiesa di S. Giovanni Battista di Samarcanda. L’incontro si è svolto dal 21 al 24 marzo e vi hanno partecipato 46 giovani, di cui 31 uzbeki e 15 tagiki. «Durante l’incontro - dice il sacerdote -, il cui tema recitava: “Cosa vuole Dio dai giovani dell’Uzbekistan e del Tajikistan?”, abbiamo raccontato ai partecipanti cosa significhi essere un cattolico. Nelle domande interessanti che hanno fatto, sono emerse le loro necessità spirituali e culturali, che sono tantissime, perché quella centroasiatica è una chiesa giovane e, proprio come i bambini che per crescere hanno bisogno di cibo, i cattolici di questi paesi hanno bisogno di alimenti umani, spirituali e culturali». L’incontro è stato il secondo di tre appuntamenti dedicati ai giovani nel corso dell’anno: il primo si è tenuto all’inizio di gennaio e il terzo sarà un campo vacanze nel corso dell’estate, che si spera possa fortificare i giovani nel loro cammino di fede e accoglierne di nuovi, interessati a conoscere e a fare esperienza di Gesù Cristo. (Fides) R MC * * Colombia: missione ad gentes Jennifer Katherine Palomeque, laica missionaria della Consolata colombiana, racconta che, nel 2017, avendo partecipato al «Congresso della consolazione e della missione» nella città di Bogotà, organizzato dai Missionari della Consolata, ha deciso di andare oltre la propria realtà per condividere l’esperienza di Gesù con persone diverse da lei e dalla sua gente e appartenenti a culture diverse. «Tutto è iniziato con una richiesta, fatta ai superiori della Consolata in una delle loro visite a Cali, di impegnarmi in uno spazio missionario ad gentes. Superate le difficoltà causate dalla pandemia di Covid-19, finalmente è arrivato il grande giorno in cui ho lasciato la mia casa, la mia terra, il mio posto sicuro e sono andata a vivere una nuova avventura missionaria accompagnata da persone incredibili, ma soprattutto in compagnia di Gesù. “Seguitemi e vi farò pescatori di uomini” (Mt 4,19-20). In realtà non sono mancati momenti di panico e paura, ma un amico molto caro mi ha detto: “Non ti preoccupare, colui che ti ha mandato ti accompagnerà nella tua missione”, e queste parole mi hanno riempito di forza e coraggio nel mio viaggio. Ogni volta sento sempre più reale ciò che mi è stato detto tante volte nell’animazione: è una gioia indicibile mettere la propria vocazione al servizio della missione anche se non è facile; vorresti fare molto ma la situazione, la realtà che trovi e i reali bisogni della gente non sempre lo permettono. Questo, in ogni caso, non cessa di essere un motivo per continuare a lavorare e se ho imparato qualcosa da questa ancora cortissima esperienza di missione è che essere fonte di consolazione è, molto spesso o quasi sempre, anche solo presenza. Oggi mi sento molto fortunata di poter dire che sono stata capace di attraversare i miei confini per andare in un luogo che non è mai stato nei miei piani: sono in Brasile, nella città di Boa Vista (nello stato del Roraima) e sto lavorando con migranti venezuelani». Jennifer K. Palomeque F. Boa Vista (Brasile): Jennifer Katherine Palomeque, missionaria laica colombiana con padre Alessandro Conti a Boa Vista, in Brasile, al servizio degli emigranti venezuelani. * 9 giugno 2022 MC

BRASILE MC A I popoli indigeni e le elezioni di ottobre FUORI BOLSONARO, FUORI I GARIMPEIROS Bingo, feste di carnevale, internet caffè sarebbero attività normali in un qualsiasi centro abitato. Non lo sono quando si trovano in piena foresta amazzonica e addirittura in una terra in cui l’ingresso sarebbe vietato a chiunque non sia indigeno. Le foto, risalenti al marzo 2021, sono state diffuse dalla Polizia federale (Pf) brasiliana per reclamizzare una loro operazione contro i minatori illegali (garimAl bingo dello «shoop do Ismael» i primi due premi sono due revolver 357, il terzo