Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2022

75 gennaio-febbraio 2022 MC In quell’anno moriva presso il santuario della Consolata, in Torino, il canonico Giacomo Camisassa. Ancora giovane sacerdote, non esitò a mettersi al fianco di colui che era stato suo direttore spirituale nel seminario, il canonico Giuseppe Allamano, e che era appena stato nominato rettore del santuario della Consolata, per offrire la sua collaborazione fedele e operosa. E lì rimase per ben 42 anni, amico e aiuto prezioso del giovane rettore. Ad un gruppo di missionarie, giunte nel suo ufficio per porgergli le condoglianze, il canonico Allamano disse, con le lacrime agli occhi: «Tutte le sere passavamo qui lunghe ore… qui nacque il progetto dell’Istituto, qui si è parlato di andare in Africa… insomma tutto si combinava qui. Ora non c’è più, cosa farò io?». L’eredità lasciata da Giacomo Camisassa alla chiesa torinese e ai missionari e missionarie della Consolata è ancora oggi un tesoro a cent’anni di distanza. La sua testimonianza di vita interpella e stimola tutti ad aprirsi con coraggio verso la missione evangelizzatrice della Chiesa e a una solidarietà generosa nei confronti degli ultimi e degli emarginati. Per questo motivo, ritorneremo nel corso dell’anno 2022 a presentare aspetti esemplari della sua figura, sicuri di offrire ai lettori proposte capaci di rinfrancare i cammini che papa Francesco ci invita a intraprendere come «discepoli» e «missionari». In questi giorni la Chiesa universale e quella italiana invitano a compiere un «cammino sinodale» fatto di coinvolgimento e dialogo, di collaborazione e operosità all’interno delle nostre comunità cristiane per risvegliare in tutti lo zelo missionario e attirare coloro che dalla Chiesa si sono allontanati. Giuseppe Allamano e Giacomo Camisassa, pur in epoche lontane, hanno saputo essere esempio di dialogo e discernimento, collaborazione e spinta ai lontani, mossi da un intenso fervore di vita spirituale. Utilizzavano soprattutto mezzi semplici, ma quanto mai efficaci. Leggiamo, ad esempio, nella sua biografia: «Dopo cena [i canonici Allamano e Camisassa] si trovano per vagliare quanto nella giornata è emerso e quanto il domani sembra prospettare. Niente di formale, niente di rigido, ma tutto è chiarezza, ricerca, gioia di camminare insieme. Due ore al giorno passano così nel dialogo. Quei due che si fanno scrupolo di non perdere un minuto, non ritengono sia sprecato quello speso per chiarirsi le idee, per approfondire problemi, per giungere a conclusioni. Gli incontri danno tranquillità al Fondatore, perché chi gli sta accanto è un uomo sincero, capace di contestarlo per farlo riflettere, ma attento e fedele ai suoi cenni come se venissero da Dio» (Mina, «La beatitudine di essere secondo», pp. 73-74). Che il beato Giuseppe Allamano e il canonico Giacomo Camisassa aiutino anche noi ad essere oggi persone capaci di discernimento, dialogo e fattiva intraprendenza a favore dei poveri e dei lontani dalla Chiesa. padre Piero Trabucco Inserto a cura di Sergio Frassetto Correva l’annodel Signore 1922... MC “ Canonico Giacomo Camisassa

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