Missioni Consolata - Novembre 2015

MC ARTICOLI NOVEMBRE 2015 MC 51 Da San Salvador a Aguilares sono quasi 50 km, su strada comoda a tre corsie, senza il traffico incredi- bile della capitale. Superato Agui- lares, dove la piazza centrale da- vanti all’ alcaldía (municipio) è de- dicata a padre Rutilio e dove si vedono diversi murales con le fi- gure del gesuita e di mons. Ro- mero, ci dirigiamo verso Al Pai- snal, paese di nascita di padre Ru- tilio. Sulla strada ci fermiamo nel punto in cui una cappella ricorda il luogo dove fu assassinato padre Rutilio con i suoi due accompa- gnatori: il sedicenne Nelson Le- smus e il campesino Manuel So- lorzano. È un momento di grande commozione per tutti. Ad Al Pai- snal, un piccolo ma ordinato paese, un grande murales raffi- gura Rutilio e mons. Romero e davanti al murale anche due sta- tue che li rappresentano. Per le strade del paese e davanti all’ al- caldía numerosi manifesti ricor- dano il 98° anniversario della na- scita di mons. Romero e quello di padre Rutilio. Nella piccola chiesa, immagini dei due martiri. E, soprattutto, ai piedi dell’altare le tre tombe, di Rutilio Grande, Manuel Solorzano, Nelson Le- smus. Un animatore della parroc- chia, nel presentarci il tutto, ci esprime il grande desiderio che, se padre Rutilio verrà beatificato (è ufficialmente iniziato il pro- cesso), la cerimonia avvenga qui, a Al Paisnal. Non siamo lontani dal luogo in cui Marianella è stata arrestata il 13 marzo 1983, per cui ci siamo di- retti verso il paese di Suchitoto (Dipartimento di Cuscatlán), ricco di esempi di architettura colo- niale, una meta turistica in El Sal- vador. Qui chiediamo della loca- lità La Bermuda e, con non poche difficoltà, troviamo la strada: non più a tre corsie, la strada a un certo punto si addentra nella bo- scaglia diventando sterrata. Chie- dendo indicazioni a quanti incon- triamo, arriviamo a una semplice casa (per noi sarebbe una ba- racca), con un cartello davanti su cui a stento si legge «Hacienda Bermuda». La signora che vi abita, con nostra grande sor- presa, ci racconta tutto del mas- sacro. Poi ci accompagna in visita al lugar de mártires (luogo di martiri). Solo un pannello ricorda che lì avvenne un massacro: Anti- qua hacienda La Bermuda./ Tierra de lucha y de esperanza . Il testo racconta che, a La Ber- muda, il 13 marzo 1983 fu cattu- rata Marianella García Villas. Fu trasportata in una scuola militare a San Salvador, brutalmente tor- turata e infine assassinata il giorno successivo, 14 marzo. Nel- l’operazione militare che portò alla cattura di Marianella furono uccisi una ventina di campesinos . La signora che abita lì vicino e ci fa da guida, ci indica nella bosca- glia il luogo in cui avvenne l’as- salto dei militari e dove sono an- cora sepolti, in una sorta di fossa comune, i campesinos assassinati. Nessun segno a ricordare il fatto. La signora ci dice che lei e altri da tempo stanno chiedendo che i corpi siano riesumati e sepolti con dignità e che sia posto qual- cosa di più significativo a memo- ria del massacro. Tutti gli anni, il 14 marzo, varie persone si riuni- scono in questo luogo a comme- morare Marianella e gli altri ca- duti. La Comunità «Marianella García Villas» Proseguiamo sulla strada sterrata nel bosco, ricco di cafetales (piante di caffè), alla ricerca di una comunità che ci dicono es- sere poco più avanti. Dopo poche centinaia di metri troviamo uno spiazzo e una semplice chiesetta. Siamo arrivati nella comunità che porta il nome di Marianella García Villas. Su un muro che dà sulla piazzetta un grande murale raffigura Marianella e una targa ricorda il suo sacrificio. Nella chiesetta si sta preparando una cerimonia religiosa: è la festa del maís , una festa di ringrazia- mento. Non c’è il sacerdote, poi- ché viene solo per la messa la do- menica mattina. Fanno tutto i laici: una donna spiega il signifi- cato della festa, un uomo legge e commenta le letture, alcuni inter- vengono poi a offrire la loro ri- flessione. Al termine della cele- brazione ai presenti vengoni of- ferti atol , una bevanda a base di maís, e pannocchie di maís cotte. Veramente una cerimonia segno di una chiesa viva e piena di di- gnità. Un membro del direttivo della co- munità ci spiega che complessiva- mente sono una sessantina le fa- miglie che ne fanno parte e che lì vivono, per lo più in modeste ba- racche, o semplici casupole, sparse nella boscaglia. C’è anche una radio parrocchiale, «Radio Positiva», che così è presentata in uno striscione appeso davanti alla sede: La voz del más humilde / de los salvadoreños y salvadoreñas / tiene derecho de informar, /de opinar y de ser escuchada. Il ritorno a San Salvador è pieno di gioia per tutto quanto visto e incontrato. Tuttavia, il giorno dopo suor Ave ci telefona per rin- graziarci della giornata e, con grande tristezza, ci fa sapere che davanti alla chiesa della sua par- rocchia di Asunción, dove siamo stati due volte, la sera era stato ucciso un ragazzo mentre stava giocando a pallone in strada. È la violenza comune il grande pro- blema del Salvador di oggi. Anselmo Palini L’ AUTORE - Anselmo Palini, docente di materie letterarie, con l’Editrice Ave ha pubblicato, tra l’altro, Oscar Romero. Ho udito il grido del mio popolo (Roma 2010) e Marianella García Villas. Avvocata dei poveri, difensore degli oppressi, voce dei perseguitati e degli scomparsi (Roma 2014). La cronaca detta- gliata del suo recente viaggio in Salvador è reperibile sul suo sito web: www.anselmopalini.it . I N ARCHIVIO : Anselmo Palini, San Romero de las Americas , Missioni Consolata, maggio 2015, pag. 32-34.

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