è costituito da due litri di whisky. All’internet caffè di Lora, oltre alla connessione wifi, si possono trovare torte, snack, pizze, bibite gassate, succhi naturali. Da Nanda c’è, invece, una festa di carnevale con cabaret e musica. Questo pubblicizzano i manifesti di tre locali pubblici. di PAOLO MOIOLA 10 giugno 2022 MC Dopo quattro anni di presidenza Bolsonaro, il paese latinoamericano versa in condizioni molto pesanti. In particolare, drammatica è la situzione dei popoli indigeni. Ne abbiamo parlato con dom Roque Paloschi, arcivescovo di Porto Velho e presidente del Cimi, organizzazione che quest’anno ha compiuto 50 anni (1972-2022). © Bruno Kelly - HAY peiros) nella Terra indigena yanomami (Tiy), la più grande riserva indigena del paese (ben conosciuta dai lettori di questa rivista). L’invasione è iniziata negli anni Ottanta, ma nel corso del tempo si è allargata a dismisura tanto che oggi si stimano in 20mila i garimpeiros presenti, allettati dall’altissimo valore dell’oro, il principale minerale ricercato. Di norma, le miniere (garimpos) si trovano lungo i principali fiumi (rios) amazzonici: Uraricoera, Mucajaí, Couto Magalhães, Apiaú, Catrimani, Parima, Novo, Lobo d’Almada, Surucucu. Per raggiungerle, a parte un lunghissimo e complicato viaggio fluviale, la scelta più facile è la via aerea. L’Ibama, l’Istituto brasi-

è manifestato fin dall’inizio e prosegue senza ripensamenti, con azioni, iniziative legislative e dichiarazioni. Nell’aprile del 2020, Abraham Weintraub, economista e all’epoca ministro dell’educazione, disse di odiare il termine povos indígenas (popoli indigeni) perché non esistono popoli indigeni, ma soltanto un popolo brasiliano. «Quelle dichiarazioni - ci spiega dom Roque Paloschi, arcivescovo di Porto Velho (Rondônia), raggiunto via WhatsApp - dimostrano il pregiudizio e la discriminazione che vige nei confronti dei popoli autoctoni. Evidenziano l’ignoranza sulla diversità di popoli, lingue e culture presenti nel nostro paese. Negare questa diversità significa negare l’esistenza di un paese multiculturale e democratico, come garantito dalla Costituzione federale del 1988, quella che gli attuali governanti sono tanto ansiosi di fare a pezzi». «Gli articoli 231 e 232 della Costituzione federale - continua il prelato - rompono con una tradizione secolare d’esclusione riconoscendo ai popoli indigeni il mantenimento della loro organizzazione sociale e della propria cultura. Divenendo essi soggetti di diritto, la mentalità integrazionista e assimilazionista viene superata». Nonostante la sua politica anti indigena, lo scorso 18 marzo il presidente Bolsonaro è stato insignito con la Medalha do mérito indigenista. Dom Roque si esprime senza remore. Probabilmente, il suo essere presidente del Cimi, organismo molto combattivo e inviso al governo Bolsonaro, lo ha reso indifferente a critiche e attacchi. «È stata vergognosa - osserva - la mancanza di rispetto per l’obiettivo del premio concesso a persone che si distinguono nella protezione delle popolazioni indigene. L’attuale presidente sta facendo il contrario: un disservizio al Brasile e alle popolazioni indigene. Con il suo governo non sono state delimitate terre indigene e sono state incoraggiate le invasioni. Si è registrato il maggior numero di conflitti e morti di difensori dei diritti. Questo premio è un affronto ai popoli indigeni. Sembra un brutto scherzo visto che questo presidente è stato denunciato (per sei volte, ndr) alla Corte penale internazionale dell’Aia per genocidio». IL «PACCHETTO DELLA DISTRUZIONE» L’offensiva del governo Bolsonaro e dei suoi alleati nei confronti dei popoli indigeni e delle loro terre poggia anche su strumenti legislativi che mirano a scardinare i principi stabiliti dalla Costituzione del 1988. Tanto che le organizzazioni indigene hanno coniato