Missioni Consolata - Novembre 2015

NOVEMBRE 2015 MC 23 © (www ioerj com br) MC ARTICOLI tutta la comunità un terribile fe- tore. Per di più i grossi cumuli di immondizia sono il terreno ideale di proliferazione di ratti e malat- tie. Le aree di raccolta rifiuti sono poche e male attrezzate, quindi, riversando la spazzatura per strada, si finisce inevitabilmente per intasare il già precario si- stema fognario. A quel punto il primo giorno di pioggia le strade diventano dei veri e propri tor- renti di liquami e acque nere che corrono rapidi giù per la collina fi- nendo nei fiumi e contaminan- done le acque. Miramar da tempo conduce alla radio un pro- gramma di sensibilizzazione sul- l’argomento: «Per risolvere il pro- blema bisogna lavorare su un doppio binario, da un lato chie- diamo a prefettura e comune di intervenire ampliando le aree di raccolta rifiuti e intensificando lo smaltimento, da un altro pun- tiamo soprattutto sulla sensibiliz- zazione dei nostri concittadini, spiegando loro quanto siano dan- nose alla salute le discariche abu- sive, e provando a introdurre il concetto di differenziazione dei rifiuti e riclico». Miramar prose- gue raccontandoci di come, attra- verso il programma, si mettano all’erta gli abitanti della comunità anche dai rischi legati all’esposi- zione all’amianto, un materiale che per via dei suoi costi estrema- mente bassi è largamente usato nelle coperture dei tetti e nelle ci- sterne per l’acqua. Nelle parole e negli occhi di Mira- mar, Detinha, Ruth e di tutti i membri della comunità cattolica, riusciamo a leggere la grande de- lusione e la rabbia di chi si sente completamente abbandonato da una società che li costringe alla ghettizzazione. Abusi tra le mura domestiche I pochi e sudati progressi na- scono dalla cooperazione tra gli abitanti della comunità, tra que- sti anche i fedeli delle numerose comunità evangeliche, come Kennedy, uno dei tanti ragazzi che gestiscono il centro culturale Jocum. «Solo nella nostra favela ci sono oltre ventimila abitanti e non c’è nemmeno un presidio medico. Abbiamo sparso la voce chiedendo aiuto alle altre comu- nità, c’è stata una grande mobili- tazione e così si è creata una rete di medici volontari che offrono la loro assistenza a tutti coloro che ne hanno necessità. Inoltre ogni sabato possiamo contare sulla preziosa presenza di uno psico- logo». Proprio un supporto psi- cologico è quello che chiedono le molte donne vittime di abusi ses- suali, una piaga sociale che colpi- sce anche giovani e giovanissime ragazze. Monica, maestra di un asilo della comunità e madre di tre figlie, ci racconta la sua dram- matica esperienza di aver sco- perto che suo padre aveva abu- sato diverse volte di una delle sue bimbe che in seguito aveva tentato il suicidio. «La vera ango- scia incomincia quando ti rendi conto di essere impotente di- fronte a questi eventi, da un lato il tradimento da parte di un geni- tore, dall’altro la sofferenza di tua figlia, e tu nel mezzo non puoi contare su nessun aiuto, se non quello della tua comunità». Come Monica e sua figlia sono moltissime le donne vittime di queste situazioni, tanto che in al- cune aree del Nord del paese i casi di violenze e stupri coinvol- gono il 60% della popolazione femminile e quasi tutti avven- gono all’interno delle mura do- mestiche.

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