Missioni Consolata - Novembre 2015

Cari mission@ri tale». Non c’è bisogno di ulteriori spiegazioni. Quando arrivano membri di una famiglia, quando suonano il campanello, alla domanda «chi è?», rispondono «sono io». E la porta si apre. Ecco un’altra prova di come ci si specchia con il nome. A questo punto si può di- re che «i ragazzi della Consolata» si sentono parte di noi, si sentono di casa, bussano per parte- cipare all’opera di evan- gelizzazione, e lo fanno già collaborando con noi, sono nati consolati, vo- gliono anche loro conso- lare. La domanda può essere: per quanto tempo? Sono convinto che questo se- me non muore, può man- care un po’ di nutrimento ma a sua volta riprende. Quando papa Francesco dice che «non possiamo privatizzare l’amore», se- condo me, per noi signifi- ca che «non possiamo privatizzare la consola- zione». Grazie! Cari ra- gazzi, grazie per la vostra collaborazione nella con- solazione. Consolata, è un titolo mariano che significa che Maria condivide la responsabilità con noi uomini. «Consolate, con- solate il mio popolo; par- late al cuore della mia gente». Nostra Madre ha fatto questo dandoci suo Figlio, la vera consola- zione; noi lo possiamo fare «portando gli uni i pesi degli altri». Danstan B. Mushobolozi da Martina Franca 09/07/2015 PADRE FRANCO CELLANA Proprio mentre prepariamo queste pagine, rice- viamo da Milano la notizia del ritorno alla Casa del Padre di padre Franco Cellana, missionario della Consolata nativo di Tiarno di Sopra (Tn). Nato il 01/10/1942, fece i primi voti appena ven- tenne il 02/10/1962. Ordinato sacerdote il 17/12/1967 a Madrid, dopo dieci anni di servizio nell’animazione missionaria in Spagna, nel 1977 fu destinato al Tanzania. Nel 1991 fu richiamato in Italia per l’animazione nel Cam di Torino, che lasciò per servire l’istituto come consigliere ge- nerale dal 1993 al 1999. Scaduto il suo mandato, nel 2000 fu destinato al Kenya dove servì prima come parroco al Consolata Shrine di Nairobi e poi di Kahawa West nella periferia di Nairobi, che lasciò presto perché eletto superiore regio- nale. Finito il suo mandato fu nominato parroco a Wamba nel Samburu. Generoso, zelante, effervescente, trascinatore, attentissimo ai poveri, ha lasciato un segno nel cuore delle persone che lo hanno incontrato. Ricco di iniziative, ha fatto del servizio ai poveri lo scopo della sua vita, coinvolgendo in questo i suoi tantissimi amici. Ripetutamente provato dalla malattia, ha sempre saputo reagire con profonda serenità e abbandono al Signore. Fino a quando non lo ha preso il cancro, contro il quale ha lottato con tutte le sue forze per due lunghi anni, accompagnato dalla preghiera e af- fetto della sua famiglia, dei confratelli e degli a- mici. Combattuta la buona battaglia, ha termi- nato la corsa il 24/09/2015, una settimana pri- ma di compiere 73 anni. Il funerale, al suo paese, ha visto una grandissima partecipazione.

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