un termine ad hoc: pacote da destruição. Nel «pacchetto della distruzione» si trovano almeno due progetti di legge (Pl) che, ove approvati, avranno conseguenze devaliano per l’ambiente, ha individuato in terra yanomami quasi 280 piste di atterraggio clandestine. Vista la mancanza di volontà, la corruzione o l’inefficienza delle autorità pubbliche, ormai da anni Yanomami e Ye’kuana raccontano il loro dramma in prima persona attraverso Hutukara (Hay), l’associazione indigena facente capo a Davi Kopenawa e al figlio Dario. Al loro fianco ci sono l’Instituto socioambiental (Isa) e i missionari (cattolici) del Conselho indigenista missionário (Consiglio indigenista missionario, Cimi), che proprio quest’anno ha compiuto 50 anni (1972-2022). Grande eco ha avuto Yanomami sob ataque, il drammatico rapporto di Hutukara, uscito ad aprile (nello stesso periodo, ha esordito Mapa dos conflitos nell’Amazzonia legale, uno straordinario sito multimediale ideato dall’agenzia Pública e dalla Cpt, la Commissione pastorale del lavoro). Le foto pubblicate nel rapporto sono testimonianza evidente delle devastazioni prodotte dai garimpeiros, ma altrettanto e forse più terribili sono i racconti di come gli invasori, con la loro semplice presenza e i loro comportamenti, stanno distruggendo le basi sociali delle comunità indigene. JAIR BOLSONARO, PRESIDENTE ANTI INDIGENO La situazione degli Yanomami è, attualmente, la più nota, anche a livello internazionale. Tuttavia, la condizione degli oltre 300 popoli indigeni del Brasile è da sempre problematica e si è ulteriormente deteriorata sotto Jair Bolsonaro, il presidente ultra conservatore eletto nel 2018 e ricandidato per le elezioni del prossimo ottobre. L’atteggiamento anti indigeno dell’attuale governo brasiliano si giugno 2022 MC 11 A sinistra: un garimpo sul rio Couto Magalhães, Kayanau, nella Terra indigena yanomami (Tiy); si noti la pista per gli aerei. | A destra: una donna indigena usa la propria schiena per protestare contro il progetto di legge 191 che vorrebbe liberalizzare la ricerca mineraria sulle terre indigene. * A MC Popoli indigeni | Amazzonia | Estrattivismo | Invasioni © Carlo Zacquini " Se approvato, il Pl 191 sarebbe una legalizzazione del garimpo.

In alto: la copertina della ricerca di Hutukara (Hay) e la home page di Mapa dos conflitos. | A destra: una mappa con la situazione nella Terra indigena yanomami (Tiy), invasa e devastata da circa 20mila garimpeiros. | Qui sotto: un accampamento di garimpeiros sul rio Uraricoera, il più assediato tra i fiumi della Tiy. * stanti per i popoli indigeni: il Pl 490 (o del marco temporal) e il Pl 191. Secondo il progetto di legge 490, saranno considerate «terre indigene» soltanto quelle effettivamente occupate al 5 ottobre 1988, data di promulgazione della nuova Costituzione. Senza questa prova temporale le richieste di demarcazione saranno respinte. Sul marco temporal dovrebbe decidere il Supremo tribunal federal (Stf) questo 23 giugno. «Il “marco temporal” - spiega dom Roque - è un’interpretazione sostenuta dalla bancada ruralista e dall’agrobusiness. La tesi è ingiusta perché ignora le espulsioni, gli allontanamenti forzati e tutte le violenze subite dagli indigeni fino alla data di promulgazione della Costituzione. Inoltre, ignora il fatto che, fino al 1988, i popoli indigeni non potevano adire alla giustizia in modo autonomo (perché, secondo lo Estatuto do índio, del 1973 erano “relativamente incapaci”, ndr). È da augurarsi che i giudici del tribunale siano giusti e rendano giustizia ai popoli originari, che da secoli sono violati e violentati nella loro integrità fisica, culturale e territoriale». Il progetto di legge 191 vuole, invece, liberalizzare le attività estrattive sulle terre indigene. «È un affronto alla Costituzione federale, che mette a rischio l’esistenza