Missioni Consolata - Marzo 2022

Sotto: ritratto di Mercedes, che si dice grata all’Italia. Grazie alla fede e al lavoro duro, oggi è soddisfatta della sua vita. * la fase più delicata della crisi, la perdita di lavoro tra i lavoratori domestici si è attestata tra il 5 e il 20% nella maggior parte dei paesi europei. La paura del contagio ha portato alcune famiglie a chiudere le collaborazioni con un effetto negativo soprattutto sui lavoratori senza contratto e regolare permesso di soggiorno che, a causa dell’invisibilità del loro status, non hanno potuto richiedere l’indennità Covid che sarebbe spettata anche a loro. Solitudine e paura hanno avuto un forte impatto su badanti conviventi che, in particolare nella prima fase di lockdown, hanno dovuto prendersi carico al 100% degli anziani. «Le badanti hanno svolto un ruolo fondamentale durante la pandemia perché sono state in grado di accudire e rassicurare gli anziani che, senza di loro, sarebbero stati completamente soli - spiega Lorenzo Gasparrini -. In questa occasione, le famiglie hanno preso coscienza del valore sociale ed essenziale delle assistenti familiari». Oltre al Covid, sono tante le difficoltà a cui sono esposte le donne che svolgono questa professione. Non sono rari gli episodi di violenza sulle donne che, come in tutto il mondo, si verificano principalmente tra le mura domestiche. Ma è la sofferenza dovuta all’isolamento fisico e comunicativo quella che, prima o dopo, sperimentano quasi tutte le lavoratrici domestiche straniere, in particolar modo le badanti. «Tra i problemi con la lingua, la solitudine e la quantità di ore lavorate, all’inizio ero depressa - racconta Violeta -. Poi il signore per cui lavoravo mi ha insegnato l’italiano, studiavamo insieme. Ancora conservo il diario su cui scrivevo un po’ in italiano e un po’ in moldavo». Tante lavoratrici domestiche straniere, come la maggior parte delle persone immigrate, mantengono rapporti stretti con i paesi di origine, a cui rivolgono un pensiero costante. Ci pensa Corina, che manda le rimesse ai suoi genitori in Perù perché abbiano tutto quello che serve per affrontare la delicata fase della terza età, che lei conosce così bene. Mentre guarda la foto di se stessa a pochi mesi di vita in braccio a sua madre, si chiede se un giorno ritornerà dove le sue radici sono ancora così salde. Ci pensa Violeta che in Moldavia ha ancora il padre che, in tempi non pandemici, vedeva con frequenza. «Quando avrà bisogno di cure, assumerò una persona che si occupi di lui e lo aiuti con le attività quotidiane, così come faccio io qui». Ci pensa anche Mercedes che nelle Filippine non ha più la madre, ma tanti nipoti che cerca di vedere due volte all’anno, da quando si può permettere di tornare più spesso. Sono ormai 40 anni che vive in Italia, di cui è diventata cittadina. Sorride, mentre si tocca il ciondolo della collana su cui c’è scritto «Mercy», diminutivo del suo nome, che significa «misericordia», in inglese. «lo sono grata all’Italia e alla vita. Ho sempre creduto, mi sono data da fare e sono soddisfatta. God is full of mercy (Dio è pieno di misericordia, ndr), come diciamo noi. E in questo film che è la vita mia, probabilmente sono stata abbracciata dalla misericordia anche io». Simona Carnino * ITALIA " Le badanti hanno svolto un ruolo fondamentale durante la pandemia. 20 marzo 2022 MC

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