dei popoli indigeni perché legalizza i garimpo», commenta dom Roque. Non contento, Bolsonaro sta cercando di forzare la situazione anche utilizzando la guerra in Ucraina. È necessario approvare urgentemente l’apertura delle riserve indigene - afferma il presidente -, perché la guerra in Ucraina sta frenando l’importazione di fertilizzanti (potassio) dalla Russia di cui il Brasile ha assoluto bisogno, ma di cui i territori indigeni sarebbero ricchi. Peraltro, la guerra ha già prodotto un effetto negativo facendo balzare verso l’alto il prezzo dell’oro, dando così ancora più spinta all’invasione della terra di Yanomami e Ye’kuana. In tutto questo, una piccola speranza viene da un’opposizione indigena che non è più estemporanea, isolata e disorganizzata come in passato. Come ha dimostrato anche la diciottesima edizione dell’Acampamento terra livre (Atl), manifestazione che, lo scorso aprile, ha radunato a Brasilia quasi settemila indigeni appartenenti a 180 popoli differenti. * BRASILE 12 giugno 2022 MC © Bruno Kelly - HAY In terra yanomami si contano quasi 280 piste aeree clandestine. "

A MC 13 giugno 2022 MC ● DATI TIY: 96.650 Km2 (un terzo dell’Italia) Roraima e Amazonas, oltre 28mila indigeni e 371 comunità; la Terra indigena yanomami (Tiy) celebra quest’anno (2022) i 30 anni, essendo stata omologata il 25 maggio 1992; ● NUMERI DELL’INVASIONE: 20mila garimpeiros e 3.272 ettari interessati (più 46% rispetto al 2020); 277 piste di atterraggio aereo clandestine; 800 currutelas (sorta di villaggi dei garimpeiros con baracche, negozi, prostitute); ● FIUMI PIÙ COINVOLTI: rio Uraricoera, rio Mucajai, rio Couto Magalhães, rio Apiaú, rio Catrimani, rio Parima, rio Novo, rio Lobo d’Almada, rio Surucucu; ● DANNI AMBIENTALI: i garimpeiros stanno producendo pesantissimi danni ambientali come il disboscamento, la distruzione dell’ecosistema amazzonico, l’inquinamento e la deviazione dei fiumi; ● DANNI SOCIALI: la struttura sociale degli Yanomami e Ye’kuana viene destabilizzata; i ragazzi e i giovani sono allettati a lavorare nei garimpos in cambio di cachaça, armi da fuoco, combustibile, alimenti industriali o altre mercanzie; bambine, ragazze e giovani donne sono adescate per fini sessuali; ● PESCA, CACCIA, PIANTAGIONI: le attività economiche su cui si fondano le comunità indigene sono sempre più difficilmente praticabili; la pesca si è ridotta a causa dell’inquinamento dei fiumi dovuto principalmente al mercurio usato dai cercatori d’oro; la caccia si è complicata perché gli animali scappano a causa dei rumori prodotti dai macchinari usati nei garimpos e dai mezzi di locomozione (aerei e barche); le piantagioni di frutta e legumi sono trascurate, ridotte o distrutte; per tutti questi motivi è aumentata l’insicurezza alimentare degli indigeni; ● SITUAZIONE SANITARIA: oltre al Covid, a causa della devastazione ambientale è esplosa la diffusione della malaria (anche con la versione più letale del Plasmodium falciparum), toccando i 19mila casi all’anno; si è aggravata la denutrizione infantile; la dispersione in acqua e nell’ambiente del mercurio sta producendo pesanti conseguenze sulla salute indigena; l’insicurezza generale ha portato alla chiusura di vari centri di salute governativi. ● FONTI PRINCIPALI: Hutukara associação yanomami (Hay) - Associação wanasseduume ye’kwana - Instituto socioambiental (Isa), Yanomami sob ataque, aprile 2022; Agência pública - Comissão pastoral da terra (Cpt), Mapa dos conflitos. (a cura di Paolo Moiola) © Amazonia Real Terra indigena yanomami (Tiy): trent’anni (1992-2022) di invasioni, distruzione, morte

* BRASILE 14 giugno 2022 MC L’analisi dellaConferenzaepiscopaledel Brasile (Cnbb) «Legridadel miopopolo» Le gravi colpe del governo Bolsonaro sono sotto gli occhi di tutti. Eppure, le elezioni di ottobre rimangono incerte. Con evangelici e cattolici sempre più divisi. * A destra: Jair Bolsonaro con il pastore Fábio Senna (Igreja batista national - Casa de missões) alla presentazione della «Marcia per Gesù» (19 aprile 2022); la grande maggioranza degli evangelici brasiliani è con il presidente, mentre i cattolici sono con l’ex presidente Lula. * © Clauber Cleber Caetano - PR Disoccupazione, disuguaglianza sociale estrema, famiglie senza fissa dimora in ogni città del paese che sopravvivono di spazzatura, e ciò a causa del modello economico operante in Brasile, un modello che produce scarsità per la maggioranza della popolazione, mentre una minoranza privilegiata vanta livelli di ricchezza assurdi. Sono affermazioni presenti in un lungo documento preparato dai 14 membri (includendo il gesuita Thierry Linard, scomparso a gennaio) del gruppo di analisi della congiuntura della Conferenza episcopale brasiliana (Conferência nacional dos bispos do Brasil, Cnbb). Il documento, titolato «Os clamores do meu povo» (Le grida del mio popolo) e datato 21 aprile, è di una durezza inusitata per l’organismo, in ciò confermando la gravità della situazione brasiliana. IL FONDAMENTALISMO RELIGIOSO A iniziare dalla constatazione che il governo Bolsonaro «fa parte di un fenomeno mondiale di ascesa di governi estremisti, autoritari e, in alcuni casi, con tratti neofascisti». Si tratta di governi che, per raggiungere i propri scopi, utilizzano ogni mezzo, compreso il fondamentalismo religioso. «È importante notare - si legge nel documento - che il dibattito religioso sta acquisendo sempre più importanza e protagonismo nelle elezioni di quest’anno». Tutte le inchieste sulle intenzioni di voto confermano che la gran parte degli evangelici sta con Bolsonaro (46%), mentre la maggioranza dei cattolici (48%) sta con Lula. «Durante il governo Bolsonaro, abbiamo osservato che vari leader politici, deputati e ministri legati alle chiese neo pentecostali stavano occupando spazio in aree strategiche del governo. Basato, tra l’altro, sulla “teologia del domínio”». Secondo questa teoria, i cristiani hanno ricevuto il mandato divino di assumere il dominio del mondo intero mettendosi a occupare o controllare le istituzioni secolari dei paesi «fondamentale per vincere la guerra cosmica tra Dio e il diavolo». Bolsonaro è anche un utilizzatore del controverso termine «cristofobia», che segnala una strategia elettorale rivolta al pubblico evangelico. «Secondo Ronilso Pacheco, editorialista del portale Uol, pastore evangelico e studioso di religioni, il termine “cristofobia” sarà utilizzato come strategia elettorale decisiva nelle prossime elezioni». IL RUOLO DEL TRIBUNALE FEDERALE (STF) Il documento della Cnbb si sofferma anche sul potere giudiziario. «Di recente - si legge -, la magistratura, in particolare il Supremo tribunale federale (Stf), è diventata un importante attore politico nel paese». Nel contesto della pandemia, si sono verificate alcune delle controversie più importanti. Per esempio, la corte suprema ha vietato la campagna governativa «O Brasil não pode parar» (Il Brasile non può fermarsi), considerata disinformazione. Nell’anno in corso, il principale argomento di controversia è l’«agenda verde» e le questioni indigene e socio ambientali. Il gruppo della Cnbb chiude la sua analisi della congiuntura elencando undici azioni necessarie: dalla «difesa intransigente dei diritti civili e delle istituzioni democratiche del paese» a una nuova proposta di sviluppo «socialmente inclusiva e ambientalmente sostenibile», dalla «universalizzazione dei servizi pubblici essenziali» alla «promozione della pace e della giustizia». Con un augurio finale: «Come fare dipende da tutti noi! Sarà però il risultato del dialogo e della solidarietà tra tutti e con l’Altro, soprattutto i più vulnerabili e coloro che in ogni angolo gridano di essere liberati». Paolo Moiola

contro l’emergenza climatica e ambientale passa obbligatoriamente attraverso la sua salvaguardia. Ne è convintissimo dom Roque, che prima di arrivare a Rondônia ha ricoperto la carica di vescovo a Roraima, uno stato amazzonico per antonomasia. «L’Amazzonia - spiega - è un sistema vivo e complesso, che, per mantenersi tale, ha bisogno AMAZZONIA, LA FORESTA DEL MONDO Difendere i popoli indigeni significa difendere l’Amazzonia che in Brasile ha oltre il 60 per cento della propria estensione totale. Un’Amazzonia che mai come sotto il governo Bolsonaro è stata presa d’assalto senza ritegno per ottenere soia, legno, risorse minerarie, carne. È dimostrato che la battaglia mondiale di una foresta in piedi. Se questa viene a mancare, si avvia un processo di desertificazione, che non solo minaccia i popoli amazzonici, ma l’intero pianeta, accelerando il cambiamento climatico e provocando catastrofi ambientali in tutto il mondo. In Brasile, purtroppo, la deforestazione dell’Amazzonia è incoraggiata dalle sfere di governo, che mettono al primo posto la crescita economica, basata sulla distruzione di un ecosistema che è vivente ma anche molto fragile. Ricordo sempre cosa ci insegnano i popoli indigeni: “Se non ci prendiamo cura della terra, lei non si prenderà cura di noi”. Nessuno potrà mangiare soldi, bere veleno e respirare aria contaminata. Per vivere abbiamo bisogno di terra, acqua e aria sane. Difendere l’Amazzonia, i suoi popoli indigeni e le sue comunità significa operare per il buon vivere dell’intero pianeta e delle future generazioni». A MC 15 giugno 2022 MC A sinistra: il manifesto dell’edizione 2022 di Acampamento terra livre, evento preparato dall’organizzazione indigena Apib. | Sopra: il presidente Bolsonaro festeggia l’incomprensibile assegnazione della «Medalha do mérito indigenista» (18 marzo 2022). | Qui accanto: Boa Vista, l’acqua del monumento al garimpeiro colorata di rosso sangue a simboleggiare la tragica situazione creata dalla presenza dei garimpos illegali sulle terre indigene. * © Clauber Cleber Caetano - PR © Carlo Zacquini

«QUESTO GOVERNO È UNA MINACCIA» A ottobre 2022 nel paese latinoamericano ci saranno le elezioni presidenziali. Jair Bolsonaro si ripresenta per ottenere un secondo mandato trovandosi come principale sfidante l’ex presidente e leader del Partito dei lavoratori (Pt) Lula, liberatosi dai propri fardelli giudiziari. Dom Roque Paloschi dipinge un quadro impietoso della situazione del paese. «Senza ombra di dubbio, in Brasile stiamo vivendo tempi molto difficili. L’attuale governo è una minaccia per la democrazia e l’intera società brasiliana». «I cittadini - continua il nostro interlocutore - vengono oltraggiati e violati nei loro diritti fondamentali: salute, istruzione, lavoro, servizi igienico sanitari di base. È vergognoso che questo paese abbia superato i 660mila morti a causa del Covid-19 per irresponsabilità e per aver messo l’economia al di sopra della vita. Senza dimenticare che, oltre alla pandemia, abbiamo sperimentato altre forme di violenza come la fame, la disoccupazione, la mancanza di politiche pubbliche». In questo contesto, la condizione dei più deboli tra i deboli non poteva che peggiorare: «I discorsi d’odio del presidente e dei suoi ministri (come quelli dell’ex ministro Sales) hanno alimentato la violenza contro i popoli indigeni». Nel periodo peggiore della pandemia, un numero ancora maggiore di terre è stato invaso, mettendo a rischio l’integrità fisica, culturale e territoriale delle popolazioni autoctone. «E addirittura - precisa il presidente del Cimi -, a rischio di estinzione le comunità indigene che vivono in isolamento. Al tempo stesso, gli organismi pubblici di ispezione e protezione sono stati depotenziati. Per tutto questo il paese ha scalato il ranking mondiale per livelli di violenza e di morte dei difensori dei diritti umani». AVERE MEMORIA Secondo i sondaggi dei principali istituti di ricerca brasiliani, Lula è largamente in testa nelle preferenze elettorali, precedendo Bolsonaro. Tuttavia, le previsioni indicano che sarà necessario un secondo turno (il 30 ottobre) e qui la lotta appare più incerta. «Nei periodi elettorali - commenta dom Roque -, tutti i candidati si presentano come i salvatori della patria e sembrano non stancarsi mai di ingannare e manipolare i cittadini. Io spero che il popolo brasiliano abbia memoria di quanto accaduto in questi anni. Spero possa riprendere in mano la sua storia, la democrazia e dire basta ai candidati che negano i diritti dei popoli indigeni, dei neri, delle donne e degli altri gruppi esclusi dalla società». La conclusione di dom Roque è netta: «Uno stato che - con tutti i suoi poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) - non rispetta la Costituzione del paese e viola i diritti umani basilari, lo abbiamo già ora. La domanda è: continueremo anche in futuro a scommettere su chi promuove distruzione, violenza e morte? A dare fiducia a gruppi che difendono soltanto i propri interessi e non lavorano per il bene comune?». Paolo Moiola * BRASILE 16 giugno 2021 MC A destra: dom Roque Paloschi, arcivescovo di Porto Velho (Rondônia) e presidente del Cimi. | Sotto: Lula, candidato presidenziale (dal 7 maggio 2022) ed ex presidente, davanti agli indigeni di «Acampamento terra livre» (Atl) ha promesso la creazione di un ministero per i popoli indigeni (12 aprile 2022). * © Paolo Moiola © Kamikia Ksedje Midia India - APIB «Diciamo basta ai candidati che negano i diritti di popoli indigeni, neri e donne». "

17 giugno 2022 MC VICINANZA E CONCRETEZZA MOLDAVIA MC A (Chişinău, è la scrittura corretta), dove opera da vari anni suor Rosetta Benedetti, missionaria trentina dell’istituto Suore della Provvidenza, assieme a due giovani consorelle rumene, suor Juliana e suor Michela. Il Centro, dall’inizio della guerra in Ucraina, è stato adibito dalle suore all’accoglienza di tante persone, soprattutto donne e bambini, in fuga dal loro paese. Gli aiuti erano stati raccolti dalla San Vincenzo di Mestre e dal Centro missionario diocesano di Trento, dove da molti anni lavoro. Quando l’amico Bruno**, da noi interpellato per intraprendere il viaggio assieme ai volontari della San Vincenzo, mi ha proposto di accompagnarlo, istintivamente ho detto subito sì. Appena chiusa la telefonata, sono stata assalita da dubbi e ripensamenti: la lunghezza del viaggio, il pensiero che forse non sarei stata di molta utilità, ma soprattutto la preoccupazione di essere d’impiccio una volta arrivati a destinazione. Ripensandoci con calma e condividendo queste riflessioni con il Se è vero che il viaggio ha valore e trova il suo significato non nella meta da raggiungere, ma nel percorso che ci porta a essa, allora questa volta ho proprio viaggiato. E non solo da un punto di vista fisico, ma anche con il cuore e con la mente. Verso fine marzo mi è stata offerta la possibilità di recarmi nella repubblica di Moldavia per portare degli aiuti, viveri, medicinali, prodotti per l’igiene, al Centrul social pastoral «Casa Providentei» che si trova a Chisinau La vicinanza al popolo dell’Ucraina, aggredito e violentato dalle truppe di Putin, si può manifestare in vari modi. Uno di questi è portare aiuti alla popolazione rimasta senza nulla. Diario di un viaggio di duemila chilometri, da Trento a Chişinău. di TATIANA BRUSCO* Da Trento a Chişinău Qui: suor Rosetta Benedetti, missionaria trentina di Segonzano, sistema gli aiuti ricevuti da Trento e Mestre nel deposito della Casa Provvidenza, a Chisinau, capitale della Moldavia. * © Luisa Legari

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